Un fenomeno che necessiterebbe una crescente attenzione da parte di studiosi, enti pubblici, terzo settore e media: una realtà riguardante persone sole, volutamente isolate dalla società, anziani con alle spalle drammi familiari, divorzi e perdite di figli
Il barbonismo domestico è la vita degli invisibili. E’ quel fenomeno che nasconde nel proprio guscio di casa il ricordo di ciò che si era e le mura imprigionano la propria assenza. Una forma di esclusione sociale, determinata da eventi drammatici o di povertà estrema. Un vivere nascosto da una porta di casa non semplice da affrontare. I comuni hanno messo a disposizione assistenti sociali e personale specializzato. Ma si tratta di una realtà che necessita di maggiori e più adeguati approfondimenti, malgrado in questi ultimi anni abbia raccolto una crescente attenzione da parte di studiosi, enti pubblici, terzo settore e media. Uno degli ultimi studi sul barbonismo domestico, condotto dalla Caritas, riguarda l'area metropolitana di Roma. La ricerca riferisce il fenomeno prevalentemente a persone adulte o anziane, sole, con drammi familiari, lutti o perdite di figli. Queste persone, con le loro fragilità, hanno reagito diversamente ai problemi, fuggendo. Tra alcool, azzardo e droga, spesso sono affette da dipendenze. Essi convivono con la sofferenza. Eppure, spesso, hanno passati normali, ma presenti anonimi. Proprio per questo, le loro storie di solitudine quotidiana li conducono all’infelicità più esasperante. I barboni domestici hanno paura della relazione, evitano il contatto fisico, temono di essere visti. Tuttavia, non sanno stare da soli. Si rifugiano dentro casa, cercando 'compagnia' tra le cose trovate, i ricordi, le piante del terrazzo o gli animali di casa. Un po' come fanno gli 'hikikomori' (dal giapponese ‘stare in disparte’, ndr): giovani tra i 14 e i 30 anni che si rinchiudono nella propria stanza per paura di vivere e cercando di distrarsi. E quando ci si sente diversi, in queste persone scatta qualcosa che le fa sentire uno scarto della società, indegne di un sorriso o di essere aiutate. E l'uomo si fa scadente, mediocre, ordinario, uguale a tutti gli altri, diventando invisibile al mondo. Il barbonismo domestico ha origini psichiatriche: è connotato dall'incapacità di gestire la propria quotidianità negli aspetti più elementari, come la cura di sé, l'alimentazione e, soprattutto, da un rapporto complesso e controverso con la propria abitazione, vissuta non come luogo fisico di realizzazione di sé e di costruzione della propria identità, ma come specchio e manifestazione di disagi più profondi. Bisognerebbe avvicinarsi a queste realtà, per riportare dignità e rimettere al centro le persone, stimolando maggior fiducia nel prossimo, al fine di riportare alle relazioni individuali e, al contempo, ricreare un’identità collettiva. Per una vita sociale più sana e inclusiva.