‘Ce n'est qu'un début’ è la traduzione francese della prima mostra in Italia dedicata al 'sessantotto' inaugurata lo scorso 3 ottobre presso la Galleria nazionale d'Arte moderna e contemporanea: un modo per ripercorrere, dopo mezzo secolo, un momento di grandissima vivacità culturale, visitabile sino al 14 gennaio 2018
La curatela di Ester Coen ricorda al pubblico che le ottanta opere esposte sono un invito a indagare i processi e le lotte per il cambiamento in un anno cruciale come il 1968, in cui le conquiste libertarie e le rivoluzioni furono anticipate da artisti di correnti differenti. La mostra è un punto di partenza per riflettere su quello che è stata l'arte in quegli anni. E sui tanti interrogativi, ancora ben vivi nell'arte contemporanea più attuale. All'ingresso, il visitatore si ritrova immerso completamente in un mondo in cui l'invasione dello spazio e la rottura degli schemi è vissuta come una forte esigenza. Si è dunque circondati da opere di artisti come Schifano, Kounellis, Sergio Angeli Merz, Boetti, Ontani e Fabro, che offrono una visione estremamente frammentaria, rivoluzionaria e insofferente di una cultura per la quale è importante avere uno sguardo diverso sul mondo e su se stessi, come nell'emblematico specchio posto sul pavimento da Michelangelo Pistoletto. La narrazione degli eventi di quell'anno così cruciale invade completamente lo spazio d'entrata e, tutt'intorno, si susseguono creazioni che dialogano tra loro e con il singolo individuo. Quest'ultimo tenta di ricostruire un ‘puzzle’ storico e sociale, attraverso i diversi esiti evolutivi di tecniche e rappresentazioni. Dall'astratto alla fotografia sociale, passando per le numerose opere di ‘land art’, l'allestimento trasmette l'idea di un moto di ribellione e insofferenza nei confronti degli schemi e, quindi, cornici che arginano il grande potenziale della comunicazione artistica a un mezzo materiale, sempre più inadeguato per l'esplosione creativa. L'invito è quello di una partecipazione integrale e alla messa in discussione dei canoni artistici tradizionali mediante l'attivismo dei protagonisti di ieri, come rievocazione nostalgica e interesse al risveglio creativo nell'oggi. La distruzione è finalizzata a una nuova costruzione. E le correnti del minimalismo, del concettuale e dell'arte povera ripensano il ruolo dell'artista nella società, per proporre universi alternativi e percorsi che s’intrecciano con altre due esposizioni: ‘Palma Bucarelli: la sua collezione’ e ‘Renato Guttuso: un uomo innamorato’, inaugurate nello stesso giorno. Non vi è l'intento di accompagnare per mano il visitatore, bensì la concentrazione di tante proposte in uno spazio di pochi ambienti al pianoterra, che rispecchia la lotta espressa attraverso una serie di suggestioni sul coraggio, sulla speranza e sul rifiuto delle etichette. Le oltre 3.700 presenze della serata inaugurale registrano sicuramente una forte e rinnovata attenzione a un periodo molto simile all'attuale condizione socio-politica dell’Europa, tra ‘venti’ di ribellione e ricerca di un forte ‘senso identitario’. La sfida si concretizza anche fuori dall'itinerario della museale, tramite la rilettura della stagione artistica di cinquant'anni fa da parte di diverse menti del mondo della critica e della cultura in generale, che hanno contribuito, con il loro punto di vista, alla creazione di un ‘Giornale-Catalogo’.
E’ solo un inizio. 1968
dal 6 ottobre 2017 al 14 gennaio 2018
dal martedì a domenica 8.30 — 19.30
(ultimo ingresso ore 18.45)
lunedì chiuso
biglietto: 10 € (intero), 5 € (ridotto)
Per info: http://lagallerianazionale.com/mostra/e-solo-un-inizio-1968/
NELLA FOTO QUI SOPRA: SCHIFANO MARIO, FESTA CINESE
IN ALTO: ANGELI FRANCO, MAO CON BANDIERA ROSSA
AL CENTRO: FABRO LUCIANO, ITALIA ROVESCIATA