Su un lato di un pilone di cemento nel sottopasso di viale Belforte a Varese, lo street artist Andrea Ravo Mattoni ha riprodotto con semplici bombolette spray il capolavoro di Caravaggio, la 'Cattura di Cristo'
Una settimana di lavoro, 47 bombolette spray, 400 anni di oblio per l'opera del genio Caravaggio e un ex writer: sono questi i numeri del nuovo gioiello realizzato da Andrea Ravo Mattoni nei pressi di una rotonda di viale Belforte, vicino a un grande centro commerciale. Mattoni comincia la realizzazione del murales il 5 aprile, a seguito della sua collaborazione al progetto 'Urban Canvas', ideato dall'associazione 'WgArt'. Un'iniziativa nata in collaborazione con l’architetto Ileana Moretti e l’artista Fabrizio Sarti, per il recupero di alcuni spazi grigi attraverso progetti d'arte urbana. “L’arte è un bene pubblico e deve essere accessibile e gratuita a tutti”: è questo l'obiettivo di Mattoni, che coincide con il progetto 'Urban Canvas', perché l'impegno deve essere svolto da tutte le istituzioni cittadine con il fine di promuovere questa specifica forma di arte nel confronto con il paesaggio urbano. In tale ottica, questo lavoro non è una semplice copia del capolavoro la 'Cattura di Cristo' di Caravaggio, bensì è un tentativo, ben riuscito, di raccogliere codici che siano ben identificabili da emozioni e sentimenti del passante. Se, da un lato, la riconoscibilità è il fine di Mattone, dall'altro il dipinto del maestro seicentesco costituisce uno spunto di riflessione a tutto tondo sull'esistenza umana, un moderno 'memento mori' dal titolo: 'We will all be forgotten' (Saremo tutti dimenticati).
La scritta allude alla storia burrascosa dell'originale del 1602, che fu ritrovato solo nel 1990 da Sergio Benedetti, capo curatore della National Gallery of Ireland, dopo un lungo silenzio durato quasi quattrocento anni.
Andrea Ravo Mattoni nasce a Varese nel 1981 in una famiglia di artisti: il padre Carlo era un artista di arte concettuale e comportamentale, illustratore e grafico, lo zio Alberto più noto come Matal è stato illustratore e creatore del personaggio Lillibeth, il nonno Giovanni Italo era un pittore e illustratore delle note figurine Liebig e Lavazza.
Dal 1995 inizia a dipingere con le bombolette, fonda la Crew HBM assieme a Vine, e successivamente inizia a collaborare con Seacreative, Refreshink, Borse e Kraser. si diploma come perito elettronico e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera nel corso di pittura. Nel 2003 fonda a Milano la factory the BAG, collettivo di artisti con sede in Bovisa, nel 2008 si stacca dal collettivo e inizia a lavorare come assistente della curatrice Manuela Gandini, nella galleria Artandgallery. Nel 2010 inizia la collaborazione con la galleria d’arte Silbernagl Undergallery con sede a Daverio e Milano e con la galleria Square23 di Torino.