100 opere di ogni tecnica e installazioni, artisti di tutto il mondo che interpretano un tema affascinante: quello dello spazio in tutte le sue declinazioni
Domenica 20 marzo 2022, alle ore 12.00, è stata inaugurata la prima edizione della mostra-concorso internazionale ‘Space one’, organizzata dallo ‘Studio CiCo’ di Cinzia Cotellessa e promossa dalla Scuola d'Ingegneria aerospaziale dell'Università di Roma ‘La Sapienza’ presso i propri locali di via Salaria 851 in Roma. In oltre 100 opere di ogni tecnica e installazioni, artisti di tutto il mondo interpretano un tema affascinante: quello dello spazio in tutte le sue declinazioni. Nelle nostre città, l'onnipresente illuminazione stradale ci preclude quasi del tutto quella straordinaria bellezza del cielo che rapì i nostri avi e progenitori, stimolandone il pensiero in mille modi diversi. L'immensità del cosmo che si apriva ai loro occhi e l'incommensurabile perfezione del creato spinsero verso la riflessione religiosa, diedero vita a miti e leggende, alimentarono la sete di conoscenza. Dopo millenni, abbiamo finalmente solcato lo spazio a bordo di macchine che, per assonanza con l'esplorazione dei mari (la nostra prima sfida verso l'ignoto) abbiamo chiamato ‘navi’, questa volta su distanze che si dilatano all'infinito. Era prima necessario adoperare 'occhi' via via più potenti, onde poter avere, quanto meno, punti fermi, ‘isole’ a cui poter fare riferimento e da cui trarre un certo senso di sicurezza. Per farlo, abbiamo prima costruito questi ‘occhi’ sulla Terra e poi li abbiamo spediti verso l'ignoto: telescopi di eccezionale portata e satelliti inviati nello spazio sempre più lontano, sempre più vicino alle stelle che bramiamo un giorno raggiungere. "Spazio ultima frontiera...", la frase che ha accompagnato una tra le più famose serie televisive e cinematografiche di fantascienza, è divenuta un motto comune e condiviso, racchiudendo in quelle poche parole la nuova meta a cui l'umanità aspira. Oltre 50 anni fa, siamo atterrati su un corpo celeste, la Luna, diverso dal nostro. E oggi, stiamo preparando lo sbarco su Marte: un luogo che ha alimentato un'enormità di storie nel secolo scorso. Infine, abbiamo inaugurato il primo viaggio per turisti nello spazio: un nuovo settore, turistico per eccellenza, per ora limitato a pochissimi miliardari, ma che grazie al perfezionamento della tecnologia un domani potrebbe essere aperto a una vasta gamma di fruitori.
Nel frattempo, però, rivolgiamoci ai sogni, alle speranze e alle visioni che artisti di talento propongono, nella consapevolezza che proprio gli artisti hanno sempre precorso tempi e avvenimenti, stimolando la nostra sete di conoscenza o instillando i semi fecondi della riflessione. Come i ‘vati’, essi ci donano in ogni tempo importanti squarci d'illuminazione, indicandoci la strada da percorrere, ma anche avvisandoci su rischi e vantaggi dei nostri comportamenti. Già questo basterebbe a definire la forza dirompente dell'arte. Tuttavia, come sempre c'è un ‘ma’. E anche questa volta prelude ad altro: un'alternativa delle funzioni aggiuntive, oppure una modalità parallela. Gli artisti, infatti, sono indagatori dell'anima e, anche in questo caso, in ossequio a questa loro specifica capacità, hanno trasformato, indirizzato e piegato il viaggio fisico in un percorso interiore. A un ‘inconoscibile esterno’ hanno sovrapposto e sostituito un ‘inconoscibile interno’: l'esplorazione si dirige così verso le galassie che compongono la nostra psiche, probabilmente simili, nella disposizione, a quelle che possiamo ammirare al telescopio. Ebbene, attraversando questo ‘spazio psichico’ ritroviamo stelle brillanti di luce, buchi neri insondabili, quasar pulsanti di energia spirituale: tutti mondi che ospitano un vita composta dalla più fervida immaginazione, pronta sempre a stupirci. L'artista riesce a prenderci per mano, per divenire il Virgilio dell'Inferno e del Purgatorio delle nostre pulsioni, emozioni, elucubrazioni intellettuali, fino a consegnarci a una metaforica Beatrice, guida nella spiritualità rischiarata dalla luce della conoscenza e della consapevolezza: le sole in grado di non farci smarrire e condurci alla parte migliore di ciascuno di noi. In attesa di compiere un viaggio fisico vero e proprio, affidiamoci al loro sentire e ripercorriamo, attraverso le loro opere, visioni immaginifiche, immergendoci nel mistero dell'immensità fuori e dentro di noi. Nutriamo la nostra mente con nuove prospettive, che potrebbero rivelarsi dense di sorprese inaspettate.
Impossibile soffermarsi sulle singole opere: non basterebbe lo spazio (ed ecco che ritorna il concetto, ndr) di un cospicuo opuscolo, ma possono invece essere citati tutti e 66: Alvarado; Bacci; Balestrieri; Brancia; Bolognesi; Cappello; Capuano; Ciampi; Corbut; Corpetti; Cotellessa; Dal Bo'; Falsieri Solidea; D'Orazio; Fanfani; Florio; Frustaci; Furia; Garzillo; Ghidini; Gioiello; Gitto; Gravante; Gualtieri; Guarino; Godenko; Iacobucci; Iannone; Longobardi; Magri; Mengoni; Occhiuzzi; Pagnani; Pellacani; Perretta; Premoli; Riha; Rinaldoni; Romagnoli; Romanello; Salvo; Sangelaj; Schwartz; Segura; Serra; Speranza; Taglialatela; Theodoli; Tinebra; Tinessa; Toscano; Todrican; Traini; Trinchero; Troiani; Turlinelli; Uber; Ugolini; Veneziani; Versace; N. Volcanes; V. Volcanes; Zoppi; Zullo; Zumbolo.
Una ‘cascata’ di stili e tecniche diverse, nessuna esclusa, per catturare ancora una volta la nostra attenzione più profonda e farci riflettere, per indurci a riconsiderare il rapporto con l'infinito e portarci lungo strade inusitate, solcando gli abissi dell'inconscio. Hanno presentato la mostra, la Magnifica Rettrice dell'Università ‘La Sapienza’, Antonella Polimeni, il preside della Scuola d'Ingegneria aerospaziale, Giovanni Battista Palmierini e la nota critica d'arte, Mara Ferloni.
QUI SOPRA: LA COPERTINA DEL CATALOGO DELLA MOSTRA
AL CENTRO IN BASSO: INSTALLAZIONE 'SALVAMI' DI MIRIAM BRANCIA
PIU' IN ALTO: 'ARMONIA NELLO SPAZIO' DI CATERINA TINEBRA
IN APERTURA: L'OPERA 'INCONTRO NELLO SPAZIO' DI ERCOLE FURIA