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19 Aprile 2024

Vincenzo Schirripa: "I colori della vita creano emozioni vere"

di Valentina Spagnolo
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Vincenzo Schirripa: "I colori della vita creano emozioni vere"

Un artista autentico, quasi artigianale, in perenne equilibrio tra razionalità ed emozione, meditazione e passione: un dinamismo espressionista che si erge su una luce diffusa, animata da contrasti e tonalismi sapientemente bilanciati nelle combinazioni da lui scelte di volta in volta

La pittura di Vincenzo Schirripa trae le sue premesse da un realismo italiano, in cui pennellate e colpi di spatola spiegano l'inestricabile legame della realtà con il suo doppio: la verità della rappresentazione artistica. Quel che colpisce nella sua arte è la sottile connessione tra l'osservatore e l'osservante, tra il pittore e il ritrattista, tra il soggetto e il lavoro. La comunicazioneArance.jpg è lo scopo principale dell'arte: un pretesto per analizzare il processo attraverso il quale il reale viene filtrato e modificato dalla nostra facoltà visiva e dalla nostra mente. Un'alterazione che si manifesta nella frammentazione del colore in tocchi, sfaccettature, disintegrazione della sostanza. Tutto ciò mira a ricostruire gli oggetti, siano essi ritratti o nature morte, composizioni in cui simbolismi e astrazioni metafisiche, agglomerati di immagini come i rebus visivi e le allegorie, perdendo la loro finezza nei contorni. Un dinamismo espressionista che si erge su una luce diffusa, animata da contrasti e tonalismi, dalla prevalenza di colori caldi sapientemente bilanciati nelle combinazioni da lui scelte di volta in volta. Vincenzo Schirripa è dunque un artista autentico, di qualità, che sa perfettamente come l’arte non giustifichi mai se stessa.

Vincenzo Schirripa, vuole parlarci dei soggetti principali delle sue opere?
“I soggetti di cui tratto sono vari: dal ritratto, che si coglie nel cercare un’identità interiore, alle cosiddette immagini per antonomasia, generalmente definite: ‘Nature morte’. Questa nomenclatura non avrebbe più la sua giustificazione, nel momento in cui si scegNatura_vitae.jpglie di dar vita, paradossalmente, anche alla semplice buccia di un frutto qualsiasi. La quale può avere una sua luce, uno spessore, dare corpo a un’immagine. Io sono molto attratto da tutto ciò che, in natura, è capace di rendere vivo ciò che appare morto. A volte, metto insieme dei ritratti con elementi vari, per raccontare un tema. E spesso emergono immagini collegate agli eventi della società del momento, senza mai arrivare alla ripetitività dei fatti: quest’ultimo, per esempio, è un compito degli addetti della fotografia. Al contrario, io cerco la sintesi dell'immagine e desidero trasmettere le emozioni attraverso un’attenta osservazione del dipinto”.

Le sue idee su tela nascono come racconti di eventi, oppure da immagini istantanee?
“Le mie idee di questo periodo riguardano il mondo del creato, sia naturale, sia quello generato dall'uomo. Esse nascono da un’attenta osservazione della tela bianca, che preparo artigianalmente appoggiandola sul cavalletto. E’ rituale, per me, stare lì a meditare: fa parte del mio modo di essere. Per la composizione, a volte prendo elementi anche in contrasto tra loro, ma cerco di fornire una comunicazione. Spesso, basta cambiare un unico elemento e l’opera diventa un'altra storia, un altro racconto. I miei dipinti sono creature, seppur brevi nella esecuzione: fanno parte di un capitolo della storia di una vita. Mi viene da ricordare, quando rifletto in merito a tali idee, alle nature morte di Morandi: esse non sono ripetitive come sembrano, perché hanno una storia. E sono sempre collegate tra loro. Sono il ‘filtro’ di un'esistenza che mi appartiene”.

Come e quando Particolari_ritratti.jpgsi è avvicinato alla pittura?
“Non lo ricordo di preciso. Da bambino, mi piaceva disegnare con tanti colori e apprendevo i primi rudimenti in base a una capacità di osservazione purtroppo ancora sregolata. In seguito, la guida di vari insegnanti, per ultimo Alberto  Ziveri, grande esponente della ‘scuola romana’, mi hanno aiutato a individuare la strada per continuare. Lavoravo con impeto, anche se, in quel tempo, nel mio studio regnava il caos: una stanza piena di tele, colori, carta e quant'altro messi in modo ‘disordinato’, nonostante i buoni risultati. Poi, con il passare del tempo, tutto si è indirizzato verso un mio ordine senza il quale non avrei mai fatto cose buone. Senza impeto, ma con un vigore interiore che mi ha guidato e accompagnato verso scelte più mirate ed efficaci, forse a causa di una maturità che, a volte, mi perseguita. E che mi riempie, giorno dopo giorno. Nelle mie vene scorrono i colori della vita, poiché passando per il cervello si creano emozioni. Con la mia consolidata personalità non posso permettermi di seguire le mode e le correnti artistiche in atto. Trovo più appropriato essere considerato un artigiano della pittura”.

La definizione Natura_vitae_2.jpgdelle sue opere e l'uso dei colori è davvero particolare:  può spiegarci come si ottiene questo risultato così sfumato, ma al contempo omogeneo, dei contorni?
 “Il colore a olio mi permette di plasmare le forme volute, cosa che l'acrilico o la tempera non potranno mai fare, soprattutto nei volti, suscettibili a improvvisi cambiamenti di espressione: la teatralità e la mimesi, o mimica, sono all'ordine del giorno. Gli strumenti fondamentali sono, per me, i pennelli e la spatola: una sorta di levare e mettere il colore per il tempo necessario. E’ uno straordinario lavoro di ricerca, in continua evoluzione. Questa materia pittorica della tecnica a olio trova il suo fine nel mettere in evidenza la carne, la pelle e tutto il mondo materiale del nostro creato. La storia dell'arte ci ha dato lavori di grandi autori, non solo italiani, che sono stati per me di grande ispirazione. Mi piacerebbe citarne qualcuno, ma non è il caso, perché è sufficiente vedere da vicino il loro operato: solo così si può riconoscere l'intenzionalità dell'autore. Più semplicemente, il pastello a olio è una tecnica pittorica da me conosciuta molti anni fa, quando frequentai l'Accademia di Belle Arti. Osservando qua e là, rimasi colpito dalla pittura di Toulose Lautrec: un ottimo stimolo per iniziare il pastello a olio. Inoltre, a differenza delle altre, la trovo una tecnica assai vicina al lavoro di una scultura a creta, per il levare e mettere e il dipingere a olio. La sola differenza è il fatto di poter lavorare continuamente senza attendere l’asciugatura. LNatura_del_pensiero_spirituale.jpg’ho trovato un modo meraviglioso di operare: quasi un sodalizio tra scultura e pittura nel materializzare le emozioni. Altra tecnica di cui sono padrone è l’acquarello: un preludio all'affresco, con il quale esistono molte affinità. La differenza si trova nel fatto che nell’affresco non si deve aspettare: bisogna finire prima che l'intonaco si asciughi. La determinazione è una parte importante del nostro intelletto. E non è consentito sbagliare”.

Quale elemento permette alla sua arte di esprimersi e meglio raccontarsi?
“Sappiamo che la figurazione è astrazione, in quanto va a plasmare le emozioni nel momento in cui si costruisce un qualcosa, per rendere materializzabile ciò che si intende trasmettere. Nella mia tavolozza, scelta consolidata da moltissimi anni, ci sono tredici colori di assoluta stabilità, capaci di essere mescolati senza alterazioni. Da molto tempo, i miei colori ‘stabili’ sono diventati: il bianco di titanio; il cadmio tra i gialli e un rosso; il lacca di garanza; ocra gialla; terra verde; terra d'ombra naturale; il verde smeraldo; tre blu tra il ceruleo, cobalto e l’oltremare. In questa tavlozza manca il nero, non lo uso in quanto preferisco combinare due colori scuri per ottenere dei neri personalizzati non freddi. Inizio  disegnando sulle tele con pennelli già intrisi di colore. Trovo importante avere una conoscenza di base sulle leggi della  chimica e e della fisica. Proprio per questo motivo, mi definisco un artigiano della pittura, abitualmente preparo le tele in modo artigianale, con ricette tradizionali. Importante conoscenza sulla stabilità che hanno nei colori ad olio, scelti per la loro composizione chimica come abituale sicurezza e inalterabilita,  lo stesso vale per la esecuzione della tecnica dell’affresco con i pigmenti in polvere, sciolti in acqua, hanno un importante funzione  di una buona mescolanza e di attacco all’intonaco appena fresco".
3_fiaschi.jpg

NELLA FOTO QUI SOPRA, L'OPERA: I 3 FIASCHI;

AL CENTRO, DAL BASSO VERSO L'ALTO: LA NATURA DEL PENSIERO SPIRITUALE; NATURA VITAE 2; PARTICOLARI DI RITRATTI IN ACQUARELLO E A OLIO; NATURA VITAE; ARANCE;

IN APERTURA: L'ARTISTA VINCENZO SCHIRRIPA


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale