Lo scritto di Massimo Bomba di distingue nettamente dalla letteratura di settore, poiché rifugge da schematismi e astrazioni per raccontarci l’universo e le stelle secondo una chiave interpretativa ‘meta-storica’: un punto di vista diverso dal solito, culturalmente ricco e interessante
A chi non piacerebbe scoprire la verità su alcuni fatti del passato, che ci hanno lasciato perplessità e incertezza? Magari approfondendo e leggendo tra le righe quel particolare taciuto, che proprio non poteva essere rivelato, pena: la creazione di profonde turbative al sistema sociale dell'epoca. Cpsì facendo, è possibile rintracciare il messaggio dell'autore di un libro, che lo riservava a quanti avessero gli strumenti cognitivi per decifrarlo, senza correre rischi personali. Questa premessa è indispensabile per apprezzare il libro di Massimo Bomba, dal titolo: ‘E la papessa chiese alla luna’ (SarpiArte Edizioni), nel quale questo stilista e pittore si cimenta in un lavoro che affronta il tema dell'oroscopo in una maniera significativamente fuori dalla consuetudine. All’autore non interessa sviscerare le influenze degli astri sul carattere o il futuro dei nati segno per segno (come praticamente chiunque scriva sull'argomento), bensì seguire un doppio percorso che somiglia tanto a un sentiero a ostacoli. Si parte, infatti, dal ritrovare gli elementi che contraddistinguono ogni segno nel comportamento, oppure il carattere di personaggi più o meno noti, ma poi si prosegue con un'anamnesi storica propriamente detta, risalente a chi di oroscopi scrisse in passato: figure poco conosciute, ma non per questo meno interessanti. Come per esempio, Orazio Morandi, che nel XVII secolo fece un oroscopo poco gradito a un papa spigoloso come Urbano VIII e, per questo, ebbe a subire processi e persecuzioni come, del resto, il suo amico, Galileo Galilei, che pure affrontò, con l'impegno che lo contraddistinse, la disciplina degli astri. Ma Massimo Bomba fa ancora di più: la sua analisi sconfina verso la mitologia greca, alla ricerca delle fonti dell'astrologia occidentale, mettendo in piena luce tutti i significati reconditi che, per osmosi, sono passati dalle caratteristiche delle divinità maggiori, minori, semidei ed eroi, alle prerogative dei vari segni. Un esempio? Il nome dei pianeti del nostro sistema solare e la similitudine con le deità dell'Olimpo: Giove, padre degli dei e dispensatore di doni; Saturno, il tempo che tutto distrugge e ricrea; Marte, dio della guerra, impulsivo e coraggioso; Venere, dea dell'amore e della bellezza; Mercurio, commercio e velocità. E così via... Analoga operazione è stata fatta con le costellazioni, non solo dagli antichi ma anche dai moderni, via via che nuovi corpi celesti venivano scoperti. Si compone, così, un nuovo linguaggio che scava sotto la superficie, rivelando qualcosa che non avremmo mai potuto sospettare. Già nel titolo, che fa riferimento alle due figure più introspettive dei tarocchi: la Papessa e la Luna. La Papessa, il cui significato è accumulo di conoscenza e sapere, studi, testi, scritti, libri, documenti, segreti e non detti, astrologa; la Luna, madre cosmica, profondità interiore, passato, memoria, storia. È palese il tentativo gnoseologico dell’autore, il quale offre nuove ‘chiavi’ d'interpretazione che non possono sfuggire certamente a lettori e appassionati dell'argomento, trasformando quest'opera in una pietra miliare nella letteratura del settore.