La città più cosmopolita di Europa ha eletto un sindaco di origine pakistana favorevole alla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea
Il 5 maggio 2016, i cittadini del Regno Unito hanno eletto 2743 consiglieri municipali in 124 assemblee locali; i deputati delle assemblee di Scozia, del Galles e dell’Irlanda del Nord; infine, i sindaci di Londra, Bristol, Liverpool e Salford. Londra è la città più cosmopolita d’Europa: una metropoli multietnica, dove per anni l’avvocato Sadiq Khan ha lottato per i diritti umani, salvaguardando i lavoratori che intentavano denunce contro la polizia, per non parlare delle cause di lavoro e le innumerevoli discriminazioni sociali. Oggi è lui ad aggiudicarsi il ‘canis magnus’: il gran Khan. Sadiq Khan è stato eletto alle elezioni primarie del Partito laburista, l’11 settembre 2015. Qui in Italia, la storia ci insegna che Francesco Della Scala, signore di Verona, si insignì del titolo di ‘Cangrande’ dopo aver letto i manoscritti sulla visita in Cina di Marco Polo: “E sì vi dico che tra tutti gli signori del mondo non hanno tanta ricchezza quanta hae il Gran Cane solo” (Il Milione, cap. LXXXI). Francesco Della Scala, detto Cangrande, fu un prode e ferreo condottiero che lottò per ottenere il meglio per i suoi sudditi, la sua famiglia e il suo casato. Così Sadiq Khan, dal cognome originale, di estrazione sociale modesta, fa risalire le sue radici al Pakistan e la sua religione all’Islam. Suo padre era un conducente di autobus, la madre una sarta. Ambedue sono emigrati poco prima della sua nascita. Lui è nato 45 anni fa a Tooting, un quartiere popolare del sud di Londra, quinto di otto fratelli. Vive sempre lì, con sua moglie Saadiya, sposata nel 1994 e le due figlie, Anisah e Ammarah. Finiti gli studi in giurisprudenza, si dedica alla professione di avvocato. Deputato di Tooting dal 2005, è oggi il nuovo sindaco di Londra. In alcune foto, Sadiq Khan ricorda George Clooney. La sua simpatia è ormai proverbiale, così come i suoi votanti la collocano rispetto a quella del suo avversario: Zac Goldsmith. Il Partito laburista, il cui presidente è Jeremy Corbyn, ha creduto in lui e ribadito più volte che chiunque, da qualsiasi storia provenga, ha il diritto di aspirare al ruolo di sindaco della città, se la sua personalità è forgiata nella cultura della valorizzazione delle differenze e nella condivisione di valori comuni, quali rispetto e pari opportunità. Infatti, i cittadini affermano che poco importa se si è musulmani o no: l’importante è che il sindaco faccia qualcosa per i più poveri, a partire dalle case. A Londra, fedi, culture, nazionalità, storie diverse convivono senza mai invadere campi altrui. Il suo antagonista alle amministrative londinesi era il milionario Zac Goldsmith, 41 anni, figlio del ricchissimo uomo della finanza inglese Jimmy Goldsmith. Ma in queste consultazioni, i soldi (anzi, le sterline…) hanno contato poco, perché i londinesi non hanno creduto alle calunnie di Goldsmith e, malgrado il tono nauseabondo dei candidati conservatori, totalmente sprovvisti del carisma del loro predecessore: Boris Johnson. I londinesi hanno votato massicciamente, con un tasso di partecipazione relativamente alto e tutti i residenti della capitale del Regno Unito - in possesso di un passaporto britannico o meno - hanno seguito lo scrutinio. Nel complesso, i candidati alla guida del comune di Londra erano 12, ma la sfida si è sempre giocata tra il candidato laburista e quello conservatore. Jeremy Corbyn, capo del ‘Labour’, si è complimentato del risultato di Khan, che ha riscoperto una Londra progressista, dopo otto anni di amministrazione conservatrice: “La vile campagna condotta dai ‘tories’, il modo in cui hanno cercato di sporcare la figura di Sadiq Khan, i metodi e il linguaggio utilizzati hanno avuto un effetto enorme: l’esatto contrario di quel che volevano. Talmente tante persone si sono indignate, che sono uscite di casa e sono andate a votare per noi”. E qualche ora dopo, su Twitter, Corbyn ha aggiunto: “Non vedo l’ora di collaborare con Sadiq Khan, per creare una Londra più giusta e per tutti”. Le congratulazioni al neo-sindaco stanno arrivando da tutto il mondo. Fra i primissimi, il primo cittadino italo-americano di New York, il democratico Bill de Blasio, che si augura di lavorare presto col suo nuovo collega laburista. Giungano anche le nostre congratulazioni, con i migliori auguri di buon lavoro. Adesso, tocca a noi romani scegliere ‘bene’.