Cinema, musei e mostre, ma anche spettacoli sportivi. Così impiegano il tempo libero gli italiani. In alcuni casi la differenza tra i sessi è evidente. Musica e teatro agli ultimi posti. A Bolzano i maggiori fruitori di attività culturali. Segue il Lazio e il Friuli. Il sud, al solito, fa da fanalino di coda
Come spendono il tempo libero gli italiani? La prima scelta ricade sul cinema. Rappresenta la principale voce per quanto concerne la fruizione di attività culturali nel Paese, anche se rispetto agli ultimi anni il flusso dei cinefili è diminuito. Tutti, alla fine, preferiamo accomodarci in poltrona e goderci, per esempio, “Sole a catinelle”, (il film di Checco Zalone, campione di incassi nella stagione ’13-‘14 con 51.933.479 €). Secondo l’indagine “Aspetti della vita quotidiana” dell’Istat, il 49,1 % dei maschi e il 45% delle femmine ha scelto proprio il cinema per impiegare il proprio tempo libero.
Al secondo posto per gradimento si attesta lo sport, non quello praticato, ma quello professionale seguito allo stadio, nei palazzetti dello sport o in televisione. Un discorso che vale di più per il sesso forte, perché si sa che la maggior parte dei maschietti predilige il calcio. Per cui, alla categoria ‘spettacoli sportivi’ i maschi rispondono positivamente con il 34,1%. Le donne si perdono tra mostre e musei. E non sono né più snob né più raffinate dei signori uomini: in perfetta parità dei sessi (25,8% maschi e 25,9% femmine) si acculturano tra un Tiziano (l’esposizione alle Scuderie del Quirinale a Roma è stata tra le più visitate d’Italia) e un Picasso o un Modigliani al Palazzo Reale di Milano. Un vero e proprio boom lo ha registrato “Il Palazzo Enciclopedico” alla Biennale Arti visive di Venezia: 475 mila visitatori nel 2013. E tanto per dimostrare o illuderci di essere un Paese culturalmente aperto, la mostra dedicata all’artista cinese Zhang Huan a Palazzo Pitti di Firenze si è piazzata al secondo posto per numero di visitatori. L’alternativa culturale ai musei, sono i siti archeologici e i monumenti. Anche qui continua più o meno la parità dei sessi: 21,3% maschi e 20,2% femmine. Il Colosseo, Pompei (nonostante l’incuria in cui versa) e gli Uffizi a Firenze registrano gli indici di gradimento più alti.A questo punto, soddisfatti gli appetiti culturali, nella scelta su cosa fare lontano dagli impegni di studio o di lavoro, gli italiani preferiscono le discoteche e le balere. Si tratta del 19,6 % e sono soprattutto giovani, ovviamente. Oltre la metà è compresa tra i 15 e i 34 anni, ma la punta più elevata si tocca con il 70% dei ragazzi e il 67,7% delle ragazze tra i 18 e 19 anni.
Il teatro riesce a ritagliarsi una fetta di interesse marginale, collocandosi al sesto posto di questa speciale classifica. Sono di più le donne (19,9%) rispetto agli uomini (17%) le maggiori frequentatrici. Nella scorsa stagione del resto, proprio un titolo ‘al femminile’ è stato tra i più applauditi: My Fair Lady al Sistina di Roma, con Vittoria Belvedere e Luca Ward.
Al penultimo posto troviamo i concerti di musica. Eppure l’Italia nel 2013 ha ospitato alcuni tra i più famosi big della scena musicale. Primo fra tutti Roger Waters, il bassista e cantante dei Pink Floyd, che a Padova ha riportato lo show “The Wall”. Indimenticabile è stato il “Boss” Bruce Springsteen a San Siro, Roma è stata invasa dai fans dei Muse e potremmo continuare ancora. Mark Knopfler al Forum di Milano e Bob Dylan all’Atlantico di Roma, tanto per citarne altri, chiudono una lista zeppa di personaggi illustri. C’è da sottolineare però che il costo del biglietto di un concerto è ben più elevato di un ingresso al cinema e due conti in tasca di questi tempi sono d’obbligo.
Ben altra storia è quella della musica classica, dove la stagione concertistica attira di meno, come è facilmente intuibile. Solletica appena il 9,1% della popolazione. A parte i costi, è culturalmente sentita come più elitaria, ma forse paga lo scotto di non avere ottimi comunicatori. Fanno eccezione personaggi come Giovanni Allevi, che registra sempre il ‘tutto esaurito’ nelle tappe dei suoi tour.
Questi, dunque, i vari modi con cui scegliamo di spendere il nostro tempo per divagarci. Uno sguardo di insieme mostra che la fruizione di attività culturali è maggiormente concentrata al Centro-Nord. Il Sud e le Isole, come spesso accade, ricoprono il ruolo di fanalino di coda. L’unico sorpasso lo compie la Calabria ai danni del Piemonte. Il 7,8% dei calabresi, a quanto pare, è più appassionato di musica classica rispetto ai piemontesi (7,4%). Un discorso a parte merita di essere compiuto per la provincia autonoma di Bolzano. Ultima per quanto riguarda le voci ‘cinema’ e ‘siti archeologici’, svetta in tesa alla classifica, invece, per tutte le altre categorie che abbiamo sopra elencato. L’area del Nord-Est, considerate Bolzano, Trento e il Friuli, è quella che maggiormente in Italia si dedica a mostre e musei. Un primato che mantiene ormai da diversi anni. Riassumendo, si evidenzia come uomini e donne tendano a svagarsi in maniera differente. I primi prediligono di più il cinema e le manifestazioni sportive e sono superati dalle seconde solo nella partecipazione a eventi teatrali. Per il resto, il divario resta minimo, eguagliandosi nella musica classica.
E chiudiamo con una considerazione di più ampio respiro. I dati sulla spesa delle famiglie per cultura e tempo libero, all’interno dell’Unione europea, indicano al primo posto la Finlandia (11,3 ml di euro) seguita da Svezia e Danimarca. L’Italia è al 20° posto su 27 con 7,3 ml. Numeri che significano quanto ancora c’è da migliorare. Con politiche più adeguate che incentivino la fruizione degli spazi culturali, forse potremmo risalire un po' in classifica.