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21 Novembre 2024

Horror: 10 film da recuperare assolutamente

di Chiara Genovese
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Horror: 10 film da recuperare assolutamente

Qualcuno potrebbe essersi perso uno dei grandi classici del genere: la notte di Halloween potrebbe essere un buon momento per colmare le lacune
 
Halloween è alle porte. E per gli appassionati del cinema horror è un'occasione in più per rivedere uno dei propri film preferiti o scoprirne di nuovi. Qualcuno potrebbe anche essersi perso uno dei grandi classici del genere, ma la notte di Halloween potrebbe essere un buon momento per colmpare le lacune. Ecco 10 grandi classici del cinema horror da recuperare ad Halloween.
 
Rosemary's baby: nastro rosso a New York (1968)
Diretto da Roman Polansky, questo film appartiene a un'epoca in cui i ‘jumpscare’ (salto sulla sedia, ndr) praticamente non esistevano, gli effetti speciali erano molto diversi da come li conosciamo oggi e un film horror, per fare paura, doveva affidarsi quasi interamente alla trama, alla regia e alle performance degli attori. E 'Rosmary's baby' ci riesce benissimo, risultando decisameLocandina_Rosemary_s_Baby_bis.jpgnte ‘disturbante’ grazie all'idea di trasformare uno degli eventi più lieti della vita in un vero e proprio incubo. La pellicola si è anche guadagnata l'oscura fama di film maledetto, probabilmente a causa dell'orribile sorte incontrata da Sharon Tate, moglie del regista, pochi mesi dopo l'uscita del film.
 
L'esorcista (1973)
'L'esorcista', un grande classico del cinema horror diretto da William Friedkin, non ha bisogno di presentazioni: è il film maledetto per eccellenza, intorno al quale ruota una quantità di leggende ed eventi inquietanti. Nel corso dei decenni, molti hanno cercato di replicarne il successo, ma senza mai raggiungere il livello del classico, che ha terrorizzato più di una generazione.
 
Il presagio - The omen (1976)
I bambini sono adorabili, ma nei film horror spesso contribuiscono a dare un tocco d'inquietudine in più. Forse perché si crede che essi siano in grado di vedere cose che gli adulti, più pragmatici e meno sensibili, non vedono più; o forse perché, come nel caso di questo cult del genere horror diretto da Richard Donner, il bambino in questione ha un padre alquanto famoso, che nessuno mai vorrebbe incontrare.

Locandina_Suspiria.jpgSuspiria (1977)
Probabilmente uno dei film più conosciuti (insieme a 'Profondo rosso', che però è più che altro un ‘giallo’, ndr) del maestro italiano del brivido, Dario Argento. La pellicola prende spunto da uno dei più antichi spauracchi nella storia delle leggende spaventose e gli da nuova vita - e nuovo potere - in epoca contemporanea. Il risultato è il concretizzarsi di un incubo: una scuola gestita da streghe, da cui non si riesce a scappare. 

Alien (1979)
Il film di Ridley Scott si è affermato come un capolavoro indiscusso del cinema ‘fantahorror’ (è la pellicola che ha sostanzialmente individuato il ‘filone’, ndr), ridefinendo entrambi i generi dando forma a un vero e proprio ‘franchise multimediale’, oltre ad aver donato all'immaginario collettivo una delle creature più spaventose e riconoscibili mai apparse sullo schermo: lo ‘xenomorfo’, l’alieno ‘insettoide’ realizzato dal premio Oscar per gli effetti speciali, Hans Ruedi Giger. La scelta, rivoluzionaria per l'epoca,  di inserire una protagonista femminile (Sigourney Weaver nel ruolo di Ripley, ndr) contribuì a mettere in discussione gli stereotipi di genere.

Shining (1980)
Nel corso della straordinariamente prolifica carriera letteraria del re del brivido, Stephen King, sono stati moltissimi i suoi libri adattati per il grande schermo, con risultati altalenanti. Tra questi, 'Shining' resta un capolavoro del genere, oltre che uno dei film horror più famosi della storia del cinema. La maniacale attenzione di Kubrik ai dettagli e le magistrali interpretazioni degli attori (indimenticabili Jack Nicholson e Shelley Duvall nei panni delLocandina_Alien_bis.jpgla coppia protagonista, ndr) rendono questo film terrificante perfino per lo spettatore di oggi, 'viziato' da 'jumpscare' e 'splatter'. Non c'è appassionato di horror che non conosca il nome dell'Overlook Hotel e alcune battute della pellicola ("Vieni a giocare con noi, Danny?") sono diventate così celebri, che anche chi non ha mai visto il film saprebbe citarle a memoria. 

La cosa (1982)
Nell'avamposto antartico #31, un gruppo di ricercatori statunitensi combatte la noia, il freddo e l'isolamento come può, quando all'improvvi

so la routine viene sconvolta da un incontro estremamente insolito. Diretto da John Carpenter e basato sul racconto: 'La cosa da un altro mondo', di John Wood Campbell jr. ("Who Goes There?", 1951), il film è divenuto nel tempo un cult del genere 'body horror', grazie ai suoi effetti speciali innovativi per l'epoca e alla magistrale messa in scena. La sensazione di isolamento e la crescente diffidenza tra i protagonisti contribuiscono a costruire un'atmosfera di terrore palpabile. 
 

The Blair witch project - Il mistero della strega di Blair (1999)
Oggi conosciamo bene l'espediente narrativo del 'found footage' (materiale d'archivio ripescato rivisto e manipolato, ndr). Anzi, i fan del genere horror hanno visto così tanti film, che lo utilizzano da essersene quasi stancati. Ma all'epoca in cui uscì 'The Blair witch project', diretto da Eduardo Sánchez e Daniel Myrick, si trattava di una relativa novità, tanto che gli spettatorLocandina_Grudge.jpgi credettero che quanto visto sullo schermo fosse tutto vero. I giovani attori protagonisti scomparirono perfino dalla circolazione per un po', per rendere la storia più credibile. Ciò servì a creare intorno al film, un'aura di mistero e orrore che non si è mai più dissipata e che contribuì a fondare un genere. 

The ring (2002)
Remake di Ring, pellicola giapponese del 1998 diretto da Hideo Nakata, il film di Gore Verbinski ottenne uno straordinario successo alla sua uscita e si affermò come un classico del genere. L'aspetto della spettrale Samara e la sua iconica battuta ("Sette giorni...") sono entrati a far parte dell'immaginario collettivo, contribuendo a rendere 'The ring' un film indimenticabile nel suo genere. 

The grudge (2004)
Il successo di 'The ring' spinse Hollywood ad attingere ancora dal cinema horror nipponico. La scelta cadde su 'Ju-on: Rancore', un film del 2002 diretto da Takashi Shinizu, che ne diresse anche il remake statunitense. Sebbene la trama non sia quanto di più originale il cinema horror possa offrire (fantasmi, case infestate e così via), è il design degli spettri, insieme al loro caratteristico verso strozzato, a renderlo terrificante e ad aver reso 'The grudge', insieme ai suoi seguiti, un cult del panorama horror contemporaneo.

Locandina_Blair_Whitc.jpgLocandina_Ring.jpg


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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