Da oltre quarant’anni agitano i loro vessilli in nome dell’amore, della gloria e dell’orgoglio nei confronti della loro città. E con bandiere, musiche, costumi, suoni, ritmi, armi e armature, ne rievocano il periodo di massimo splendore artistico e culturale
Un realistico ‘tuffo’ nel passato ci riporta indietro nella Firenze del ‘500. E gli oltre cinque secoli successivi cadono nel più totale oblio. È quello che accade quando si assiste a una delle spettacolari esibizioni dei Bandierai degli Uffizi, gli sbandieratori ufficiali della città di Firenze e del Corteo della Repubblica Fiorentina. Accade in occasione delle più importanti manifestazioni cittadine o in particolari ricorrenze, come convegni, raduni e celebrazioni sportive.
È come riavvolgere il nastro di un vecchio film: si preme ‘rewind’ e, come per magia, le atmosfere, i colori, i costumi, i drappi, i gonfaloni, le musiche e i ritmi rinascimentali riprendono forma e vita. L’imperioso rullare dei tamburi inizia a squarciare il silenzio e l’ambiente circostante inizia ad animarsi in una rappresentazione dal gusto antico. Lo spettatore è rapito e proiettato all’interno di una festa colorata, vivace, allegra e multiforme.
Il gruppo, composto da sbandieratori, musici, dame rinascimentali e figuranti armati, ha come obiettivo il diffondere l’arte del ‘maneggio della bandiera’. Bandiera che è sì emblema e orgoglio di appartenenza a uno Stato, a una Contrada o a un Casato, ma che, al contempo, grazie al suo festoso giostrare è divenuta strumento di spettacolo e di intrattenimento. Così accadeva nella ‘grande’ Firenze medicea, nella città degli Uffici e delle 16 Magistrature, che gli sbandieratori rappresentavano e hanno contribuito a rendere il centro italiano culturalmente più progredito, a quei tempi.
Tutte le loro evoluzioni, frutto non di improvvisazione né di fantasia, sono il risultato di un preciso allenamento che esige il rispetto delle figure e dei movimenti del passato. La parola d’ordine per i Bandierai è ‘orgoglio’. Orgoglio di essere gli abitanti della città che ha dato i natali a Dante, Boccaccio e Machiavelli, che accolse artisti insigni come Giotto, Michelangelo, Brunelleschi, Botticelli e Donatello e che diede una lingua all’Italia. Orgoglio che gli sbandieratori vogliono diffondere e mantenere alto, attraverso la celebrazione delle più antiche tradizioni di Firenze. Anche per questo motivo il gruppo aderisce al ‘Calcio Storico Fiorentino’, sport risalente al XVI secolo (allora chiamato ‘calcio in livrea’), che ha gettato le fondamenta del calcio moderno. L’associazione degli sbandieratori ha recentemente raggiunto i 40 anni di ‘attività’ e le loro colorate esibizioni, accolte sempre con molta simpatia, possono vantare presenze sempre più frequenti. Sia sul territorio nazionale che estero.
Un anniversario che festeggiamo con Antonio Marrone, presidente dell' Associazione “Amici dei Bandierai degli Uffizi”, facendoci spiegare la storia dei Bandierai e il legame con la loro amata città.
Antonio Marrone, a nome di tutti gli sbandieratori, può trasmetterci il sentimento che anima un Bandieraio degli Uffizi e il valore che ha esserlo?
“Sicuramente la sensazione più grande che si prova nell'essere un bandieraio è l'orgoglio e la responsabilità di rappresentare Firenze. Questo è un valore fondamentale che viene insegnato non solo ai bandierai, ma a tutti i membri del Corteo della Repubblica Fiorentina del quale facciamo parte. La tessera del corteo storico, che ogni bandieraio deve possedere, riporta, infatti, la dicitura: Ricordati che rappresenti Firenze”.
Siete i custodi della storia della città: la Firenze del '500.
“Il Rinascimento viene identificato come apice dell'orgoglio fiorentino. Orgoglio che si tramanda anche attraverso il ‘calcio storico’, il quale consiste nella rievocazione della famosa partita giocata il 17 Febbraio 1530 dove i fiorentini, assediati dalle truppe di Carlo V, si misero a giocare a palla. La loro intenzione era, infatti, quella di mostrare indifferenza: tutto tranne che preoccupazione per l’assedio”.
Come si diventa Bandierai: possono diventarlo tutti o esiste un regolamento?
“Il Corteo della Repubblica Fiorentina è di origine militare. Quindi possono farne parte solo gli uomini. Ma tutti gli uomini possono diventare bandierai: ogni anno organizziamo dei corsi per sbandieratori e tamburi, sia per adulti che per bambini dai 6 anni in su. Tutto completamente gratuito. Imparare non è affatto semplice. Ma con molto impegno e dedizione, i nuovi bandierai, già nell’arco di un anno, sono in grado di esibirsi”.
Qual è il legame ideologico che vi unisce ai vostri antenati, gli sbandieratori che rappresentavano le 16 Magistrature della Firenze rinascimentale?
“Noi Bandierai degli Uffizi cerchiamo di ricalcare nei minimi dettagli le movenze e il portamento dei nostri antenati. Il legame è quindi molto forte: vogliamo rendere ‘palpabile’ l’orgoglio di quella Repubblica che continuiamo a rappresentare”.
Qual è l’atteggiamento dei concittadini fiorentini nei vostri confronti?
“Il nostro gruppo è conosciutissimo e apprezzato ovunque. Soprattutto dai nostri concittadini. Quando ci esibiamo in occasione delle maggiori feste cittadine – come lo scoppio del carro, la cavalcata dei magi e il calcio storico fiorentino – riceviamo sempre grandi consensi. Possiamo dire con certezza che i fiorentini sono assolutamente orgogliosi dei Bandierai degli Uffizi”.
Le vostre esibizioni vengono retribuite o rispondono soltanto alla vostra passione?
“Il gruppo è composto esclusivamente da volontari. Ci esibiamo unicamente per passione e per la soddisfazione di rappresentare Firenze. In Italia e nel mondo”.
Qual è il filo conduttore che vi ha spinti ad aderire al Calcio storico fiorentino?
“Più che adesione, i Bandierai degli Uffizi sono parte integrante del Corteo della Repubblica Fiorentina. Tra l’altro, il gruppo, fondato nel 1973 dall’attuale direttore del Corteo della Repubblica fiorentina, Luciano Artusi, ha da poco compiuto e festeggiato 40 anni di storia”.
Che differenza intercorre tra i Bandierai degli Uffizi e tutti gli altri sbandieratori, sia nazionali che internazionali?
“In tutta Italia esistono centinaia di gruppi di sbandieratori. Credo, però, che il nostro si differenzi da tutti gli altri sia per la sua storia, che per la città che rappresenta. Possiamo inoltre vantare un ‘curriculum’ incredibile, che probabilmente nessun altro gruppo di sbandieratori possiede. Solo per citare un esempio, voglio ricordare che abbiamo inaugurato 3 campionati del mondo di calcio. Ogni anno poi, in Piazza della Signoria, organizziamo una importantissima gara di sbandieratori: il “Trofeo Marzocco”, giunto alla sua XXI edizione. Da due anni abbiamo indetto anche il “Bandierai day”: un’iniziativa a scopo solidale durante la quale ci esibiamo in una delle piazze più importanti della città, raccogliendo fondi che saranno interamente devoluti a diversi enti. Il ricavato della giornata di quest'anno sarà destinato in favore della Lilt di Firenze (Lega italiana per la lotta contro i tumori). Infine, in occasione della proiezione del film realizzato per il nostro 40° anniversario, il gruppo è stato decorato con la Medaglia di Rappresentanza, conferitaci dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Per questi e per tantissimi altri motivi, il gruppo dei Bandierai degli uffizi credo si possa ritenere ‘unico’ e differente da tutti gli altri”.
I vostri spettacoli vogliono essere solo un momento di intrattenimento e di festa, oppure c’è qualcos’altro?
“I nostri spettacoli si svolgono di solito in particolari occasioni: rievocazioni, ricorrenze, feste cittadine e nazionali. Ma l’introduzione del “Bandierai day” rappresenta il tentativo di fare sempre qualcosa in più. Più di un semplice spettacolo e di un momento di festa, quindi. Abbiamo la fortuna di riscuotere grande partecipazione popolare alle nostre manifestazioni: ci sembra importante e doveroso ‘sfruttare’ questa partecipazione per contribuire alla beneficenza”.
Sia all’interno del vostro gruppo che fuori, al cospetto con altri bandierai, c’è ‘faziosità’, campanilismo e competizione?
“Credo non ci sia, almeno da parte nostra, nessun tipo di faziosità o di campanilismo. Nei confronti di nessuno. All'interno del nostro gruppo sono nati anche rapporti che vanno oltre l'amicizia. Ma anche con gli altri sbandieratori, c’è sempre un clima di stima e di rispetto. D’altronde, come potrebbe essere altrimenti: sono persone che condividono la nostra stessa passione. Non a caso, come esempio di ‘unione’, tengo a ricordare il gemellaggio recentemente siglato tra i Bandierai degli Uffizi e il gruppo di Sbandieratori della città de L'Aquila”.
Le vostre esibizioni richiedono un'assidua e precisa preparazione atletica: quanti giorni e quante ore della settimana dedicate agli allenamenti?
“Le nostre esibizioni sono spesso molto complesse. E per arrivare a svolgere correttamente alcune figure più articolate e difficili, si possono impiegare anni di allenamenti. Sbandieratori e tamburini si allenano 2 volte a settimana, provando ripetutamente passaggi e coreografie, poiché è fondamentale sia la precisione nei lanci, che la coordinazione con la musica”.
Siete guidati da qualcuno: una sorta di 'trainer' che custodisce i segreti delle coreografie tradizionali?
“Sia gli sbandieratori che i tamburini hanno a loro disposizione delle persone che gestiscono gli allenamenti. Si tratta solitamente dei più esperti dei nostri membri, i quali studiano continuamente coreografie nuove che poi insegnano e cercano di far mettere in pratica agli atleti durante gli allenamenti”.
Foto di Giuseppe Sabella