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3 Maggio 2024

La libertà non è di questo mondo

di Domenico Briguglio
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La tratta del sesso: questo il tema di sfondo nel nuovo libro di Pascal Schembri: un romanzo che rivela sicura maturità stilistica e reclama un posto nella biblioteca del lettore più esigente

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Venerdì 8 ottobre 2020, presso la sede di Banca Generali in via Bissolati a Roma, è stata presentata l'ultima creazione letteraria di Pascal Schembri, intitolata: ‘La libertà non è di questo mondo’ (Armando Curcio Editore). Lo scrittore agrigentino, già autore di opere a denuncia sociale come ‘Macelleria siciliana’ (Nuova Ipsa Editore, 2009) e ‘L'arma del potere’ (Armando Curcio Editore, 2019), giusto per citare due tra i titoli più noti, affronta un altro tema scottante: la tratta delle bianche. Qualcuno potrebbe pensare che questo ignobile crimine sia un retaggio del passato e l'arco temporale della narrazione, dal 1931 al 1972, sembrerebbe avvalorare questa impressione. In realtà, il turpe mercato non si è mai fermato e, negli ultimi tempi, addirittura ha assunto un rilievo mai verificatosi prima, complice la globalizzazione planetaria, che ha trovato terreno fertilissimo nelle attività criminose in generale e in questa in particolare. La dimostrazione è proprio nei 40 anni che intercorrono tra l'inizio della storia e la sua fine: quello che succedeva nel 1931 è tragicamente uguale nel 1972. E succede anche nel 2020, con risvolti ancora più truci, feroci, violenti ed estremi, a causa del progressivo decadimento di quei valori che, in passato, erano pur presenti, mentre oggi stanno inesorabilmente scomparendo, non lasciando più alcuna traccia nel cuore e nella mente di uomini totalmente votati al ‘dio danaro’, privi del più elementare dei sentimenti. Non si può ovviamente negare che il fenomeno abbia radici antiche. Ma questa forma specifica di schiavismo sessuale, di cui erano oggetto soprattutto giovani donne dai lineamenti nordici, bionde e ‘rosse’, si è arricchito (a causa della già citata deriva globalizzatrice) di una certa diversificazione etnica, comprendendo le orientali, le latino-americane e le africane. Oggi assistiamo, perciò, a una vera e propria ‘tratta del sesso’, in cui l’elemento portante e costante è la bellezza muliebre, esibita dai possessori del ‘bene’ come fiore all'occhiello del loro status di criminali, oltre che come ‘oggetto’ di utilizzo personale. Si tratta di una forma d'oppressione che, ovviamente, calpesta i diritti fondamentali di ogni essere umano, specificatamente il più importante: la libertà. Ecco, dunque, che Pascal Schembri, dopo aver parlato di violenza sulle donne e di ‘macelleria siciliana’, tocca con vera maestria anche un tema su cui pochi suoi colleghi (forse nessuno) si è cimentato negli ultimi anni, forse abbagliati dagli atteggiamenti emancipati che l'occidente ha esibito, talvolta con esagerata abbondanza, trincerandosi dietro un ‘politically correct’ che appare, talvolta, ipocritamente contraddittorio. Le tre donne protagoniste del libro, Jacqueline, Milena e Anna, non rappresentano soltanto tre generazioni unite dal sangue e da una sorte crudele, ma si rivelano altresì legate alle centinaia, migliaia di ragazze che, ogni anno, letteralmente scompaiono, lasciando nella disperazione più nera le loro famiglie, allettate da miraggi di ricchezza ed elevazione sociale che, invece, fanno da esca per le reti della prostituzione, in cui la donna viene ridotta a un mero oggetto privo d’identità. Anche l'harem descritto magistralmente da Schembri sarebbe, per loro, una destinazione, tutto sommato, meno traumatica. Ma nello scrittore si palesa una luce d'ottimismo inossidabile: quella che assegna all'amore il compito di salvare il mondo e che, nel libro, affranca la sventurata vita delle tre donne. Una 'luce' e un compito che può ricordare quella Provvidenza onnipresente nei ‘Promessi Sposi’ del Manzoni - anche se in forma ottocentesca, dunque ‘paternalista’ – dove, di volta in volta, l’amore diviene salvifico, speranza, pietà, pentimento, castigo dal male. L'amore diventa un'ancora di salvezza che riscatta dalla schiavitù e, in un finale ‘scoppiettante’, denso di colpi di scena sapientemente dosati dall'autore, gli eventi si volgono finalmente a vantaggio delle tre eroine, concedendo loro la meritata giustizia. Nelle pagine si alternano momenti di studiata lentezza e raffinata, sensuale atmosfera, ad altri più dinamici, secondo la migliore tecnica dei romanzi d'azione. Un libro che si legge tutto d'un fiato, quasi predisposto a una stesura cinematografica, rivelando una sicura maturità stilistica, che reclama un posto nella biblioteca del lettore più esigente.
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