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13 Marzo 2025

Anche le streghe hanno un cuore

di Elisabetta Chiarelli
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In controtendenza con il ricorso compulsivo ai farmaci anche per curare un banale raffreddore, una signora della Val d’Ultimo, nella provincia autonoma di Bolzano, è diventata una piccola imprenditrice, organizzando dei corsi dedicati alle discipline omeopatiche

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In Val d’Ultimo, a pochi chilometri dal confine austriaco, abita una signora che vive coltivando erbe medicinali e confezionando con esse infusi e unguenti. La scelta di commerciare questi prodotti, acquistati prevalentemente da turisti o abitanti del posto, prescinde da uno scopo lucrativo. Abbiamo conosciuto personalmente questa piccola imprenditrice così speciale, in cui traspare la felice convinzione che utilizzare le risorse della natura possa giovare alla salute e al benessere individuale, talvolta più del ricorso spesso massificato alle medicine. Si pensi, infatti, alla tendenza diffusa a ricorrere ai farmaci anche per curare un banale raffreddore o per calmare un po’ di fisiologica ansia. La signora di Val d’Ultimo, nella sua deliziosa casa adibita alla vendita dei suoi prodotti, oggi organizza anche appositi corsi per l’apprendimento di queste discipline omeoFarmaci_omeopatici.jpgpatiche. Tuttavia, l’attività da lei svolta è stata spesso guardata con sospetto dagli abitanti del luogo, che hanno ribattezzato questa donna la “strega di Val d’Ultimo”. Il fatto di intraprendere un lavoro originale, capace di coniugare ricerca e creatività, ma soprattutto in rotta di collisione con gli schemi tradizionali, ha generato una prevedibile diffidenza, in una collettività che, tanto a monte, quanto a valle, si manifesta riottosa a smarcarsi da un modo di pensare omologato. Nonostante ciò, a sostenere questa coraggiosa signora, nel corso degli anni c’è sempre stato suo marito, oggi purtroppo deceduto. Non è raro, infatti,  vederla all’imbrunire, quando i turisti che hanno fatto sosta da lei se ne vanno, seduta su una panchina di pietra nei pressi della sua abitazione, con uno sguardo pieno di dolce e struggente malinconia. Uno sguardo che si ha solo ricordando chi si è amato dal profondo del cuore evoca un dolore sempre presente in ogni istante della propria vita. A riprova del fatto, che il coraggio di essere diversi premia sempre chi mostra di averlo, donandogli il privilegio di provare sentimenti ed emozioni che ai cosiddetti benpensanti e conformisti sono quasi sempre negati. E se come diceva la regina Elisabetta II: “Il dolore è il prezzo dell’amore”. Forse, proprio per questo vale la pena pagarlo.
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