Il tribunale di Ferrara ha stabilito che non è reato coltivare marijuana in casa per uso personale: una decisione controversa che però si riallinea alle norme comunitarie
Il giudice Franco Attinà ha assolto i due imputati nella cui casa, a seguito di un blitz dei carabinieri, erano state individuate 4 piantine di marijuana. Per il reato di detenzione e possesso di droghe ‘leggere’, la legge prevede sanzioni amministrative (per il solo uso personale) e penali (in caso di spaccio).
La recente sentenza n. 1176/13 del tribunale di Ferrara, invece evidenzia una broblematica che la legge ‘Fini-Giovanardi’ sulla produzione, traffico e detenzione di stupefacenti in Italia non aveva ben ‘inquadrato’. Quello che il giudice estense ha stabilito lo scorso 20 marzo, è che la coltivazione di cannabis per uso personale non si configura come reato. Per capire meglio la vicenda, precisiamo che la nostra legislazione in materia consente un ‘uso personale’ di stupefacenti, che viene comunque punito, ma solo in via amministrativa. Fumarsi uno spinello come fosse una sigaretta qualunque, per esempio, è un fatto per cui si prevede la sospensione di patente o porto d’armi, ma non si configura come reato penalmente rilevante.
La sentenza ha coniugato due aspetti: quello dell’uso personale e quello della coltivazione. In altri termini, la scelta di un privato cittadino di coltivare cannabis in casa propria, per scopi strettamente personali, lo esula di fatto dallo spaccio, perché, secondo il giudice, quel lavoro si esaurisce tra le quattro mura domestiche e non si rivolge all’esterno, al mercato dello spaccio. Inoltre, tale comportamento ‘da pollice verde’, sempre secondo il giudice, evita di contribuire all’incremento dei traffici legati alla criminalità organizzata.
La decisione del tribunale di Ferrara, sul piano comunitario si riallinea con quella del Consiglio d’Europa, numero 757/gai del 2004 (dunque antecedente alla normativa italiana del 2006) che considera lecito l’uso di droghe per mero uso personale. C’è anche da tener presente che la norma europea non equipara le droghe pesanti a quelle leggere, come nel caso della Fini-Giovanardi.
In ambito italiano la sentenza ha suscitato non poche polemiche. Dal clamore della vicenda, infatti, emerge che la Fini-Giovanardi userebbe un termine (coltivazione) in maniera vaga e indistinta, ricomprendendo nella fattispecie una casistica troppo ampia.
La sentenza, quindi, va in controtendenza non soltanto con la legge italiana in materia, ma anche con un orientamento giurisprudenziale che finora aveva sempre ‘punito’ il coltivatore. La Cassazione, con il parere n. 28605 dell’ Aprile 2008, per esempio, aveva ribadito l’illiceità della condotta coltivativa, a prescindere dalla finalità. E che dire della sentenza del Tribunale di Rovereto n. 2/06 del 10/01/2006, analoga a quella di Ferrara: l’imputato era stato condannato perché colto in flagranza di reato. Stava innaffiando 4 piantine di marijuana “da cui risultavano n. 129 dosi droganti". Per la cronaca, la sentenza della Corte d’ Appello del 2 Marzo 2007 lo aveva assolto in quanto la coltivazione ad uso personale non poteva costituire un pericolo di spaccio.
Queste vicende, inutile negarlo, generano inevitabilmente un po’ di confusione in chi legge. Il messaggio che passa è quello di un Paese che non è stato ancora in grado di presentare una politica solida sulle sostanze stupefacenti e di un’Unione Europea che continua a marciare a differenti velocità rispetto agli stati membri.
Basta guardare oltreoceano per capire quanto siamo lontani dal concetto di Stati uniti di Europa. È notizia di questi giorni, infatti, che il direttore dell’Ufficio contro la droga della Casa Bianca, Gil Kerlikowske, ha chiarito che il controllo sulla coltivazione, possesso e uso di cannabis è di esclusivo controllo delle leggi federali, non dei singoli Stati. Una decisione severa, compiuta proprio nel momento in cui in alcuni Stati sono state approvate le proposte di legalizzare il possesso di marijuana per uso personale. Insomma una posizione super partes che non offre spazio di manovra alle diverse leggi dei singoli Stati americani.
Intanto, al di là di tutte le polemiche, in Italia c’è chi si congratula con il giudice ferrarese, perché la crisi economica ha stretto il portafogli anche in questo settore e una soluzione da orticello casalingo in fondo è una soluzione.