Cosa succede quando il modo in cui acquistiamo, vendiamo o paghiamo un bene cambia, eliminando la necessità di banche o uffici di cambio della valuta? Neha Narula, ricercatrice di valuta digitale, è stata la prima studiosa a scoprirlo, spiegandolo al mondo attraverso uno storico aneddoto relativo alle vicende dell’antico popolo ‘Yap’
Qualche anno fa, la Federal Reserve di St. Louis a un certo punto ha deciso di porre sullo stesso piano l'assenza di valore intrinseco sia per il Bitcoin, sia per il danaro emesso dalle banche centrali. Ecco perché diventa quanto mai attuale, oggi, la relazione presentata da Neha Narula alla ‘Ted Conference’ di Parigi nel maggio 2016. In maniera molto semplice e dettagliata, la direttrice della ricerca presso la ‘Digital Currency Initiative’ - un dipartimento del Mit Media Lab, dove insegna corsi e conduce criptovaluta e blockchain research – la studiosa ha spiegato molto bene perché il denaro non sia nulla di oggettivo. Lo dimostrano le centinaia di operazioni on line, che ci permettono di pagare qualcuno nel mondo in pochi secondi. Un denaro 'virtuale' a lungo gestito esclusivamente dai sistemi bancari, con enormi rallentamenti e ostacoli generati dai sistemi stessi. Un ostacolo sulla strada dell'innovazione che, oggi, risulta ormai 'bypassato' (e lo sarà sempre di più) da una nuova fase monetaria. E le criptovalute sono il primo passo di questa rivoluzione, in cui il denaro è pensato per funzionare in un mondo senza intermediari. Crittografia, Blockchain, Bitcoin e criptovalute: la ricercatrice Neha Narula ha spiegato bene quali siano gli elementi di questo nuovo sistema economico, nel quale siamo ormai entrati. Un processo che si svilupperà nell'arco dei prossimi anni, in cui il denaro sarà programmabile. La Narula, come tanti suoi colleghi, in questi anni ha contribuito a ridefinire il futuro del denaro, ricercando le criptovalute e fornendo chiarezza su come le valute digitali stanno trasformando il nostro mondo. Di una cosa è certa: "Adesso, è come se fossimo in un mondo che vede la prima automobile. La prima criptovaluta, come la prima macchina, è lenta e difficile da capire e da usare. Il denaro virtuale, come il cavallo e la carrozza, funziona bene. E l'intera economia mondiale si basa su questo”. Neha Narula fu tra le prime stuiose a comprendere cosa fossero le criptovalute, come funzionava la crittografia, cos'era il sitema ‘Blockchain’, da dove venissero i Bitcoin e quale tipo di mondo poteva generare il denaro programmabile. Questa ricrcatrice, infatti, ha scoperto che in tempi antichi, in Micronesia, la moneta corrente della tribu degli ‘Yap’ erano le pietre Rai. Siccome si trattava di una valuta spesso pesantissima, essi non si recavano a fare acquisti portandosi dietro queste pietre, bensì un semplice registro pubblico delle transazioni, in cui era trascritto il patrimonio in ‘pietre Rai’ di ogni singola famiglia della tribù. Un giorno, alcuni marinai, a causa di una tempesta, persero una pietra Rai, pesantissima ma di grande valore, durante un naufragio. Tuttavia, tornati al villaggio, la tribù decise che, sebbene fosse sprofondata in mare, gli sfortunati marinai rimanevano comunque i legittimi proprietari della pietra, la quale manteneva il suo valore perché a contare davvero era il pubblico registro, che tutti gli Yap conoscevano. Attraverso questo racconto, la Narula è stata in grado di spiegare a tutti i presenti della ‘Ted Conference’ di Parigi come funzionassero le criptovalute: la conoscenza collettiva e globale di tutte le transazioni. In sostanza, non c’è nulla di intrinsecamente prezioso in una moneta qualsiasi: essa è solamente uno strumento riconosciuto dalla collettività per legittimare gli scambi, che tuttavia non possiede alcun “valore oggettivo”. Ed è esattamente questa la rivoluzione che sta per imporsi, inesorabilmente, in tutto il mondo.