Il MiBAC (Ministero dei beni culturali e ambientali) ha presentato nuove proposte per “invogliare” alla cultura e incentivare i visitatori in calo nei musei statali e i siti archeologici italiani.
Si apre una nuova stagione per i musei statali italiani, tutta all’insegna dei ‘saldi’, con cui si spera di incentivare i visitatori in calo. Il MiBAC (Ministero dei beni culturali e ambientali), in particolare l’organo della Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale, attraverso il suo direttore, Anna Maria Buzzi, soltanto alcuni mesi addietro, faceva sapere di non poter cambiare la politica dei prezzi. “Non possiamo permetterci musei gratuiti, anche perché i prezzi oscillano dal biglietto da 11 euro per gli Uffizi durante le mostre temporanee, ai 2 euro di Palazzo Farnese a Caprarola”. Tuttavia era già nell’aria qualche promozione legata a determinati giorni della settimana o dell’anno e a determinate fasce della popolazione. Una tendenza che ha cercato di concretizzare alcune delle proposte raccolte dall’iniziativa “Il museo che vorrei” (una vera e propria consultazione pubblica online, dal 21 novembre al 14 dicembre 2012) sul sito ministeriale, di cui ora conosciamo i risultati appena pubblicati. Alla domanda “Secondo lei è giusto pagare un biglietto di ingresso nei luoghi della cultura statali”, il 76% delle risposte è rappresentato da un chiaro “Si”. Per questo la Buzzi sostiene con convinzione che “La gente vuole pagare il biglietto, ma chiede servizi efficienti” (va anche detto, però, che il 56% di questi utenti non ritiene adeguato il costo di entrata). La nuova politica del Mibac, comunque, è orientata al rilancio del patrimonio museale statale. Sparisce la “Settimana della Cultura”, giunta ormai alla XII edizione. Perché, del resto, mettere a disposizione gratuitamente l’immenso patrimonio di musei, biblioteche, siti archeologici, soltanto in un breve periodo? Sembra questa la riflessione che il Mibac deve aver fatto, stabilendo, che tutti i musei statali saranno gratuiti ogni ultima domenica del mese. Un modo per aiutare le famiglie a fronteggiare la crisi, senza rinunciare alla cultura. “Gli italiani – dice la Buzzi – potranno scegliere tra i numerosi musei sparsi sul territorio nazionale (per sapere l’elenco cliccate su http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/MenuPrincipale/LuoghiDellaCultura/Musei-in-evidenza/index.html). La scelta di questo giorno è quella che ha prevalso nel questionario messo in rete dal Mibac. I partecipanti hanno preferito (61%) la prima domenica del mese alla gratuità occasionale o per fascia (17% e 20%)”. L’iniziativa appare davvero lodevole e dovrebbe offrire concretamente una maggiore fruizione dei musei, eliminando quella concentrazione spazio-temporale della settimana della cultura, che, per carità, era sempre meglio di niente, ma generava in molti casi lunghe file e soprattutto era insufficiente a fare da vetrina a un patrimonio artistico molto vasto. Con un giorno al mese, il visitatore potrà programmare il proprio ‘itinerario culturale’ durante tutto il corso dell’anno. La speranza è che in questo modo si possa contrastare il calo del 10,44% delle visite nel 2012, rispetto al 2009. Dalla consultazione online emergono poi altri dati che il Mibac dovrebbe prendere in considerazione. A maggioranza assoluta, si chiede, per esempio, una flessibilità degli orari, auspicando che possano slittare anche in favore di visite notturne. La Buzzi ribadisce che, per andare incontro alle richieste del pubblico, servirebbero più risorse “il personale è un problema. Anche se possiamo contare sulle associazioni di volontariato, sul Touring, l’Archeo club, i carabinieri. È una questione delicata, che andrà affrontata con il ministro”. Per il momento, le settemila persone che hanno partecipato alla consultazione del ‘Museo che vorrei’, e non solo quelle, dovranno ‘accontentarsi’ di quanto si è potuto fare. E ripensando al passato, non ci sembra poco, ma molto altro può e deve essere fatto. La cultura ha sempre avuto un peso ‘minore’ nell’agenda di Governo. Per questo l’iniziativa del Mibac è un segnale importante. Perché oltre che aver istituito le domeniche gratuite, ha inteso offrire vantaggi anche per quella fascia della popolazione che raramente varca la soglia museale. Il 14 febbraio, in occasione della festa di San Valentino, le ‘coppie’ pagheranno la metà. I più giovani, di solito disertori culturali, che preferiscono magari una pizza e una birra, per festeggiare l’amore, sono avvisati. Pagheranno di meno per ‘appagarsi’ di più. A proposito di prezzi, un’ultima considerazione: sempre dalla ormai nota consultazione, il pubblico di fruitori dei musei – come si diceva all’inizio, ben disposto a pagare il biglietto a fronte di servizi migliori – non ritiene adeguato il prezzo di entrata. Il 56% la pensa così. E non lo chiede gratis. La Buzzi avrà inteso.