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1 Aprile 2025

Edvard Munch: i tormenti di un'anima

di Ludovica Zurzolo
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Oltre 100 opere dell’artista norvegese a Palazzo Bonaparte in Roma

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Dopo l’enorme successo a Palazzo Reale a Milano, dallo scorso 11 febbraio 2025 la mostra dedicata a Edvard Munch si è spostata a Palazzo Bonaparte in Roma. Grazie al generoso prestito da parte del Munch Museum di Oslo (Norvegia), che conserva la quasi totalità delle sue opere, è possibile ammirare l’evoluzione stilistica di uno degli artisti più amati nel mondo. Edvard Munch è uno tra i principali 'simbolisti' del XIX secolo, anticipatore dell'espressionismo. La sua vita tormentata, caratterizzata da grandi lutti e sofferenze, traspare nella sua arte. Ma proprio l’esigenza di esorcizzare il dolore provato, conferisce alle sue opere un potere magnetico, che tocca le note più profonde di chi le osserva.
L’esposizione è suddivisa in sette sezioni, ognuna delle quali riflette una tappa fondamentale del percorso artistico dell'autore. La pOn_the_veranda_stairs.jpgrima sezione è influenzata dal pittore e scrittore, Christian Krohg, nonché dal gruppo artistico e letterario 'Kristiania Bohéme', che lo indusse a enfatizzare le visioni interiori, mettendo in secondo piano la realtà materiale. Di questa fase sono in mostra: 'Autoritratto' (1881-82); 'Malinconia' (1900-1901); 'Il circolo bohémien di Kristiania' (1907). I suoi numerosi viaggi in Francia lo avvicinarono, tuttavia, all’impressionismo, anche se, nella sua arte, emerge una maggior intensità emotiva. In seguito, ispirato dal postimpressionismo di Cézanne, Gauguin e Van Gogh, maturerà una forza espressiva così coinvolgente da rappresentare l’elemento cardine di Munch. Passando attraverso la seconda sezione troviamo, infatti, opere come 'Bacio vicino alla finestra' (1891); 'Coppie che si baciano nel parco' (Fregio di Linde) del 1904; Madonna (1895). Nel 1890 scrive il 'Manifesto di Saint Cloud', in cui sottolinea la volontà di avvicinarsi "all’autenticità emotiva e fisica dell’uomo", a discapito di rappresentazioni idealizzate. Negli anni ’90 del XIX secolo, l'artista organizza le sue immagini di desiderio erotico in una serie chiamata 'Amore', che successivamente sviluppa nella serie denominata: 'Il Fregio della vita'. Nella terza sezione osserviamo come Munch strumentalizzi l’arte per focalizzarsi sugli istanti rilevanti del suo passato. Esprime il dolore per i lutti precoci nella sua famiglia attDespair.jpgraverso 'motif' densi dell’inquietudine che si prova nel vedere qualcuno morire e nella lotta con la morte affrontata dai malati. Qui sono esposte alcune delle sue opere più famose, come 'Sera: malinconia' (1891); 'Disperazione' (1894); 'L’urlo' (1895); 'Lotta contro la morte' (1915); 'La morte nella stanza della malata' (1893). La quarta sezione si contraddistingue dal suo viaggio in Italia, dove l’artista subisce il fascino di Raffaelo, influenza che riporta nelle sue opere successive. Infatti, di questo periodo, possiamo ammirare: 'La tomba di P.A. Munch a Roma' (1927) e 'Ponte di Rialto', (Venezia 1926). La quinta sezione riflette l’idea di Munch sull’interazione dei corpi con l’ambiente fisico e di come le energie invisibili influenzino il mondo visibile. E infatti, si avvicina alla dottrina del 'monismo', che sostiene che mente e materia, forze invisibili e mondo materiale siano interconnessi. Come opere significative di tale periodo osserviamo: 'Uomini che fanno il bagno' (1913-1915); 'Onde' (1908); 'Il falciatore' (1917). La sesta sezione è quella dedicata agli autoritratti. L’artista sfrutta la sua immagine per esplorare la natura umana attraverso un processo di auto-invenzione. Infine, si arriva alla settima sezione in cui possiamo ammirare l’eredità di Munch: genio poliedrico dallo stile inconfondibile. La sua innovativa gestione dello spazio e l’uso di prospettive irregolari incrementano il coinvolgimento emotivo degli spettatori. La sua arte ha rappresentato la base su cui si svilupperanno le Avanguardie che, nel XX secolo, spingerà gli artisti a ricercare soluzioni per esprimere le nostre emozioni più profonde. La mostra è a cura di Patricia G. Berman, una delle maggiori esperte di Munch e Costantino D’Orazio, in collaborazione con il Museo Munch di Oslo.

Per ulteriori informazioni
'Munch – il grido interiore'
Durata mostra: 11 febbraio – 2 giugno 2025;
Sede: Palazzo Bonaparte - Piazza Venezia, 5 (angolo via del Corso);
Orario: dal lunedì al giovedì, dalle ore 9.00 alle 19.30; venerdì, sabato e domenica: 9.00 - 21.00
www.arthemisia.it www.mostrepalazzobonaparte.it info@arthe
misia.it
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QUI SOPRA: LA CONFERENZA STAMPA DI INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA

AL CENTRO DAL BASSO: LE OPERE 'DISPERAZIONE' (1894) E 'SULLE SCALE DELLA VERANDA' (1920-1930)

IN APERTURA: 'AUTORITRATTO' (1895)


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale