56esima edizione dello Steirischer Herbst: per chi vuol trovare uno stimolo a non rinchiudersi troppo in una visione unica, aprendosi all’emozione dell’arte e della cultura condivisa
L’anima e le forme arrivano alla cinquantaseiesima edizione dello Steirischer Herbst. Un festival internazionale di arte contemporanea che, dal 1968, si svolge ogni anno, nei mesi di settembre e ottobre, nella regione della Stiria, a Graz. Nella seconda città più popolosa dell’Austria dopo Vienna, vengono mostrate inedite attività artistiche, componimenti musicali o di ‘teatro-danza’. Nelle prime settimane dell'autunno, sino al 15 ottobre, la cittadina austriaca è disseminata di opere ed esibizioni, soprattutto di artisti dell’area dell’Europa orientale, con un unico italiano, Giacomo Veronesi, da tempo in Estonia come insegnante all’Accademia di Musica e Teatro di Tallinn. Per chi volesse trovare uno stimolo a non rinchiudersi troppo in una visione unica e aprirsi all’emozione dell’arte e della cultura condivisa. Ha dichiarato, in apertura, la sua direttrice Ekaterina Degot: “La cultura contemporanea del 'mondo libero' a volte proclama blandi cliché progressisti, seguendo la via ‘angelica’”, ha detto la Degot. “L’arte nelle dittature, come nella Russia contemporanea, spesso si limita a godersi il pragmatico e il depoliticizzato – secondo Kundera e Eagleton, il demoniaco. In entrambi i casi, la cultura è un adattarsi, un sostenere, un passare dalla parte di chi crea le regole”. Dopo discorso di apertura, è seguita la performance 'Agoraphobia' dell’artista di Monaco, Lulu Obermayer, prodotta in collaborazione con l’Opera di Graz, che ha lavorato per la prima volta con cantanti maschi davanti a una scultura demoniaca del passato, in un mix di lirica e punk.
QUI SOPRA: LA PERFORMANCE 'ANNENLINIE' DIRETTA DA MATEJA BUCAR
(FOTO DI JOHANNA LAMPRECHT E DELLO STEIRISCHER HERBST)