Lo scorso 6 aprile è ricorso l’International Day of Sport for Development and Peace, celebrazione istituita nel 2013 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite con l'obiettivo di promuovere l'attività sportiva quale strumento di inclusione e di sviluppo: l'occasione ci ha dato lo spunto per proporre una serie di opere d'arte che documentano l’evoluzione storica delle discipline più popolari
Alcuni degli sport da noi più praticati e seguiti hanno origini antiche, testimoniate da opere d’arte di diversa tipologia e fattura, impegnate da secoli in una 'maratona' lunga chilometri e chilometri di Storia. Per celebrare l'International Day of Sport for Development and Peace abbiamo dunque cercato di ripercorrere alcune delle tappe di questa ‘marcialonga’, mettendo in luce l’importante ruolo sociale, ludico e aggregativo, che da sempre lo sport ha rivestito nelle 'nostre' società: da quella greco-romana a quella post-industriale, passando per l’età rinascimentale e quella barocca, fino ad arrivare alle avanguardie. Ci divertiremo a 'saltare' da un’epoca all’altra, seguendo un unico 'fil rouge': il modo in cui pittori e scultori, nel corso della Storia dell’arte occidentale hanno rappresentato lo sport e gli sportivi. Ecco pertanto in rassegna dieci opere per dieci atleti, colti nell’esercizio della propria disciplina oppure negli attimi che seguono la fatica fisica. Iniziamo, dunque, la nostra 'volata'.
Discobolo Lancellotti, Mirone, Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, Roma, copia romana di un originale greco del 455 a.C. e il Pugile delle Terme, Lisippo, Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, Roma, IV sec. a.C.
Quest’ideale galleria sportiva non poteva non avvalersi dell’illustre presenza di due ragazzoni molto noti e muscolosi – dei veri fisicati, diremmo oggi –, partiti entrambi davvero lontano: l’antica Grecia, 455 a.C. circa il più giovine, IV sec. a.C. il più attempato! Di chi parliamo? Naturalmente, del Discobolo di Mirone e del Pugile a riposo di Lisippo, sculture tra le più celebri dell’antichità. Il primo, originariamente bronzeo, è giunto fino a noi attraverso diverse copie romane in marmo, tra le quali certamente spicca la versione Lancellotti conservata al Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo a Roma. Perfezione anatomica, addominali scolpiti, tendini tesi dall’esercizio fisico ‘immortalato’ dallo scultore nell’eternità: questo bellissimo lanciatore ancora attende il momento più propizio per scagliare il proprio disco! Non come l’omaccione ellenistico, suo vicino di casa (anche lui a Palazzo Massimo): il Pugile di Lisippo ha ormai giocato la sua partita, l’incontro è terminato da poco e ne ha prese e date di santa ragione! Da secoli e secoli riposa e attende: non sa ancora se festeggiare o meno. Anche lui mica scherza: corpo bronzeo forgiato dallo sforzo fisico, le mani ancora protette dai “cesti” (i guantoni del IV sec.!), dal 1885 – anno della scoperta alle pendici del Quirinale – ci fa una grande invidia!
Scena di scherma, Codex Vindobonensis Series Nova 2644 (fol. 96 v), Tacuinum Sanitatis, Oesterreichischen National Bibliotek, Vienna, XIV sec.
Ma cambiamo scenario e saltiamo in alto – o in lungo, come preferite –: dribbliamo qualche secolo e veniamo al XIV d. C., cavalleresco e gotico. Quale migliore sport potrebbe rappresentare quest’epoca, cortese preziosa e raffinata, se non la scherma? Guardate questa pagina miniata tratta dal Codex Vindobonensis conservato all’Oesterreichischen National Bibliotek di Vienna. Che eleganza questi due schermidori, che classe! Sembrano quasi librarsi in aria e danzare, non è vero?
Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli, Pieter Bruegel il Vecchio, Museo reale delle belle arti del Belgio, Bruxelles, 1565.
Abbandoniamo, ora, quei ciuffettini d’erba e tuffiamoci nel Cinquecento fiammingo! Attenzione, però. Non prendeteci in parola: se provaste a tuffarvi nella distesa d’acqua che Pieter Bruegel il Vecchio ha realizzato in questo Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli nel 1566, potreste farvi davvero male! L’unico sport che potreste praticarvi, infatti, è lo stesso delle figurine dipinte in punta di pennello ad animare la scena: il pattinaggio. Qualcuno, addirittura, sembra giocare ad hockey! La location è tra le più suggestive: altro che stadi in cemento armato, qui la pista è circondata da alberelli imbiancati e tetti a spiovente di zucchero!
Atalanta e Ippomene, Guido Reni, Museo nazionale di Capodimonte, Napoli, 1620-25.
Adesso, però, scordatevi tanta ‘freddolosa’ letizia e tirate fuori la vostra anima da ultras: per chi tifate tra Atalanta e Ippomene? Atalanta, volitiva e ribelle, corre più veloce che può, sicura che nessuno potrà batterla in gara ottenendo in tal modo la sua mano. Ippomene, tuttavia, ha un asso nella manica: tre lucentissime mele d’oro, colte dal Giardino delle Esperidi e donategli dalla furba Afrodite. Il giovane corridore le getta una ad una lungo il percorso della gara. Atalanta si ferma a raccoglierle e perderà. E vissero felici e contenti, w gli sposi!
Schieramento d’inizio di una partita di calcio fiorentino in Piazza Santa Croce, da Pietro di Lorenzo Bini, Memorie del calcio fiorentino tratte da diverse scritture e dedicate all’altezze serenissime di Ferdinando Principe di Toscana e Violante Beatrice di Baviera, Firenze, Stamperia di S.A.A. alla Condotta, 1688.
Va bene, dai, vi accontentiamo: ora passiamo al calcio… Ma no, cosa avete capito?! Toglietevi immediatamente cappellini e sciarpe della Roma e dell’Atalanta! Non il nostro calcio: il calcio storico fiorentino. Ne avete mai sentito parlare? Forse più vicino al rugby, il calcio fiorentino conobbe un grande sviluppo nella seconda metà del Quattrocento, per restare nel cuore dei fiorentini – nello storico campo allestito per tradizione a piazza di Santa Croce, poi spostato nel piazzale di Porta al Prato – per tutti i tre secoli successivi. Forse imparentato con un antico gioco romano, l’harpastum, attualmente segue regole codificate nel Cinquecento e riassunte nel 1580 da Giovanni de’ Bardi in un Regolamento composto da 33 capitoli. Se la nostra serie A talvolta vi sembra un po’ rissosa, avrete modo di ricredervi seguendo una partita di calcio storico fiorentino. Fidatevi, ci vuole fegato.
William Anderson con due cavalcature, George Stubbs, Royal Collection Trust, Londra, 1793.
Dopo tanta crudezza, un po’ di monta inglese ci farà bene. Davvero british, William Anderson. Che postura, che eleganza. E che belli i suoi cavalli, slanciati ed eterei! Se qualcuno di voi è appassionato d’equitazione, tuttavia, certamente si sarà accorto che soprattutto il primo galoppa in modo piuttosto strano: con gli anteriori e i posteriori in una posa assurda e innaturale! Dovrete aspettare Eadweard Muybridge e le sue cronofotografie (The horse in motion, 1878) per vedere un vero cavallo al galoppo!
Ragazza col volano, Jean-Baptiste-Siméon Chardin, Galleria degli Uffizi, Firenze, 1740.
Tra di voi c’è qualche tennista, oppure – meglio ancora – qualche giocatore di badminton? Se sì, questo graziosissimo dipinto vi delizierà. Siamo in epoca rocaille, nella Francia di Jean-Baptiste-Siméon Chardin. Sua, questa rosea e sorridente fanciulla pronta per una partita di volano. Piccolina e aggraziata, incantevole con la sua cuffiettina variopinta e quel visino vispo. Tutta un fiocco.
Dinamismo di un ciclista, Umberto Boccioni, Peggy Guggenheim Collection, Venezia, 1913.
Prendiamo una scorciatoia – anche se non si potrebbe – e catapultiamoci nel Novecento, in pieno Futurismo. Umberto Boccioni l’autore, un ciclista il protagonista di questa esplosione dinamica di linee-forza e di accesissimi colori. Classe 1913, questo Pantani del XX secolo sfreccia via come il vento. Nessuno lo ferma né lo fermerà.
La prova, Edgar Degas, Fogg Art Museum, Cambridge, 1873.
Nella nostra piccola galleria, infine, non poteva mancare un grande classico: Degas e le sue ballerine. Che dire? Più che di sport dovremmo parlare di arte in movimento (o meglio, del movimento!). Quanta leggiadria nei passi di queste fanciulle in tutù. Quanta forza nelle loro posture, quanta potenza concentrata nelle loro punte! Nessuna disciplina potrebbe aiutarci meglio a tagliare il nostro traguardo! Arte & sport, sport & Arte fusi insieme a tempo di musica.
Didascalie immagini
1) Discobolo Lancellotti, Mirone, Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, Roma, copia romana di un originale greco del 455 a.C.
2) Pugile delle Terme, Lisippo, Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, Roma, IV sec. a.C.
3) Scena di scherma, Codex Vindobonensis Series Nova 2644 (fol. 96 v), Tacuinum Sanitatis, Oesterreichischen National Bibliotek, Vienna, XIV sec.
4) Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli, Pieter Bruegel il Vecchio, Museo reale delle belle arti del Belgio, Bruxelles, 1565.
5) Atalanta e Ippomene, Guido Reni, Museo nazionale di Capodimonte, Napoli, 1620-25.
6) Schieramento d’inizio di una partita di calcio fiorentino in Piazza Santa Croce, da Pietro di Lorenzo Bini, Memorie del calcio fiorentino tratte da diverse scritture e dedicate all’altezze serenissime di Ferdinando Principe di Toscana e Violante Beatrice di Baviera, Firenze, Stamperia di S.A.A. alla Condotta, 1688.
7) William Anderson con due cavalcature, George Stubbs, Royal Collection Trust, Londra, 1793.
8) Ragazza col volano, Jean-Baptiste-Siméon Chardin, Galleria degli Uffizi, Firenze, 1740.
QUI SOPRA: 'LA PROVA', EDGAR DEGAS, FOGG ART MUSEUM DI CAMBRIDGE, 1873
IN APERTURA: 'DINAMISMO DI UN CICLISTA', UMBERTO BOCCIONI, PEGGY GUGGENHEIM COLLECTION, VENEZIA 1913