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29 Marzo 2024

Roberto Procaccini: "In verticale sulla 'sella' del tempo per non essere disarcionati"

di Valentina Cirilli
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Roberto Procaccini: "In verticale sulla 'sella' del tempo per non essere disarcionati"

Un artista di altissimo livello, molto apprezzato negli ambienti musicali, si affaccia sul mercato musicale con un primo album molto intelligente, che analizza la questione del tempo e della sua importanza nelle nostre analisi e riflessioni, per evitare contaminazioni confuse anche sotto il profilo musicale

Lo scorso 22 febbraio 2021 è stato il giorno del debutto ufficiale di Roberto Lobbe Procaccini, con il suo primo album: ‘Verticale’. Si tratta di una raccolta che mostra tutte le diverse anime del musicista, nel tentativo di sintetizzarle all’interno di una profonda riflessione sul tempo, filo conduttore del disco. ‘Verticale’ è anche il risultato di anni di lavoro e di numerose collaborazioni ‘nascoste’ con i ‘grandi’ della musica italiana, ma anche di un’indagine interiore e un viaggio personale. Per saperne di più, abbiamo voluto incontrare Roberto Lobbe Procaccini, al fine di rivolgergli alcune domande più specifiche intorno a questo suo lavoro.
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Roberto Lobbe Procaccini, cosa ti ha spinto a comporre ‘Verticale’ dopo anni di grandi collaborazioni ‘dietro le quinte’?
“Saper definire la propria identità è importante. Quando il desiderio diventa pressante, questo si trasforma in bisogno. Un bisogno che nasce sicuramente dalle collaborazioni con numerosi artisti. Queste collaborazioni, il saper ascoltare ciascuna individualità, mi ha portato a sviluppare questo bisogno di approfondire anche il mio personale rapporto con la musica”.

‘Verticale’ sembra un lavoro frutto di uno sguardo all’interno: quanto è difficile guardarsi allo specchio?

“Per certi versi è stato molto difficile, per altri un percorso naturale e liberatorio. E’ stato come sedere sul banco degli imputati e su quello dei testimoni allo stesso tempo. Per un disco come questo, causa ed effetto alla fine coincidono, non può esistere un determinato passaggio musicale se manca l’esigenza di descrivere una determinata sensazione. E’ la sincerità delle sensazioni che vogliamo descrivere che poi fa la differenza”.

Il videoclip di ‘Closer to your heart’ è un racconto che ruota intorno al concetto di tempo: un’immagine che racchiude il significato dell’album?

“Assolutamente sì. Questo disco parla del mio e del tempo di tutti, di ciò che ne facciamo nella parentesi più o meno lunga che ci viene concessa. ‘Closer To Your Heart’ è un brano dai toni apparentemente cupi, ma che fondamentalmente parla di speranza, lasciando intravedere uno squarcio di luce che, alla fine, sta a noi saper cogliere. Il video è stato diretto dal giovane e talentuosissimo Andrea Centrella, con cui ho scritto il soggetto. Ed è ambientato in scenari futuristici e post-apocalittici. Racconta il percorso parallelo di un uomo e di una giovane donna, uniti a distanza dal filo rosso del tempo. Mentre quello dell’uomo volge al termine, quello della donna offre una nuova opportunità per riscattare la propria identità”.

Dal tempo perduto, al tempo da vivere. ‘Verticale’ è allo stesso tempo nostalgia e speranza per il futuro: in che modo convivono tante concezioni del tempo in questo tuo lavoro?
“Convivono nel disco nello stesso modo in cui possono convivere nelle nostre teste. In realtà, non esistono molte concezioni del tempo: ne esiste una ed è la nostra, personale. Il tempo è un elastico: a volte non passa mai, a volte scorre troppo in fretta. E noi ci affanniamo a rincorrerlo, per poterlo afferrare e accomodare alle nostre necessità, finendo per non trovarci mai dove vorremmo essere e quando vorremmo esserci. Ecco, in ‘Verticale’ avevo bisogno di raccontare tutte le ‘salite’ e le ‘discese’ fatte, cercando dì rimanere in sella a questo elastico”.

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QUI SOPRA E AL CENTRO: ROBERTO PROCACCINI IN UN SERVIZIO FOTOGRAFICO

IN APERTURA: IL MUSICISTA ROMANO IN UN MOMENTO DI RELAX


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