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23 Novembre 2024

Il difficile equilibrio dell'Europa

di Leonardo Guerrini
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Il difficile equilibrio dell'Europa

Con i risultati delle votazioni amministrative di lunedì scorso in Italia, si è concluso il lungo weekend elettorale che ha interessato alcuni Paesi dell’Unione Europea, sancendo in maniera più o meno accentuata il rifiuto della linea di austerità finora dettata dalla Germania e la nascita di un ‘vento nuovo’ che sta soffiando sul Vecchio Continente. La vittoria del leader socialista François Hollande in Francia e il forte calo di consensi dei Partiti greci che avevano appoggiato i forti tagli al bilancio statale sono i dati più eclatanti. Ma non dobbiamo sottovalutare le elezioni per il rinnovo di importanti sindaci in Gran Bretagna, che ha visto il ritorno del Labour come prima forza politica, il tentennamento della Merkel e, cosa che ci riguarda più da vicino, il risultato delle amministrative in Italia. Tutti indizi che denotano un cambiamento di rotta tra gli europei, dopo anni di ‘conservatorismo’ che evidentemente non convince gli elettori.

Francia: il dato certamente più significativo è la vittoria di Hollande alle elezioni presidenziali, che sancisce il ritorno di un socialista all’Eliseo dopo 17 anni di potere conservatore. I riferimenti alle future ripercussioni sul collaudato asse franco-tedesco con la Merkel, votato al rigore dei conti per la salvaguardia dei debiti sovrani, è d’obbligo. D’ora in avanti, la cancelliera non potrà fare affidamento sulla ‘stampella’ Sarkozy, anche se gli analisti dubitano su una netta inversione di rotta nella politica economica europea, per la mancanza di fondi che incentivano la crescita e con i cittadini tedeschi che conoscono la parola ‘crisi’ solo dalla stampa straniera, non vivendola direttamente nella loro quotidianità.

Germania: tuttavia, anche in casa propria Angela Merkel rischia di non essere più invincibile nella coalizione di centro-destra che finora ha guidato. Le elezioni nello Schleswig-Holstein hanno visto un ridimensionamento della colazione con i liberali dell’Fdp, ma il vero spauracchio per la leader tedesca saranno le elezioni nel popoloso ‘land’ del Nord Reno-Westfalia, previste in questo fine settimana. Un indebolimento della colazione attualmente al Governo renderebbe la Merkel più vulnerabile anche sul piano europeo, favorendo la già annunciata intenzione di Hollande di mutare la politica europea nel senso di una maggiore crescita e verso un’attenzione particolare all’equità sociale.

Grecia: la situazione della Grecia è ben più complessa e, allo stato, senza una soluzione che consenta la governabilità del Paese, duramente colpito dai tagli alla spesa pubblica per rientrare negli accordi con la ‘triplice’ - Banca centrale europea, Commissione europea, Fondo monetario internazionale - al fine di ricevere gli aiuti economici e continuare a stare nell’area dell’Euro. La tornata elettorale ha visto il netto declino dei Partiti che avevano sostenuto il Governo tecnico di Papademos, Nea Demokratia e Pasok, favorendo la crescita del ‘dissenso’ seppur da fronti differenti: dall’estrema sinistra di Syriza ai neo-nazisti di Alba Dorada, per la prima volta entrati in Parlamento. Se entro pochi giorni non si riuscirà a formare un Governo stabile, saranno indette nuove elezioni, le quali comporteranno un ulteriore tasso di instabilità dei mercati internazionali.

Gran Bretagna: la Gran Bretagna ha visto la sostanziale affermazione del Partito laburista, vittorioso nelle grandi città del Paese a eccezione di Londra, dove il sindaco conservatore Boris Johnson è stato riconfermato con uno scarto minimo. La coalizione Cameron-Clegg vede perciò con preoccupazione la risalita del Labour, che mostra lo scontento dei britannici, sempre più alle prese con la disoccupazione e un minore potere d’acquisto della sterlina. Il risultato ha un’incidenza relativa sull’andamento dell’Unione europea, ma è un ulteriore segno del vento rinnovatore che spira nel continente.

Italia: veniamo, infine, all’Italia, dove il sistema politico che ha caratterizzato gli ultimi venti anni ha subìto un vero e proprio terremoto. Il Movimento 5 Stelle fondato da Beppe Grillo è stato protagonista in tutte le realtà, arrivando a contendersi il ballottaggio in città importanti come Parma e a far eleggere sindaco un suo esponente nella cittadina di Sarego. Più in generale, la coalizione detta ‘A-B-C’ - Alfano, Bersani e Casini - dei tre Partiti che sostengono il Governo Monti perde voti, a eccezione del Partito democratico, che riesce a contenere i danni e ad affermarsi come prima compagine politica del Paese. Paradossalmente, a uscire vincente dalle elezioni è la squadra dell’esecutivo, che dovrebbe dormire sonni tranquilli da qui a un anno: il Pdl non ha la forza per riproporsi in eventuali elezioni anticipate, mentre alla coalizione di sinistra manca il coraggio di andare al Governo in una situazione economica ancora difficile per l’Italia.
In conclusione, la lunga tornata elettorale dello scorso fine settimana ha messo in evidenza un sostanziale cambio di rotta, enfatizzando tutte le forze ‘anti-austerity’, seppur con forme e modi differenti. L’asse Hollande-Merkel, così, potrebbe trasformarsi in un trio includente Monti, in cui il premier italiano potrà finalmente far sentire la sua voce in merito al sostegno alla crescita e all’equità sociale.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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