Filastrocca semiseria su un amore impossibile dopo il tiro poco mancino delle recenti elezioni amministrative francesi
Donna di destra dall’ira funesta,
tu sei una ‘femme fatale’ al profumo di Vichy.
Marine, te ne prego, non venirmi a molestar:
devo prender la Bastiglia e non ti posso amar.
Però è bella la Marine, una grande ‘francesona’,
ma io non l’ho bevuta: preferisco lo champagne.
Eppure sai, Marine, te lo scrivo sopra a un foglio:
anch’io provo l’orgoglio per le nostre due nazion.
Marine sì che ha le ‘palle’ e la Francia sulle spalle,
la guerra sottopelle e l’Europa sui marron.
Quanto è bella la sua Francia, con la fisarmonica a tracolla,
le sue magliette a strisce e nell’ascella una baguette.
Carissima Marine, così bionda sei carina:
pensa che Morandi ti voleva anche sposar.
Ricordo quella volta che vinsi le paure,
mi spinsi oltre la ‘scure’ e una ‘destra’ andai a baciar:
mi disse ch’ero un uomo che restava nel ricordo,
ma fu solo un voltafaccia e un altro andò a sposar.
Marine è assai sincera, una donna schietta e vera:
ti frigge le sue uova e in testa te le dà.
Marine è troppo grande, è alta come un uomo:
ti senti un barboncino che un’alana vuole amar.
Sarà dinamitarda, sarà anche un po’ strana,
ti sveglia con la spingarda invece del caffè.
Ti urla nell’orecchio, ti fa sentir le voci,
che così capisci a Giovanna come andò.
Eppure io la vedo coi suoi sogni nel cassetto,
la Tour Eiffel sul letto e un poster di Delon.
Lei non è fascista, è solo una ‘gaullista’:
distingue con l’accetta la Francia dall’Islam.
La musica è finita, gli amici se ne vanno:
Marine ha fatto il danno, ma l’Unione trionferà.