La principale fiera d’arte contemporanea in Italia, che si distingue per il suo approccio innovativo e sperimentale, rendendola uno degli appuntamenti più attesi a livello internazionale: un evento imperdibile per addetti ai lavori e semplici appassionati
E così anche quest’anno, il primo giovedì di novembre, come da tradizione, nonostante il ponte, nonostante la pioggia e nonostante tutto ciò che a Torino non va o non conduce da nessuna parte, ‘Artissima’ ha riaperto le sue porte. La parte fieristica dell’esposizione si è articolata in quattro sezioni: Main Section: la sezione dedicata alle gallerie più consolidate; Dialogue: parte dedicata alle gallerie emergenti o gallerie con un approccio sperimentale, che intendono presentare uno stand monografico o lavori di 2-3 artisti in dialogo; New Entries: per le gallerie attive da meno di cinque anni che arrivano per il primo anno nella città sabauda; Art Spaces & Editions: dedicata alle gallerie specializzate in edizioni e multipli d’artista e agli spazi no profit. Come ogni anno, vi abbiamo trovato le differenti sezioni dedicate alle varie gallerie d’arte: le più giovani, quelle più consolidate, le gallerie emergenti. ‘Artissima’, a detta di tutti, è la fiera d’arte contemporanea più importante d’Italia, che si svolge ogni anno a Torino. E, in questa edizione del 2018, ha festeggiato i suoi primi 25 anni. Un traguardo molto importante per questa fiera d’arte, ormai accreditata a livello internazionale come un importantissimo osservatorio sulla ricerca in campo artistico e culturale. E così, una Torino pudìca e, al contempo, glamour e silenziosa, le ha dato il benvenuto con la ‘vipperìa’, accorsa per il vernissage del 1° novembre dopo il ‘giro-cimitero’, con quelli che a tutti i costi hanno cercato di accreditarsi per poter dire: “Anche io c’ero”. Con le facce di sempre e il piacere di ritrovarsi a osservare l’arte, sempre e comunque. La domanda, com’è ovvio, è ricorsa di continuo tra i presenti, durante le 3 giornate torinesi, ma anche tra gli amici di altre città: “Com’è ‘Artissima’ quest’anno? Ha ancora il brio e la vocazione sperimentale che, per molti anni, l’hanno contraddistinta"? Le risposte, ovviamente, sono diverse. Come diversi possono essere i punti di vista dai quali si osserva questa fiera piemontese. Lo stesso vale per tutte le altre ‘fiere minori’ che le fanno da corollario, come ‘Paratissima’, ‘Flashback’ e ‘Dreamers’, solo per fare i nomi più noti. Ché se è vero che solo la bellezza ci salverà, ciò che da torinesi speriamo vivamente è che non ci rubino anche questo: il ‘ratto delle Sabine’ non è tra le nostre opere preferite.
Salva