Bambini e civili vittime di guerra sono la triste realtà di tutti i conflitti, non solo di quello israelo-palestinese. A ricordarcelo è un progetto realizzato da un gruppo di artisti americani, sugli attacchi con i droni Usa in Pakistan
Un’istallazione, un’iniziativa, un progetto lanciato attraverso un blog (http://notabugsplat.com/) da un gruppo di artisti americani, pakistani e dal francese JR, nella regione di Khyber Pukhtoonkhw, in Pakistan. ‘Not a bug splat’, letteralmente “Non uno scarafaggio schiacciato”, vuole sensibilizzare il mondo sugli attacchi dei droni americani alla popolazione pakistana, un fenomeno denunciato da Amnesty International nell’ottobre 2013. L’organizzazione per i diritti umani ha infatti presentato un rapporto sulle operazioni della CIA per combattere il terrorismo, nel quale emergono numerosi crimini di guerra a danno delle popolazioni locali. Will I be next? US drone strikes in Pakistan, “Sarò io il prossimo? Gli attacchi con i droni USA in Pakistan” fa infatti rilevare come le numerose vittime degli attacchi americani non risultino coinvolte in combattimenti né abbiano costituito alcuna minaccia alla vita altrui.
L’istallazione – un poster gigante che mostra il volto di un innocente – è stata pensata per essere visibile dai satelliti e divenire parte integrante del paesaggio locale. All’iniziativa ha aderito anche l’artista francese JR (http://www.jr-art.net/) il cui lavoro da anni mescola l’arte con l’azione politica e l’impegno per preservare la libertà e l’identità delle popolazioni del mondo. Suo il progetto “Face 2 face” (2007) nel quale enormi ritratti di israeliani e palestinesi venivano posti faccia a faccia in otto città israeliane e palestinesi; sua anche l’iniziativa “Inside Out. The people’s art project” (a global art project transforming messages of personal identity into works of art), progetto internazione di arte partecipativa e globale (nel quale è inserito anche “Not a bug splat”) che ha permesso al pubblico di esprimere le proprie idee al fine di “cambiare il mondo”.
Su Twitter la campagna di sensibilizzazione Not a bug splat, che ha l’obiettivo primario di creare empatia con gli stessi droni e favorire il dialogo politico per salvare vite umane (“create empathy and introspection amongst drone operators, and create dialogue amongst policy makers, eventually leading to decisions that will save innocent lives), si sta diffondendo con l'hashtag #notabugsplat. Il nome del bambino ritratto, orfano dei genitori, ambedue perduti durante gli attacchi americani, è sconosciuto. Così come sconosciuto sembra essere il suo genere: secondo alcuni giornali si tratta di una bambina (Huffington Post UK) secondo altri di un bambino (il Messaggero).
Un’ambiguità interessante, forse non casuale, che implicitamente fa riflettere sull’universalità dei diritti umani.