Vincitore della IX edizione del Premio Strega Giovani, l’ultimo romanzo di Veronica Raimo, edito da Einaudi, è stato presentato ad Artena (Rm) il pomeriggio di sabato 5 novembre 2022
Il primo vero freddo di questo caldo autunno è rimasto chiuso dietro le porte dell’ex asilo nido di Santa Croce, nel centro storico di Artena (Rm), paesino alle porte di Roma. All’interno della profonda sala rettangolare, un tavolo di donne intente nell’analisi dei punti salienti di ‘Niente di Vero’ (Einaudi, 2022), ultimo romanzo di Veronica Raimo, presente al dibattito organizzato da Arci Montefortino. Il romanzo, pubblicato quest’anno dalla Einaudi e vincitore del premio Strega - Giovani, è un’autobiografia disordinata, come se l’autrice avesse deciso di affiggere sulla bacheca all’ingresso di casa sua un mucchio di foto per lei ritenute importanti, rigorosamente non in ordine cronologico. Durante la presentazione, Gioia De Angelis, giornalista di Altrartena, ha letto alcuni estratti dal romanzo, che hanno permesso di approfondire alcuni temi molto importanti. L’opera si apre con la questione: la costruzione e la percezione del sé non può prescindere dalla differenza con l’altro e, contemporaneamente, dal giudizio degli altri. Questo concetto, tradotto nelle dinamiche familiari, potrebbe indicare un vissuto problematico come no: l'autrice lascia aperta questa diade, camminando in punta di piedi sul filo di un’ironia sferzante. Un tavolo di donne non poteva esimersi dallo scegliere di affrontare la questione dell’educazione sessuale. Chiara Saba, volontaria del Servizio civile universale, afferma il ruolo emancipatorio della conoscenza, che potrebbe evitare a tanti adolescenti di affrontare, soli e impreparati, le esigenze di un corpo in costante mutamento. In attesa che la società faccia il suo percorso di critica verso determinate pratiche abusanti nei confronti dei corpi femminili, l’autrice non porta alla luce in uno spazio narrativo i suoi traumi individuali solo per abbozzare un’eziologia, ma per dare alle altre spunti di reazione. Con la maturità (anagrafica) si fa urgente la necessità di non tacere più davanti a comportamenti violenti da parte delle istituzioni. Infine, si affronta il tema dell’amicizia, la famiglia che ci scegliamo e da cui, a volte, la vita costringe a distaccarci come da quella di sangue. L’occasione che ha reso Veronica autrice di ‘Niente di vero’ è lo stupore di fronte alla totale diversità di ricordi di vita condivi con il fratello. L’incommensurabilità dei vissuti è talmente digerita dalla scrittrice che rende quasi impossibile l’identificazione con la protagonista, non solo per l’utilizzo della prima persona. Anche qualora il lettore o la lettrice notasse delle esperienze comuni, è la forma comica di cui la Raimo riveste i suoi traumi a svilire ogni tentativo di approssimazione o immedesimazione da parte del lettore. Ma la grande complice della protagonista emerge alla fine del libro: l’immaginazione. In ‘Niente di vero’ essa diventa, agganciata alla memoria, quella particolare forma di rielaborazione mnestica che permette la costruzione della propria identità e anche della sua invenzione. Una peculiare forma di creatività che Veronica Raimo ha sviluppato attraverso la scrittura e che le ha permesso di entrare in collegamento con i lettori, dando occasione di imparare a riflettere sulle ragioni di una consapevole e ironica malafede come strumento di difesa.
‘Niente di vero’
di: Veronica Raimo
Casa Editrice: Einaudi
Pagine: 163
Prezzo: 18,00 € (cartaceo)
QUI SOPRA: GIOIA DE ANGELIS, REBECCA SILVAGNI, VERONICA RAIMO, CHIARA SABA E IRENE MARGIOTTI
AL CENTRO: LA COPERTINA DELL'OPERA
IN APERTURA: LA LOCANDINA DELLA PRESENTAZIONE