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18 Aprile 2024

Lorenzo Marone: "La paura si può sconfiggere con la forza morale"

di Clelia Moscariello - cmoscariello@periodicoitalianomagazine.it
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Lorenzo Marone: "La paura si può sconfiggere con la forza morale"

Intervista al vincitore del premio ‘Bancarella 2017’ con il suo ‘Magari domani resto’, il suo quinto libro sulla forza e la volontà di rimanere in realtà sociali difficili per cercare di cambiarle

Lorenzo Marone è al suo quinto libro con ‘Magari domani resto’ (Feltrinelli, 2017), dopo ‘Daria’ (ed. La gru, 2012), ‘Novanta. Napoli in 90 storie vere ispirate alla Smorfia’ (Tullio Pironti editore, 2013), ‘La tentazione di essere felici’ (Longanesi, 2015) e ‘La tristezza ha il sonno leggero’ (Longanesi, 2016). Grazie alla sua ultima opera, questo raffinato autore napoletano ha vinto il premio ‘Bancarella 2017’. Lo scrittore, che da giovane aveva intrapreso la carriera di avvocato, affronta ancora una volta il tema delle dinamiche familiari. La protagonista è Luce, una giovane donna avvocato che opera sullo sfondo, ancora una volta, dei quartieri spagnoli di Napoli, i quali accolgono e avvolgono il lettore con la sua incredibile umanità. Questa è la seconda volta che incontriamo Lorenzo Marone: lo avevamo già intervistato per il suo ‘Novanta: Napoli in 90 storie vere ispirate alla Smorfia’, intuendone prima di altri il valore. Passiamo dunque la parola allo scrittore:

Lorenzo Marone, ‘Magari domani resto’ è il suo quinto libro, ambientato ancora una volta nella Napoli popolare: quanto ci ha creduto nel suo sogno di scrittore dopo aver esercitato la professione di avvocato?
“Ci ho creduto molto e ci ho messo tutto l'impegno possibile: solo così si può sperare che i sogni si avverino.”

Lei ha vinto il premio ‘Bancarella 2017’: cosa pensa di questo riconoscimento?
“È una gran bella soddisfazione: vuol dire che il libro piace non solo ai lettori, ma anche ai librai. E ne sono felice”.

Questo suo ultimo libro affronta, ancora una volta, il tema delle dinamiche familiari, un argomento indubbiamente delicato: cosa vuol dirci a proposito del passato che riaffiora come un fantasma nelle nostre decisioni?
“Le dinamiche familiari sono un po' il mio habitat: scrivo romanzi introspettivi, perciò quasi sempre lì vado a finire, per parlare dell'infanzia, dei rapporti genitori figli, di quella fase della vita che ci forma e ci indirizza per sempre. Mi servo dei ricordi e dei flashback, per andare ad analizzare le vite passate dei miei personaggi, per dipingerli a trecentosessanta gradi. Non possiamo conoscere a fondo un personaggio, una persona, se non conosciamo il suo passato, i suoi dolori e le sue gioie”.

Luce, la protagonista di ‘Domani resto’, è una giovane donna avvocato: quanto coraggio e quanta curiosità deve avere secondo lei una donna, oggi, per affrontare le sfide quotidiane?

“Tutti dobbiamo avere coraggio, poiché vivere non è semplice: occorre impegno, entusiasmo, forza morale. Non si tratta tanto di non aver paura, ché quella l'abbiamo tutti: si tratta di saperla tenere a bada con un sorriso, vivendo con leggerezza”.

Lei parla anche di partenze che, a volte, sono una fuga, altre volta una scelta di vita: può approfondire questo aspetto con noi?

“Il tema centrale è proprio quello di andare e restare, inteso non solo a livello geografico, come restare o partire dalla propria terra, ma anche in termini introspettivi: restare aggrappati a sé, alla vita che si ha, vedere il bicchiere mezzo pieno, migliorare il nostro piccolo pezzettino di mondo, in contrapposizione all'andare inteso come evadere, come paura di guardasi dentro, che poi è la cosa che ci fa vivere vite che non sono le nostre. Non è un libro contro chi parte, dato che a volte siamo costretti: dico solo che se restiamo, per scelta o per obbligo, dobbiamo farlo nel miglior dei modi, dando un senso al nostro restare”.

Lei ha detto che per essere coraggiosi bisogna avere tanta curiosità: di quanto coraggio abbiamo bisogno e di quanta curiosità, per restare nel posti che ci appartengono e non scappare per necessità?
“Nella vita bisogna essere curiosi, poiché la curiosità è il motore che ci alimenta e ci permette di crescere, di sviluppare il nostro sapere, di vivere appieno e in modo profondo la nostra esistenza”.

Quanto c’è di lei nella protagonista Luce, che esercita la professione di avvocato nella zone dei quartieri spagnoli?
“L'avvocatura è l'unico punto in comune fra me e Luce. Lei è molto più ‘libertaria’ di me: io sono più riservato e, forse, meno coraggioso. Ciò che la rende, però, veramente mia è la sua profonda sensibilità, l'arguta ironia, l'amore per la vita e per Napoli”.

I suoi prossimi progetti?
“Nel 2018 uscirà, probabilmente, il mio nuovo romanzo, ma non posso dire ancora nulla in tal senso. Un saluto a tutti i lettori”.

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NELLA FOTO: LO SCRITTORE LORENZO MARONE

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