Colore timbrico, costruzione asimmetrica della composizione e il trionfo della bidimensionalità sono alcuni degli elementi che hanno reso famose le opere del pittore catalano, in mostra nelle sale del Palazzo della Corgna a Castiglione del Lago (Pg) fino al 4 novembre 2018
In queste calorose giornate estive, una gita fuori porta è ciò che definiamo “staccare la spina” dalla caotica vita metropolitana, per immergersi nello spettacolo storico e naturalistico dei tanti magnifici borghi che attraversano la nostra penisola. Se poi, tra le passeggiate per la bella Umbria, l'esposizione assolutamente da vedere è ‘Joan Mirò: meraviglie grafiche 1966-1976’, allora la pausa si fa ancora più intrigante e trasognante. Dopo le mostre nei quattro musei della provincia di Grosseto, nel chiostro del Bramante a Roma e al castello di Monopoli (Ba), per la prima volta l'incantevole Castiglion del Lago (Pg) ospita il corpus di 70 opere grafiche, prodotte tra il 1966 e il 1976, che si articola in quattro serie complete sul rapporto tra Joan Mirò e i ‘libri d’artista’. Il percorso museale, nelle otto sale affrescate del primo piano di palazzo Corgna, ha il sapore di un viaggio dal fascino senza tempo, in cui è possibile ammirare il dialogo armonioso tra le illustrazioni di uno tra i più rappresentativi artisti delle avanguardie del XX secolo e le storie mitologiche e storiche del pittore, il Pomarancio (Niccolò Circignani), che ha portato il ‘manierismo’ sul Trasimeno. Un amore per la parola scritta e la sua rappresentazione che risale agli anni ‘20, dopo un viaggio a Parigi. E che non lo abbandona, con soluzione di continuità, per il resto della sua vita, esprimendosi a tutto campo con una straordinaria forza creativa e rivoluzione visiva. Da una famiglia di artigiani di Barcellona, Miró nasce nel 1893 con una naturale propensione alla manualità tecnica, alla quale indirizza l'intero lavoro di grafica del secondo dopoguerra, in un rinnovato legame con la località materna originaria: Maiorca. Tra gli anni '50 e gli '80, Mirò decide di stabilirsi definitivamente a Palma de Maiorca, dove costruisce un laboratorio di incisione e litografia, teatro di sperimentazioni tecniche di forme, colori e alfabeto di segni dal sapore surrealista. La rassegna umbra ha l'obiettivo di far conoscere Mirò in quanto abile illustratore, in grado di rinnovare il rapporto tra immagine e parola ed elevare l'illustrazione a progetto soggettivo, complementare al pensiero poetico. La sua vena di istrionico esploratore dell'arte non poteva che trovare miglior mezzo d'espressione nei ‘libri d'artista’, lanciati dal collezionista e mercante d'arte, Ambrosie Vollard, all'inizio del ‘900. Non solo pittura, scultura e affresco, ma anche scrittura e poetica: Mirò crede fortemente in una rappresentazione svincolata dalle regole tipografiche, superata nella scrittura automatica surrealista, dal concetto vitale del colore. L'inizio è l'evasione, quel distacco dal mondo che pone il pittore spagnolo in contatto con le pulsioni e passioni più viscerali della realtà che lo circonda. Quel sogno poetico descritto da Mirò si concretizza nelle quattro serie capolavoro: ‘Ubu Roi’ (1966); ‘Le Lézard aux Plumes d’Or’ (1971); ‘Maravillas con variaciones acrósticas en el jardin de Miró? (1975); e ‘Le Marteau sans maître’ (1976). La sua crociata artistica è sempre stata indirizzata a conferire al libro “la stessa dignità di un'opera scolpita”, attraverso il ricorso a mezzi e codici linguistici diversificati per ambiti di appartenenza, come in ‘Ubu roi’. Questa è considerata anticipatrice di elementi fondativi del ‘surrealismo’ e del ‘teatro dell'assurdo’. Le 26 tavole, in bianco&nero e a colori, ritraggono le vicende dell'avido e insolente Padre Ubu come tratteggiato dall'autore del testo teatrale: Alfred Jarry. Da questa embrionale fase surrealista, Mirò prosegue il suo studio sulla struttura del testo in funzione iconografica. E, nel 1975, convoglia gli ultimi esiti espressivi nel poema del poeta iberico Rafael Alberti: le ‘Maravillas con variaciones acrósticas en el jardin de Miró’ (Meraviglie con variazioni, ndr). L'apoteosi di forme nere e macchie di colore abita il giardino che invita lo spettatore a vivere una nuova visione della vita, orientata ad apprezzare la bellezza della natura e a goderne i frutti superando il muro di gomma dell'apparenza. Malgrado la scarsa conoscenza di queste serie da parte del grande pubblico, il tratto distintivo di Mirò non smette mai di sorprendere per la sua grande versatilità nell'uso del colore e nella perfetta sintesi con la parola: “Nella mostra”, sostiene il curatore, Andrea Pontalti, “abbiamo voluto riportare anche gli acrostici, che Miró realizza con il suo nome: un insieme di parole, segni e significati. Visitare la mostra significa immergersi nel linguaggio artistico generato da questo straordinario artista: un equilibrio tra illustrazione e parola, per il quale si potrebbe creare un vero dizionario”, conclude Pontalti.
Coordinate della mostra
Data: dal 27 giugno al 4 novembre 2018;
luogo: Castiglione del Lago (Pg), Palazzo della Corgna
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orari: fino al 30 settembre, tutti i giorni dalle 9,30 alle 19,00;
ottobre-novembre: tutti i giorni dalle 9,30 alle 18,30;
ultimo ingresso: 45 minuti prima dell’orario di chiusura.
È possibile prenotare l’apertura straordinaria per visite riservate.
Biglietto: il biglietto comprende la visita al Palazzo della Corgna e alla Rocca del Leone;
intero: euro 8,00;
ridotto A: euro 6,00 (gruppi +15; fino a 25 anni);
ridotto B: euro 3,00 (6-18 anni);
ridotto unico per i residenti del comune di Castiglione del Lago: euro 4,00;
gratuito: per i bambini fino a 5 anni;
visite guidate: in italiano € 80,00;
in inglese: € 100,00.
Al costo si aggiunge il biglietto ridotto.
Informazioni e visite:
Palazzo della Corgna +39.075.95.10.99 – cooplagodarte94@gmail.com
Prenotazioni: call center + 39.0744.42.28.48 (dal lunedì al venerdì 9-17, sabato 9-13, escluso festivi) callcenter@sistemamuseo.it