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19 Aprile 2024

La vera storia di Marianna Ucrìa

di Giuseppe Lorin
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La vera storia di Marianna Ucrìa

A 30 anni esatti dalla pubblicazione del grande capolavoro di Dacia Maraini, vincitore del Premio Campiello 1990, ripercorriamo per voi le vicende, storicamente illuminanti, di una grande famiglia siciliana del XVIII secolo

L’affabilità e la disponibilità di Dacia Maraini, la nostra scrittrice contemporanea più tradotta nel mondo, è spiazzante: si rimane disorientati, non ci si aspetta di suscitare un interesse in lei, che è la ‘opinion leader’ per antonomasia. Poi, riflettendo, si prende coscienza che rientra negli stereotipi degli autentici ‘grandi’ che riescono a mettere gli altri a proprio agio. L’impegno creativo la vede alternarsi con incredibile disinvoltura tra narrativa, drammaturgia, giornalismo critico, sceneggiature cinematografiche, scrittura creativa in genere e, non ultimo, la poesia.
Il sociale, inoltre, la coinvolge nella difesa dei diritti umani, nel ricordare le norme sanitarie per proteggerci dal Covid 19, nella salvaguardia dell’ecosistema e, non sono da dimenticare, le grandi lotte femministe degli anni passati. Dacia Paola, Toni e Yuki sono figlie della principessa Topazia Alliata di Salaparuta e dell’etnologo e antropologo Fosco Maraini, il miramondo.
Dacia, che ha compiuto gli anni di recente, ha avuto una nonna cilena che voleva fare la cantante lirica. Gli occhi azzurro-verdi li ha erDacia_con_giovani.jpgeditati dalla madre, mentre la passione per i viaggi, intesa come mezzo per conoscere altre realtà culturali, dal padre. Marianna Ucrìa è stata una sua antenata, che con la sua presenza inquietante l’ha ispirata, o meglio, le ha suggerito di scrivere la sua storia: ‘La lunga vita di Marianna Ucrìa’, romanzo storico edito da Rizzoli e vincitore del Premio Campiello 1990, trasformato poi in un film da Roberto Faenza, intitolata più semplicemente ‘Marianna Ucria’. La pellicola, tratta dal romanzo di Dacia Maraini e anch’essa vincitrice di numerosi riconoscimenti, è stata girata in buona parte a Villa Fegotto, nelle vicinanze di Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa.
Marianna, antenata di Dacia Maraini, all’anagrafe era registrata come Marianna Valguarnera (1730-1793), vissuta a Palermo nel XVIII secolo e andata in sposa, proprio come nel romanzo, a suo zio Pietro, quinto principe di Valguarnera (+1779). I due coniugi, a differenza di quelli del romanzo, ebbero un solo figlio, Don Giuseppe Emanuele (1760-1809), ma lasciarono una storica eredità: il Palazzo Valguarnera Gangi di Palermo – fatto costruire a proprie spese - e la Villa Valguarnera di Bagheria (Pa), la cui costruzione era stata iniziata dalla rispettiva madre e nonna, la principessa Marianna Gravina, ma che i due coniugi portarono a compimento.
I due figli di Giuseppe Emanuele - Pietro e Girolamo - non ebbero eredi e la linea dei prìncipi Valguarnera si sarebbe estinta, se non vi fosse stato il bellissimo matrimonio d'amore tra la sorella Agata Valguarnera (1785-1864) e Don Giuseppe Alliata, settimo principe di Villafranca (1784-1844). Don Giuseppe era il trisavolo dell'ultimo principe, Francesco e della madrFosco_e_Topazia.jpge di Dacia Maraini, Topazia Alliata, cugini tra loro ed entrambi scomparsi nel 2015.
Sia come sia, al di là di queste notizie genealogiche e patrimoniali, l’unione tra Agata e Giuseppe fu un vero matrimonio d'amore, oltre che d'interesse. Ebbero 8 figli, che ereditarono tutto dagli zii materni, Pietro e Girolamo Valguarnera, morti senza discendenza: Girolamo, principe di Gangi, aveva addirittura sposato una di loro, la nipote Giovanna, che lasciò presto vedova e che si risposò. Pertanto, la villa di Bagheria rimase agli Alliata, mentre il palazzo di Palermo è passato agli eredi di Giovanna: i Mantegna Calvello. In ogni caso, gli Alliata, principi di Villafranca, avevano il loro palazzo di famiglia a Palermo, nella scenografica piazza Bologna. Fu costruito nel '600, quando la famiglia acquisì il titolo principesco di Villafranca (1609), seguito da quello ducale di Salaparuta (1625): un nome conosciuto dai raffinati del buon bere. Il palazzo è uno splendido monumento barocco che appartiene, oggi, all'Arcidiocesi di Palermo per volontà della vedova del penultimo principe, rimasto senza eredi diretti. Splendide sale, sapienti decori, ma scarsa iconografia della famiglia, poiché i quadri più belli vennero requisiti dagli invasori dell’ultima guerra.

Cortile_di_Palazzo_Valguarnera_Gangi.jpg

NELLA FOTO QUI SOPRA: IL CORTILE DI PALAZZO VALGUARNERA GANGI

POCO SOPRA: LA FAMIGLIA MARAINI IN VACANZA A VILLA VALGUARNERA DI BAGHERIA (PA)

IN ALTO: LA GRANDE SCRITTRICE IN COMPAGNIA DEI SUOI GIOVANI ALLIEVI

IN APERTURA: LA COPERTINA DE 'LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA', EDITO DA RIZZOLI


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