A Palermo, un murales degli artisti Rosk & Loste celebra i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, uccisi dalla mafia 25 anni fa
Il 19 luglio 1992 moriva il magistrato Paolo Borsellino, assassinato da ‘cosa nostra’ assieme ai cinque agenti della sua scorta nella strage di via d'Amelio, a Palermo, qualche mese dopo l'assassinio - sempre per mano della mafia - del collega e amico, Giovanni Falcone. Qualche giorno fa, a ridosso di questa triste ricorrenza, proprio a Palermo si sono verificati degli episodi di vandalismo che fanno riflettere, soprattutto rispetto al segno lasciato dai due magistrati nel capoluogo siciliano. L’impegno profuso nella lotta all'illegalità ne ha reso indelebile il ricordo, non solo nella memoria di chi combatte quotidianamente contro le mafie, ma anche nella Palermo omertosa e 'meno onesta'. E' infatti trascorso un quarto di secolo dagli assassinii di Falcone e Borsellino, eppure alle organizzazioni criminali i due giudici fanno ancora paura. A dimostrarlo, l’atto vandalico che ha visto la decapitazione della statua di Giovanni Falcone presso l'istituto scolastico sito in via Pensabene, dedicato proprio al giudice e ubicato nel quartiere Zen di Palermo. Al danneggiamento della statua ha fatto seguito, inoltre, un altro tentativo di oltraggio alla memoria del giudice: innanzi alla scuola Alcide De Gasperi, è avvenuto il rogo doloso di un cartellone realizzato nei giorni scorsi dagli studenti della scuola di piazza Papa Giovanni Paolo II, che raffigurava l’eroico magistrato, barbaramente ucciso presso lo svincolo autostradale di Capaci, il 23 maggio del 1992. A sentire certe notizie, ci si demoralizza facilmente: la meschinità e lo squallore di simili episodi è palese e non meriterebbe ulteriori commenti. Eppure, non dobbiamo confondere due circoscritti atti di vigliaccheria con il sentimento di un’intera comunità. La 'costruzione' di un intero Paese integralmente, eticamente e culturalmente avanzato è cominciata proprio 25 anni fa, con il sacrificio dei due giudici. Si tratta di un processo lungo e doloroso, che non può non affidarsi all’intervento delle nuove generazioni. In proposito, vale la pena di ricordare le calzanti parole del giudice Borsellino: "Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo". Parole che tornano alla mente, questa volta, in un contesto positivo, osservando il lavoro degli Street artist Rosk & Loste (rispettivamente classe 1988 e 1987), i quali, proprio a Palermo, più precisamente alla Cala, hanno progettato un grande murales sulla facciata dell’Istituto Nautico che insiste sulla splendida costa siciliana: un ritratto dei due magistrati, sorridenti e ‘complici’. Un'immagine che colpisce per la forza e immediatezza. E che richiama forte la memoria delle azioni dei due giudici italiani, morti per arginare l'illegalità non solo in Sicilia, ma in tutto il Paese. Due ‘eroi moderni’, che credevano fortemente nel potere ‘taumaturgico’ e ‘rigenerativo’ delle generazioni future. E proprio da due giovani artisti siciliani, originari di Caltanissetta, è arrivata l’inaspettata conferma della gratitudine e del rispetto che l’isola, da tempo, continua a corrispondere ai due magistrati, a dispetto di ogni atto vandalico. Una conferma che arriva a svelare, altresì, un volto diverso della città siciliana, in netta contrapposizione con l'altro, vile e squallido, degli episodi di vandalismo. Va precisato che il progetto del murales era nato prima degli ultimi fatti palermitani. Eppure, ai due ‘Street artist’, attivi da tempo a Palermo, è stato casualmente concesso di rispondere all'altra 'faccia’ della Sicilia: questa volta, in maniera del tutto legale. I due hanno controbattuto alla vigliaccheria con la bellezza. Usando spray, vernici e gru, hanno dipinto un 'simbolo della legalità' di portata internazionale, meglio ancora mondiale, sulla parete di una scuola, luogo in cui valori etici e morali debbono essere trasmessi ai giovani. Un luogo colpito, nei giorni scorsi, proprio da chi si sente minacciato da questo lento, ma inarrestabile, cambiamento culturale. Il dipinto è nato su proposta della sezione palermitana dell’Associazione mazionale magistrati e su impulso di ‘Inward’, osservatorio che svolge attività di ricerca sull’arte e la creatività urbana (street art, urban design, graffiti, muralismo) con sede a Napoli. Sarà inaugurato proprio domani, 19 luglio, in occasione dell’anniversario dei 25 anni dalla strage di via D’Amelio. E costituisce una preziosa e indiretta risposta della 'Sicilia onesta' a chi, colpendo il monumento dedicato a Giovanni Falcone, ha potuto pensare, erroneamente, di poter affievolire l'amore che il capoluogo siciliano e l’Italia intera nutrono ancora per i due giudici, anche a distanza di un quarto di secolo dalla loro scomparsa.
GLI ARTISTI
Maurizio Giulio ROSK Gebbia e Mirko LOSTE Cavallotto sono due artisti siciliani, rispettivamente classe 1988 e 1987, originari di Caltanissetta, che uniscono da sempre la pittura figurativa, al graffitismo e alla street art. Iniziano il loro percorso artistico incrociandosi per la prima volta nel 2004 tra i banchi di un Istituto d’Arte. Approdano poi nel mondo del graffito, il quale si evolve mediante il linguaggio figurativo. Il 2007 segna una serie di collaborazioni importanti per tutta la Sicilia e non solo; al ritorno di un viaggio compiuto in Spagna, la conoscenza dell’ artista Belin cambia il loro modo di percepire la pittura, che da quel momento si esplica in una costante ricerca del dettaglio, mediante l’uso dello spray. Il trasferimento a Palermo, per proseguire gli studi presso l’Accademia di Belle Arti, porta Rosk e Loste ad avvicinarsi sia alla Scuola pittorica palermitana sia ai writers storici che il capoluogo di regione ospita: è qui che, per la prima volta, espongono con una personale. La partecipazione ad eventi in giro per l’Italia e per l’Europa li immette in un circuito artistico internazionale che gli procura le prime commissioni da parte di famose realtà come il marchio Ceres e Stella McCartney. Poi arriva il progetto ministeriale Inward, con ‘Impulsi urbani’, “interventi di street art” (5-10 dicembre 2016), allo scopo di riqualificare la zona artigianale della città di Floridia (Catania) attraverso interventi artistici legati al linguaggio della street art. I due vivono all’interno della ‘Farm Cultural Park’ per circa un anno, e si spingono fino in Brasile e in Messico. Con l’obiettivo di ‘riqualificare’, ‘rinnovare’ e ‘scovare la bellezza ovunque’, lavorano all’interno dei quartieri dal tessuto urbano degradato, a Napoli e a Catania, dove realizzano immagini oniriche, ritratti e ‘still-life’ sovrapposti tra loro in una miscellanea di sfumature cromatiche sempre nuove.