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22 Ottobre 2024

'The Blair Witch Project': il found footage che rivoluzionò il cinema horror

di Chiara Genovese
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'The Blair Witch Project': il found footage che rivoluzionò il cinema horror

In occasione del 25° anniversario dall’uscita nelle sale cinematografiche, ecco la riedizione del film di Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez, divenuto un vero e proprio cult-movie
 
Quest'anno ricorre il 25° anniversario di 'The Blair Witch Project', (noto in Italia con l'aggiunta del sommario: 'Il mistero della strega di Blair', ndr): un film che non solo ridefinì il genere horror, ma riscrisse anche le regole del marketing cinematografico. Uscito negli Stati Uniti il 14 luglio 1999 (il 18 febbraio 2000, anche in Italia, ndr), il film diretto da Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez s’impose come uno dei maggiori fenomeni culturali del cinema horror moderno. E, oggi, è diventato un vero e proprio 'cult-movie'. Eppure, la trama di questo lavoro quasi amatoriale non era particolarmente innovativa: il suo budget era estremamente limitato. Fu il concept sviluppato intorno al film a garantirgli un successo straordinario: un progetto audace, che coinvolse il pubblico in prima persona grazie all'utilizzo di strategie di marketing fino a quel momento inedite, congiunte a un potente ausilio di internet.
 
Minima spesa, massima resa
'The Blair Witch Project' racconta la storia di tre giovani studenti di cinema che, armati di videocamera, si addentrano nei boschi del Maryland per girare un documentario su di una leggenda locale: la storia di Elly Kedward, una donna accusata di stregoneria e condannata a morte secoli prima, la cui maledizione avrebbe causato misteriose sparizioni nei boschi circostanti. Dopo essere a loro volta misteriosamente scomparsi, dei ragazzi vengono ritrovate solo le riprese, che documentano la loro inquietante esperienza.
 
Il 'found footage': una novità
La narrazione fu resa particolarmente realistica tramite l'uso del 'found footage' (filmato ritrovato): una tecnica che oggi è diventata un classico del genere, ma che all'epoca rappresentava ancora una novità (era stata sperimentata per la prima volta in 'Cannibal Holocaust' nel 1980 e riproposta in rare occasioni). L'utilizzo di questa tecnica, insieme all'innovativa campagna pubblicitaria che accompagnò l'uscita del film, spinse molti spettatori a credere che i fatti raccontati fossero realmente accaduti. La qual cosa si tradusse in un successo al botteghino senza precedenti, per un film costato meno di un appartamento in periferia: a fronte di un budget di appena 60mila dollari, il film ne incassò oltre 248 milioni.
 
Quando la
Croci_nel_bosco.jpg finzione diventa realtà
Ciò che rese 'The Blair Witch Project' un fenomeno culturale, oltre alla sua narrazione inquietante, fu la manovra di marketing straordinariamente ingegnosa messa in atto dai suoi creatori. Gli autori sfruttarono internet, all'epoca ancora una novità per molti, come veicolo principale per diffondere la leggenda della strega di Blair. Prima dell'uscita del film, infatti, fu lanciato un sito web dedicato, che presentava dettagliatamente la “vera storia della strega”; le biografie dei tre ragazzi scomparsi; articoli di giornale e riviste, naturalmente 'fake', che documentavano la loro sparizione e le vane ricerche. Inoltre, furono distribuiti volantini e poster che ritraevano i volti degli attori nelle città dove il film sarebbe stato proiettato, contribuendo a rafforzare l'illusione che si trattasse di un evento realmente accaduto.
 
Altre idee
Le proiezioni nelle sale furono accompagnate da ulteriori strategie, atte a confondere ancora di più il confine tra realtà e finzione. Per esempio, i produttori evitarono di far apparire i tre attori protagonisti in pubblico prima della distribuzione del film, alimentando la convinzione che fossero davvero svaniti nel nulla. Anche alcuni canali televisivi parteciparono alla messa in scena, trasmettendo documentari fittizi, che esploravano il 'mistero' della strega di Blair e quello della scomparsa dei tre ragazzi.
 
Primo esempio di diffusone virale

La storia divenne in breve tempo virale. E la curiosità, generata dalla leggenda, portò milioni di spettatori nelle sale cinematografiche. Una manovra irripetibile al giorno d'oggi - in cui praticamente tutti dispongono di un collegamento a internet e smascherare i 'fake' è diventato facilissimo - ma vincente per l'epoca, poiché gettò le basi per un nuovo modo di pensare il cinema horror.
 
L'eredità di 'The Blair Witch Project'
A distanza di 25 anni, la pellicola continua a essere un punto di riferimento del cinema horror e del marketing cinematografico. Ha dato vita ad un'intera generazione di 'film found footage', tra cui alcuni titoli celebri, come 'Paranormal Activity' o 'Cloverfield'. Opere che hanno adottato, o addirittura perfezionato, il modello ideato da Myrick e Sánchez.
 
L’idea di horror
L’eredità più duratura di 'The Blair Witch Project' è l'idea che un film non sia solo un prodotto, ma un'esperienza immersiva, che può estendersi ben oltre la sala cinematografica. 'The Blair Witch Project' ha dimostrato come la narrazione di un film non debba per forza finire con i titoli di coda, ma possa proseguire in altre forme, grazie all'uso creativo dei media e alla capacità di coinvolgere lo spettatore su più livelli: un esempio di mutualismo. Oggi, in un'epoca dominata dai social media e dal content marketing, le tecniche innovative introdotte da 'The Blair Witch Project' sono diventate la norma, piuttosto che l'eccezione. Eppure, guardando indietro, è difficile non riconoscere quanto questo film e il progetto che lo accompagnò si siano rivelati rivoluzionari e audaci per il loro tempo.
 
La paura senza che accada nulla
In definitiva, il successo di 'The Blair Witch Project' risiede non solo nella sua capacità di spaventare, ma anche - e soprattutto - nel modo in cui ha saputo manipolare la percezione del pubblico, rendendo indistinguibili la realtà e la finzione. In un mondo in cui le leggende urbane e le 'fake news' possono diffondersi con allarmante rapidità, il film ci ricorda l'enorme potere delle storie e quanto sia facile smarrire il confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è.

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QUI SOPRA: UN FRAME DEI 3 PROTAGONISTI DI 'THE BLAIR WITCH PROJECT'

AL CENTRO: IL RITROVAMENO TRA I BOSCHI DEL MARYLAND DI RITUALITA' SATANISTE

IN APERTURA: LA LOCANDINA DEL FILM


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale