Un’occasione per rafforzare la lotta contro le discriminazioni e le violenze, una giornata in cui ricordare le conquiste sociali e politiche delle donne, un momento per riflettere sui passi ancora da compiere: la festa della donna è tutto questo e molto di più
In alcune parti del mondo, purtroppo, i diritti delle donne sono ancora limitati, talvolta del tutto negati. Per tradizioni arcaiche o interpretazioni sbagliate delle religioni, ci sono Paesi in cui esse non possono uscire da sole, non possono studiare, votare o guidare, scegliere il ragazzo con il quale fidanzarsi e sposarsi. La follìa vuole che nel mondo ci siano luoghi in cui le bambine vengono date in spose a uomini adulti o le donne siano obbligate a coprirsi interamente con abiti che le rendono anonime e irriconoscibili. Proprio a queste donne vogliamo dedicare questo servizio di approfondimento, affinché la nostra mente possa interrogarsi sul perché di certe realtà e su quale sia la ricetta giusta per poterle cambiare.
Le origini della ricorrenza
Tutti sanno perché si festeggiano il Natale, la Pasqua e le altre feste religiose o nazionali. Meno note, invece, sono le motivazioni per le quali è stata ufficialmente istituita una giornata in onore delle donne. La tradizione narra che la Festa della donna sia stata istituita nel 1908 in memoria delle operaie morte nel rogo della fabbrica ‘Cotton’ di New York. Questa, in realtà, è solo una leggenda nata negli anni successivi alla seconda guerra mondiale. La Giornata internazionale della donna nacque ufficialmente negli Stati Uniti, il 28 febbraio del 1909. A istituirla fu il Partito socialista americano, che in quella data organizzò una grande manifestazione in favore del diritto delle donne al voto, che presto diede vita ad altre manifestazioni aventi come scopo la rivendicazione dei diritti femminili, tra cui il miglioramento delle condizioni di lavoro e l’aumento del salario. Nel marzo del 1911, nella fabbrica ‘Triangle’ di New York, si sviluppò un vasto incendio in cui persero la vita 146 lavoratori, in maggioranza di genere femminile. Questo è probabilmente l'episodio da cui è nata la leggenda della fabbrica ‘Cotton’. Da quel momento in avanti, le manifestazioni delle donne si moltiplicarono e, in numerosi Paesi europei, nacquero delle giornate dedicate alle donne.
Perché l’8 marzo
La data dell'8 marzo entrò per la prima volta nella Storia come Festa della donna nel 1917 quando, proprio in quel giorno, le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guerra, dando così vita alla ‘Rivoluzione di febbraio’. Fu dunque a causa questo evento, a cui si ispirarono le delegate della Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, riunitesi a Mosca, a far cadere la scelta definitiva sull'8 marzo come data in cui istituire la Giornata internazionale dell'operaia.
La festa in Italia
In Italia, la Festa della donna iniziò ad essere celebrata nel 1922 con la stessa connotazione politica e sociale che aveva contraddistinto gli Stati Uniti all’inizio novecento. L'iniziativa prese forza nel 1945, quando l'Unione donne italiane (Udi) formata dalle federazioni femminili del Psi, del Pci, del Partito d'Azione, della Sinistra cristiana e di Democrazia del Lavoro, celebrarono la Giornata della donna nelle zone dell'Italia già liberate dalla dittatura. L'8 marzo del 1946, per la prima volta in tutto il Paese, venne ricordata la Festa della donna ed è stata scelta la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, come simbolo della ricorrenza.
Festeggiare oggi
L'8 marzo si festeggia per ricordare la conquista di diritti dietro ai quali ci sono anni di battaglie femminili e i grandi sforzi compiuti da parte delle generazioni che ci hanno preceduto, grazie alle quali le donne oggi possono godere di una generale uguaglianza con gli uomini. A distanza di un secolo, si rinnova quella che dovrebbe essere l’occasione per ricordare tutte le donne che si sono sacrificate per rivendicare pari opportunità di vita e un trattamento uguale a quello degli uomini e per riportare l’attenzione della comunità internazionale sui milioni di donne che, nel mondo, vedono negati i propri diritti, a partire da quelli più essenziali. L’8 marzo dovrebbe essere un giorno per stare vicino, sia personalmente, sia moralmente, a tutte le donne che, anche nel nostro stesso Paese, continuano a subire violenze, ingiustizie e soprusi, senza permettere che il significato di questa festa venga gettato nel ‘tritacarne’ dell’indifferenza o del consumismo.
Salva