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23 Aprile 2024

'Pasolini/Caselli': la tragedia antiborghese di un padrone e la sua serva

di Emanuela Colatosti
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'Pasolini/Caselli': la tragedia antiborghese di un padrone e la sua serva

‘Orgia’ - secondo capitolo del trittico pubblicato nel 1966 comprendente ‘Porcile’ e ‘Bestia da stile’ – è andato in scena al Teatro Trastevere, con la direzione di Enrico Maria Carraro Moda

Regista e attore, Enrico Maria Carraro Moda si fa anche drammaturgo, fondendo in un ‘pezzo unico’ la ripartizione in prologo e sei episodi della stesura originale di ‘Orgia’. Formulato in un lessico piuttosto ‘sibillino’, in cui la narrazione intima si sovrappone a psicoanalisi vera e propria, il copione sembra non aver lasciato possibilità a un’interpretazione realistica. Non per questo risulta meno vero: l’uso didascalico delle battute, alleggerito dal peso di una ripetizione pedissequa del modello, incrina ogni tentativo di verosimiglianza sul versante della finzione spudorata. Fatta eccezione per l’interpretazione dolce e consistente di Silvia Ponzo, che suscita nel pubblico, attraverso 'la Donna', tonalità emotive di piacere, eccitazione, fastidio e commozione. Come se il personaggio femminile fosse un baratro in cui un certo suono entra per fuoriuscirne non eco, bensì cosa diversa. Allo stesso modo, le parole non risultano semplicemente profferite, ma sono rese ‘cose sul palco’ e arrivano sottopelle: pungenti, con la forza di un’attorialità essenziale, spogliata di ogni realismo. La direzione di Carraro Moda spoglia la tensione sessuale di ogni afflato fisico, rendendola vera nella distanza. I rumori del flipper sono simulacro di un rapporto consumato sulla scena, proprio come le ombre, proiettate sulla parete da luci messe a terra, a descrivere un contatto mai avvenuto. Il regista di Civitavecchia restituisce la contestazione dell’ipocrisia borghese dell’autore di ‘Ragazzi di vita’. Chi ha stabilito i comandamenti per raggiungere la felicità? Quali sono i confini del piacere? Entro quali limiti l’esercizio sadico del potere può essere strumento per raggiungere l’orgasmo? Quesiti innominabili, che se pronunciati ‘mondanizzano’ e deteriorano l’incanto dell’alchimia di due corpi che sembrano essere vivi solo per il piacere. Ma non è solo l’autore di ‘Orgia’ a interrogarsi sui precetti da seguire per ottenere una vita serena. Se lo chiedeva anche quel caschetto biondo che, a metà degli anni ’60, cantava: “Nessuno mi può giudicare/nemmeno tu”. Per questo, tra le mani di Carraro Moda, ‘Orgia’ si trasforma in ‘Pasolini/Caselli’, sottolineando la coincidenza di uscita delle due opere. Nel buio della notte, il peccato si consuma anche nelle rispettabili case borghesi. Come sempre, il privilegio di chi si è emancipato dall’approvigionamento di beni necessari consente una riflesOrgia_Foto2.jpgsione sull’accessorio. Il ‘maneki neko dorato’ tra gli oggetti di scena significa richiesta di prosperità economica da parte degli amanti, ma anche di tutti gli ingredienti che vanno a comporre la ricetta esistenziale di un perfetto piccolo-borghese. Famiglia e figli, figli e famiglia: parole ripetute come un mantra, mentre il braccio meccanico del talismano orientale viene interrotto da un braccialetto luminoso, che ha anche, ai polsi, 'la Donna' e 'la puttana', a simboleggiare i nodi impossibilitanti del ‘bondage’. Si può scegliere un compagno con cui vivere fuori dall’ordinario, per scuotere l’immobile e rigida quotidianità. Ma per 'l’Uomo' e 'la Donna' di ‘Orgia’ non è trasgressione: è naturale routine. ‘Pasolini/Caselli’ non si arresta a semplice teatro antropologico di ‘costume’, bensì abbraccia anche la questione del potere. A un osservatore esterno, la sottomissione può risultare un’attitudine spontanea, anziché effetto di coercizione. Vivono una relazione ‘bilanciata’, i protagonisti della tragedia? Sembra di sì, poiché “chi possiede, è/chi è posseduto, è”. Nonostante “il piacere distruggerà il piacere del dolore”, la profezia della solitudine è già realtà, mentre il sopravvissuto scruta nel suo inconscio la casetta in miniatura, ‘topos’ in cui passato, presente e futuro si fondono nel desiderio. Come spesso accade, nel feticismo di Enrico Maria Carraro Moda è la materia a dare risposta prima ancora dell’azione scenica. Negli abiti che vestono 'l’Uomo', si scioglie ogni enigma, uguali a quelli della 'puttana' che invoca come transfert dell’amante scomparsa. Ma ci sono cose che non possono essere comprate: il corpo e il suo utilizzo sì, la volontà no. “Non riconosco me stesso in nessun’altra” è motivo d’incontro e unica ragione sufficiente dell’estinzione del sopravvissuto. Il padrone non può vivere senza la sua serva. ‘Pasolini/Caselli’ è un dramma che si fa apprezzare soprattutto per il minimalismo scelto, che non riduce e non semplifica. Al più, pone al riparo da facili sensazionalismi, senza per questo rinunciare ad accorgimenti estetici luminosi e musicali.

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NELLA FOTO QUI SOPRA: ENRICO MARIA CARRARO E SILVIA PONZO NEI PANNI DEGLI AMANTI

AL CENTRO: IL PROTAGONISTA E' IMMORTALATO SEDUTO CON IL FLIPPER DI SFONDO

IN ALTO A DESTRA: LA LOCANDINA DELLO SPETTACOLO


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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