Opera prima dello scrittore Ciro Pinto, edita da ‘Draw Up’, che travolge per la trama, le visuali introspettive e retrospettive, il ritmo narrativo: un romanzo magistrale, sullo sfondo della più generale difficoltà economica italiana
Andrea Torreggiani, giovane dirigente di un azienda in crisi del milanese, è anche un appassionato scrittore. Si trasferisce nel senese, a Cetona, ospite di un amico, per completare un suo romanzo nel quale affrontare la sua dimensione interiore e riuscire a risolvere ‘Il problema di Ivana’ (Draw Up edizioni), che dà il titolo all’opera. Qui, il ‘biondino’ dalle mille donne e sfaccettature vive con foga e passione una storia d’amore con Laura, trovando la sua cornice nella natura, nella quale si riflette tutta l’esuberanza e la determinazione della donna, che porta avanti un progetto di rivendicazione generazionale, di contro alla capricciosa e volubile Sara, con cui pure lo scrittore imbastisce una relazione. Il suo tormento, però, è dipanare la matassa del problema di Ivana: la dirigente di un’altra azienda in crisi, espressione della più generale difficoltà economica italiana.
‘Il problema di Ivana’, opera prima dello scrittore Ciro Pinto, è un lavoro magistrale: “Un romanzo profondo, tridimensionale, in cui percezioni, odori e sapori hanno la forza di emergere come vissuti realmente”, scrive nella prefazione di Alessandro Vizzino, scrittore ed editore di ‘Draw Up’, centrando perfettamente il pregio di questo lavoro, che seppure in una dimensione onirica, è così tangibile da entrare nella testa del lettore e imporsi con la forza della parola. Il testo ripropone il tema androgino-platonico: Ivana è Andrea, l’alter ego di Laura e il rovescio di Sara. Insomma, Ivana siamo noi stessi messi di fronte alla complessità della modernità. Un nodo che va sciolto, per respirare la purezza della natura in cui si ritrova immersa Cetona (Si): un borgo incontaminato, in cui intensi sono i sapori, gli odori e i colori che mettono in movimento tutti i nostri sensi, entrando dentro la nostra psiche fino a immergerci nel flusso della narrazione, che è tutt’uno con le sensazioni che innesca grazie a una prosa fluida, elegante, a tratti ardente. Persino la natura profuma di donna e le colline diventano i seni dell’universo femminile. Una natura benevola e pregnante, come lo stile ‘virile’ di Pinto, perché ‘virile’ è il suo alter ego, Andrea: un uomo che sa parlare alle donne, che è tutt’uno con la donna stessa, fino a inglobare dentro di sé Ivana e il suo problema. La potenza del romanzo è tutta nella parola: lemmi scavati, scovati, inseguiti, ricercati, che travolgono insieme alla trama, alle visuali introspettive e retrospettive, a un ritmo narrativo che si agita senza lena, come un corpo femminile in amplesso fino al ‘plateau’. Ma nel libro c’è dell’altro: la crisi economica che coinvolge anche la ricca Milano; il destino della moderna classe operaia e di quella borghese, con le sue ribellioni. Ma soprattutto, c’è l’amore in tutte le sue manifestazioni, che pone i personaggi davanti a bivi decisionali, di fronte ai quali i buoni valori riusciranno vincenti, mentre la prosa s’impone con il suo andamento descrittivo, analitico, psicologico, in una ricerca mai paga della parola polisemica, metaforica, metonimica, pregiata, senza mai scivolare nel compiacimento narcisistico.
QUI SOPRA E AL CENTRO: CIRO PINTO, SCRITTORE
IN APERTURA: LA COPERTINA DEL ROMANZO