Il 31 marzo scorso, è stato reso ufficiale il nome della città designata al ruolo di capitale italiana della cultura per il 2025, riconoscimento andato alla città di Agrigento: la cerimonia si è svolta presso il ministero dei Beni culturali, nella Sala Spadolini, alla presenza del ministro Sangiuliano e ai delegati delle città in lizza
Agrigento sarà la capitale italiana della cultura 2025. Questa la decisione presa dall’apposita commissione del ministero della Cultura, formata da 7 esperti del settore. La giuria, presieduta da Davide Maria Desario, era composta da Salvatore Adduce, Paolo Asti, Luca Brunese, Maria Luisa Catoni, Luisa Piacentini, Isabella Valente. La giuria ha assegnato ad Agrigento un contributo statale pari a un milione di euro. Grazie a queste risorse, la città potrà, nel corso dell’anno 2025, essere al centro dell’interesse culturale a livello nazionale con numerose iniziative, che faranno anche da spinta per la crescita del suo territorio grazie ai suoi beni culturali, paesaggistici e storici in chiave di coesione tra i popoli. La primavera in Sicilia è già esplosa, in questo marzo che giunge al termine. E il mandorlo in fiore, che caratterizza il Parco della Valle dei Templi ad Agrigento, corona un desiderio che è divenuto realtà: la città akragantina è stata scelta tra le dieci finaliste per diventare 'Capitale italiana della Cultura' 2025. Sono state 15 le città italiane a presentare un proprio progetto al ministero della Cultura. Progetti che sono stati sottoposti all’esame della giuria selezionatrice e che hanno visto arrivare in finale 10 dei progetti presentati. Le partecipanti in lizza erano:
• Agrigento: Il sé, l’altro e la Natura: Relazioni e trasformazioni culturali
• Aosta: Aostæ Città Plurale
• Assisi (Perugia): Creature e creatori
• Bagnoregio (Viterbo): Essere Ponti
• Asti: Dove si coltiva la cultura
• Monte Sant’Angelo (Foggia): Monte Sant’Angelo 2025: un monte in cammino
• Orvieto (Terni): Meta meraviglia la cultura che sconfina
• Pescina (L’Aquila): La cultura non spopola
• Roccasecca (Frosinone): Vocazioni. La cultura e la ricerca della felicità
• Spoleto: La cultura genera energia
Orgoglio siculo
Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, già in occasione della scelta delle città finaliste, svoltasi a Roma il 27 marzo scorso, aveva dichiarato: “Per la Sicilia è un grande prestigio essere, con Agrigento, tra le dieci candidate finaliste a Capitale italiana della Cultura 2025”. Alla cerimonia di premiazione era presente anche il presidente della Regione Siciliana, Francesco Miccichè, il quale, in modo scaramantico, si è fatto il segno della croce prima del verdetto. In questo gesto c’è tanta sicilianità, che va oltre l’appartenenza a un credo religioso: è quella commistione di fede, speranza e folklore che tanto caratterizza la Sicilia e il suo popolo. Grazie a questa onorificenza, Storia e cultura possono essere degnamente rappresentate dalla città mediterranea, dove ogni pietra trasuda arte e sapere millenario. Un esempio di come una regione, dove gli equilibri economici e strutturali sono molto fragili, racchiuda tesori che la rendono quel capolavoro a cielo aperto che, nei secoli, ha incantato tanti uomini di cultura, come: J.W. Goethe, D.H. Lawrence, Guy de Maupassant. Essere la città prescelta per questo prestigioso titolo è una spinta in più per rilanciare Agrigento e la Sicilia tutta, collocandola nella giusta posizione: terra di arte e cultura.
La capitale italiana della cultura: le origini del riconoscimento
Sin dalla sua prima edizione, nel 2014, questo titolo è molto ambito. E, di anno in anno, sempre più città e cittadine italiane hanno presentato i loro progetti. Il territorio italiano è pieno d’arte e di Storia, nelle grandi città come nei piccoli centri, da nord a sud, isole comprese. Questo titolo, nel giro di pochi anni, è divenuto sinonimo di visibilità a livello nazionale e internazionale. La pubblicità di questa onorificenza genera un indotto nel settore turistico che aiuta diversi comparti. E ogni centro urbano è interessato a creare ricchezza grazie ai propri tesori culturali, storici e naturali. A tal proposito, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha messo in evidenza proprio questa realtà, che tutto il mondo riconosce: “La ricchezza di articolazioni e di luoghi ce l’abbiamo solo noi e ci viene dalla nostra storia. L’Italia è una superpotenza culturale: in questo, la Storia ci ha ‘baciati’, dandoci un unicum di diverse civiltà che si sono sedimentate sul nostro territorio”.