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25 Novembre 2024

Baggio e le sue scelte di ‘rigore’

di Gaetano Massimo Macrì
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Baggio e le sue scelte di ‘rigore’

Nel calcio c’è molto da fare. Ha ragione Demetrio Albertini che in questi giorni ha manifestato il rammarico per la rinuncia di Roberto Baggio, per tanti indimenticato campione del calcio italiano, alla guida del settore tecnico della Figc. Chi scrive, ricorda ancora la passione con cui seguì quel mondiale del ’94 negli USA con la nazionale di Arrigo Sacchi, quando l’attaccante azzurro sbagliò il rigore con la Nigeria determinando la cocente sconfitta. Dopo anni trascorsi sui campi di calcio di tutto il mondo, alzando trofei importanti, compreso quello forse più ambito, a livello personale, da un calciatore, il pallone d’oro; dopo essere stato inserito dall’autorevole rivista World Soccer al 16° posto nella classifica dei migliori giocatori del XX secolo, nella memoria di molti, anche di chi lo ha idolatrato, si rievoca sempre quel Baggio dell’errore dal dischetto. Ora, le parole indirizzategli da Albertini (oggi vice presidente della Figc), suo ex compagno di avventura proprio in quella torrida estate americana, “con la tua scelta hai perso l'occasione di far parte del cambiamento che, chi come noi ha vissuto il campo, può dare dall'interno del sistema”, suonano amare. Sanno un po’ di sconfitta. Baggio non si è mai ‘inserito’ nel sistema burocratico del calcio. Non partecipava alle riunioni del Consiglio Federale, perché, non avendo diritto di voto, lo riteneva inutile. Il suo progetto di rinnovamento del sistema era stato approvato e finanziato. Qualcosa poi sarà andata storta. Abete, presidente della Figc, in riferimento proprio al progetto, ha dichiarato che “si è fermato lì, non ha fatto il secondo passo. Evidentemente per una scelta di Baggio”. L’ex campione, non sapremo mai forse la verità, ha improvvisamente cambiato strategia. Con un guizzo ha finto il tiro per dribblare l’avversario. Ha fatto bene o male? Vedremo. Quel giorno ti tanti anni fa, scelse forse con lo stesso guizzo mentale di tirare dal dischetto in quel modo. Cosa gli è passato nella testa, sia allora che oggi, non lo sapremo mai. Speriamo solo che questa volta, la scelta sia più vincente. Il calcio italiano ci guadagnerebbe.


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