Il ministro degli Interni rassicura la cittadinanza su eventuali atti di terrorismo di matrice 'jihadista': l’importanza di vivere in una società basata su principi che mettono al centro l’uomo e la democrazia
Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, intervistato dal Tg1, ha di recente affermato che "le organizzazioni terroristiche internazionali, quelle più organizzate sulla narrazione jihadista, hanno lanciato un appello all'attivazione delle persone legate a questi ambienti. Ma la nostra attenzione è molto alta e siamo abbastanza organizzati: confidiamo sulla capacità delle nostre forze di polizia e della nostra intelligence. Un’attenzione”, ha concluso il ministro, “che però andrà sicuramente rafforzata". Il titolare del Viminale ha chiamato il prefetto di Roma, Lamberto Giannini e il questore della capitale, Carmine Belfiore, per complimentarsi di persona "per la saggia e attenta gestione dell'ordine pubblico da parte delle forze dell'ordine che, con grande professionalità ed equilibrio ancora una volta hanno saputo garantire la sicurezza pubblica, anche in alcuni momenti di particolare complessità".
In effetti, Roma ha una risorsa che altre città d’Europa non conoscono più: la solidarietà. Godere ancora di una partecipazione attiva della cittadinanza è un’importante viatico contro gli estremismi, i radicalismi e la delinquenza in generale. Bisogna investire nelle scuole, nei giornali indipendenti, su teatri, cinema, associazioni, mostre e altri luoghi di scambio culturale accessibile a tutti. Ciò permette di mantenere una forte coesione sociale, che nemmeno Milano riesce a offrire. In linea generale, le nostre città sono sempre affette dalla criminalità, perché non offrono più luoghi di crescita comune, se non centri commerciali. La polizia e l’esercito possono far poco di fronte a una popolazione che non riconosce valori condivisi e pensa di farsi valere solo con la forza. Invece, è importante non perdere di vista i valori conquistati socialmente, con lo studio e, a volte, anche con gli scontri studenteschi. La nostra è una civiltà complessa e debbono prevalere quei princìpi che hanno permesso il costituirsi delle democrazie. Le quali, vanno anch’esse difese e non considerate come un qualcosa di acquisito o di anarchico. Libertà nella responsabilità: questa è l’equazione più corretta.