Un’ondata di calore estremo sta interessando un’area del Canada e parte degli Stati Uniti, provocando centinaia di morti improvvise: un disastro di cui nel 'vecchio continente' si parla decisamente troppo poco
Asfalto bollente, cavi che si sciolgono, incendi che divampano distruggendo intere città: sembra lo scenario di un film ‘catastrofista’, ma è quello che sta accadendo, da alcuni giorni a questa parte, in Canada e negli Stati Uniti nord-occidentali, dove un’ondata di alta pressione senza precedenti sta mettendo in ginocchio la popolazione. Nell’Oregon, le temperature hanno sfiorato i 50 gradi centigradi, un record storico per quell’area: 46,6 gradi a Portland e 42,2 a Seattle, nello Stato di Washington. Nella British Columbia, provincia a sud-ovest del Canada confinante con lo Stato di Washington, si è registrato un aumento dei decessi pari al 195% rispetto alle medie. Qui, le autorità locali hanno segnalato 486 ‘morti improvvise’ legate al caldo, di cui 134 solo nell’area di Vancouver, 16 nello Stato di Washington e 63 nell’Oregon. Si trattava di persone fisicamente fragili, che non disponevano di mezzi per proteggersi dai fenomeni naturali.
Caldo record in Canada: le cause
All’origine di questo evento meteorologico vi è una cupola di calore che si è formata sopra il Canada, intrappolando il caldo al proprio interno. Un evento climatico estremo, che sembrerebbe accidentale e potenzialmente slegato dalle responsabilità dell’uomo, ma non è così. Negli ultimi anni, la temperatura dell’oceano Pacifico è aumentata a causa del cambiamento climatico e della minore capacità del nostro pianeta di disperdere il calore, a causa dei gas serra, prodotti principalmente da attività umane. La cupola che si crea sopra determinate aree, impedisce alle correnti d’aria fresca di circolare. Negli ultimi decenni, tali fenomeni sono diventati più repentini, a causa del surriscaldamento globale. Si tratta di fenomeni che tendono a durare una settimana: nel corso dei giorni, la bolla si ingrandisce sempre di più fino a collassare, facendo passare, finalmente, le correnti d’aria. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha commentato ironicamente il fenomeno: “Qualcuno avrebbe mai creduto di accendere la televisione e vedere che ci sono 47 gradi a Portland, in Oregon? 47 gradi! Ma non preoccupatevi: il riscaldamento globale non esiste, perché è solo frutto della nostra immaginazione…”. E con l'aggettivo possessivo ‘nostra’, il presidente americano si riferisce al mondo ambientalista e democratico nel suo complesso, spesso accusato di catastrofismo o di essere alla ricerca di pretesti per giustificare quello che viene definito un "pregiudizio anti-industrialista" del mondo progressista, che secondo gli ambienti Usa più conservatori sarebbe animato da mere suggestioni e tendenze ‘radical chic’ provenienti, soprattutto, dai circuiti artistici ‘hollywoodiani’. Ce ne ricorderemo senz’altro al prossimo ‘disastro’, come la ‘non gestione’ della pandemia da Covid 19 durante la presidenza di Donald Trump.