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4 Dicembre 2024

Sandro Michelini: "Viviamo nel Paese sbagliato"

di Giuseppe Lorin
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Sandro Michelini: "Viviamo nel Paese sbagliato"

Secondo il luminare dell’ospedale San Giovanni Battista dei Cavalieri di Malta, presso il Castello della Magliana - il centro più rinomato nel Lazio per la riabilitazione neuromotoria - una maggiore stabilità sociale e uno sforzo collaborativo più incline al confronto, senza egoismi e nell'interesse dei cittadini, può migliorare anche il benessere psicofisico del singolo individuo

Sandro Michelini è un luminare della nostra medicina. Laureatosi nel 1981 in medicina e chirurgia presso l’Università ‘La Sapienza’ di Roma, in seguito ha conseguito il diploma di specializzazione in chirurgia generale. Dal 1988 si occupa a tempo pieno di angiologia e riabilitazione vascolare, svolgendo la sua attività professionale per l’Ospedale San Giovanni Battista di Roma, dove attualmente ricopre l’incarico di Responsabile Uos 2 D di Degenza e Day Hospital di riabilitazione vascolare. E’ autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche, la maggior parte delle quali in ambito vascolare. Da oltre 10 anni insegna come docente in corsi di riabilitazione vascolare ed è stato presidente e moderatore di numerosi congressi, nazionali e internazionali. Nel 2007 è stato nominato coordinatore della Commissione del ministero della Salute per la stesura delle ‘linee-guida’ sui linfedemi primari e secondari. Lo abbiamo intervistato per ragionare insieme a lui di benessere e di qualità della vita, oggi, in Italia.

Dottor Michelini, può darci, innanzitutto, una sua personale visione su cosa s’intende per ‘benessere’ nella società attuale?
”Quando si parla di benessere, s’intende uno stato di equilibrio psicofisico con se stessi e con gli altri, con chi ci circonda e con il mondo esterno. Non necessariamente deve coincidere con il concetto di felicità: parlando di questi temi, mi viene subito in mente il libro di Paulo Coelho, ‘l’Alchimista’, che sottolinea, nella sostanza, come a volte il benessere lo abbiamo vicino a noi, dentro di noi, ma lo andiamo a cercare lontano, perché non ci accorgiamo di averlo. Se ci riferiamo all’aspetto strettamente fisico, per benessere possiamo intendere uno stato di assenza di dolore e di piena abilità e autonomia nell’affrontare le attività semplici e complesse della vita quotidiana”.

Trova che vi siano divergenze tra le esigenze economico-amministrative del bilancio regionale con quelle del paziente?
”Il problema della spesa sanitaria e, in sostanza, di quanto le istituzioni possano spendere per curare il cittadino, è annoso e difficile da inquadrare. In Italia, per la Sanità viene abitualmente stanziato circa il 9,1% del Pil annuo (circa 114 miliardi di euro all’anno), contro una media europea del 12%. E la spesa annua stimata è di circa 135 miliardi di euro. Ciò significa che, oltre 21 miliardi di costi del settore sanitario in un anno vegnono coperti dai cittadini (e da enti assicurativi privati). Questo ‘sbilancio’ con l’integrazione del privato è destinato a crescere, Ospedale.jpgverosimilmente, nei prossimi anni, in cui si stima che il Pil rimanga pressoché invariato, mentre saliranno i costi complessivi. In Regione Lazio, la situazione rispecchia la media nazionale e, indubbiamente, i cittadini residenti ne risentono, dovendo provvedere a integrare, sia per gli accertamenti da eseguire (spesso con problemi di attesa eccessiva nel pubblico convenzionato), sia per le cure farmacologiche e fisiche (la fascia C di alcuni prodotti e trattamenti fisici fuori dai livelli essenziali di assistenza). La situazione d’incertezza politica, presente anche in Regione dopo gli ultimi risultati elettorali, sicuramente costituisce un’ulteriore difficoltà nella gestione del problema che, ripeto, è un problema nazionale”.

L'attuale situazione d'instabilità generale del Paese può influire sul nostro benessere?
”L’instabilità e l’incertezza, in senso lato, condizionano negativamente lo stato di salute e, quindi, anche quello di benessere, esaltando le componenti emotive e riducendo la soglia di tollerabilità del dolore da parte del soggetto, soprattutto nei malati cronici. E’ vero che la ‘Repubblica ideale’ di Platone è, per definizione, ‘ideale’. D’altra parte, è anche vero che un maggiore sforzo ‘collaborativo’, più incline a un confronto vero tra le forze politiche, nell’interesse del cittadino, contribuirebbe senza dubbio a rendere più stabile la condizione sociale, migliorando il benessere dei singoli. Ma per far questo, vanno messi da parte gli egoismi di parte e gli opportunismi ipocriti: forse, da questo punto di vista, a differenza di altri esempi osservabili nel panorama politico mondiale, viviamo nel Paese sbagliato”.

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NELLA FOTO: IL PROFESSOR SANDRO MICHELINI


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