Realizzare l’unità tra arte e vita è stato l’obiettivo della corsa verso la ‘modernità’ dei primi del novecento: da una base di idee e ideali comuni nacque l’aspirazione per uno stile omogeneo, che avrebbe preso forma non già nell’uniformità, ma nella diversità
A dispetto delle intrinseche contraddizioni, fu proprio dalle diversità che emerse l’unità del concetto che fu comune a tutti gli artisti e a tutte le arti dei primi anni del 1900. I ‘carboni ardenti’ erano rimasti accesi nello spirito delle menti artistiche fin dall’epoca dei ‘preraffaelliti’: artisti appartenenti a quel movimento che rifiutava le tradizioni della pittura di Raffaello Sanzio, rivalutando l'arte di ciò che c’era prima: i primitivi artisti del quattrocento. Chi meglio di Dante Gabriel Rossetti, con la sua vita affettiva martoriata, avrebbe potuto tracciare le linee pittoriche di quei volti femminili, nelle posture maestose e regali delle divinità greche o in abiti della fantasia rinascimentale fatti di broccati, velluti soffici, sete e lini avvolgenti, dove accanto alla donna raffigurata non mancava il riferimento alla flora con coloriti flori et herba? Si avverte, in quei volti, l’amore profuso dall’artista e dagli artisti che seguirono dopo di lui. L’amore per la donna che diventa il filo conduttore da seguire per la realizzazione di opere di grafica, pittura, scultura, opere plastiche in ceramica e porcellana, vetri e oggetti in metallo. Su tutti, Alphonse Maria Mucha, come ricordato dalla critica d’arte e docente, Ivana D’Agostino, nella conferenza stampa di presentazione della mostra dedicata a Eugene Grasset, dal titolo chiarificatore, ‘Femmes 1900: la donna Art Nouveau’, apertasi di recente a Pordenone presso la Galleria Harry Bertoia, visitabile fino al 21 luglio 2019. L’oggetto simbolo del periodo nouveau è la statuetta in bronzo dorato intitolata ‘Lo spirito del tempo’ di Raul Larche (1860-1902) della Collezione Rodolfo Caglia, dove il vortice delle nuove idee dell’arte è nel turbinio della veste che accoglie, in forma di valva ostricia, la fanciulla, in braccia aperte a volo di rondine, nell’atto di librarsi in aria. Il meraviglioso catalogo omonimo della rassegna ha delle pregiatissime illustrazioni delle opere che sintetizzano quei primi venti anni del 1900, i quali ci hanno proiettato nella contemporaneità. È da specificare che le opere in mostra provengono da collezioni private: è stata una vera impresa convincere i proprietari a rendere visibili i loro tesori d’arte. Tutto questo rende ancor più preziosa e irripetibile quanto organizzato a Pordenone con il Comune e l’assessorato alla Cultura. Per ulteriori informazioni, rimandiamo al sito www.propordenone.org e alla mail info.femmes1900@gmail.com
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