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3 Dicembre 2024

Gli esploratori delle viscere del pianeta

di Carmen Posta
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Gli esploratori delle viscere del pianeta

L’idea di penetrare sottoterra può causare, all’inizio, un certo timore o rifiuto, ma è proprio in quel momento che scatta un meccanismo dentro di noi: la sfida della scoperta dell’ignoto
 
Gli uomini attivano la loro volontà attraverso la paura o il desiderio. Queste sono le due forze motrici delle azioni umane, alle quali potremmo attribuire una miriade di sinonimi. Ogni persona viene, quindi, trasportata dalle proprie aspirazioni e timori verso una direzione. Così iniziò la Storia dell’uomo e dell’esplorazione delle grotte presenti sul pianeta Terra. Una relazione antichissima, che in questi anni si è affermata grazie all’interesse per la speleologia degli scienziati e dei più intrepidi curiosi. La parola stessa, coniata per questa disciplina, proviene dal greco 'spélaion'=caverna e 'lògos'=discorso e ci dà un indizio sul suo campo d’azione. La speleologia è, infatti, la scienza degli esploratori, di coloro che vogliono sperimentare e documentare le conoscenze del mondo sotterraneo. Cosa porterebbe una persona ad addentrarsi nelle lunghe grotte di 'roccia viva' che abitano le profondità della Terra? L’idea di penetrare sottoterra, per chilometri e chilometri, ma anche solo per un centinaio di metri, può causare, all’inizio, un certo timore o rifiuto. Ma è proprio qui che scatta un meccanismo dentro di noi: la sfida della scCamino.jpgoperta dell’ignoto. C’è chi, preso dal desiderio di esplorare luoghi reconditi e di scoprire il mondo oltre il confine che ci siamo abituati a delimitare, si cimenta in questa straordinaria disciplina: di fatto, non è poi così difficile appassionarcisi. C’è chi, invece, spinto da una paura come la claustrofobia, decide di affrontarla in un modo un po’ insolito tramite questa quasi 'terapia d’urto'. Quando troviamo il coraggio di esporci ai fattori che ci intimoriscono profondamente, scopriamo che, in fin dei conti, non sono poi così terribili. La questione è che, una volta fatto il primo passo dentro alle cavità inesplorate, si sperimenta una sensazione di adrenalina incredibile. Ci si sente vivi, pieni di stupore. La visione dei minerali brilluccicanti nelle grandi stanze carsiche o le immense camere vulcaniche non possono che lasciare una traccia indelebile nella memoria di chi decide di vivere questa esperienza. Si tratta di paesaggi unici, mai visti prima. Inevitabilmente, lo sguardo si nutre, i sensi atterrano in una tranquillità insolita, circondati dalla calma e dal silenzio che questi luoghi regalano. Inoltre, in grotta non si va mai da soli, per ovvie ragioni di sicurezza. Questo fa sì che si creino dei legami profondi, in spazi che invitano a una interazione semplice ma sincera, perché la vita dipende proprio da quei compagni di viaggio che sono con noi. La speleologia diventa, così, anche una forma di 'terapia personale'. L’esplorazione passa dall’esterno al nostro ‘Io interiore’, diventando un modo per autoaffermarsi e andare oltre i propri limiti, conoscendosi meglio. Attraverso questo meccanismo di volontà personale diventiamo forti e superiamo paure, anche quelle più profonde, coronando desideri che non sapevamo nemmeno di avere. Forse, è proprio questo a rendere tale disciplina così affascinante.
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