Mario Tarroni e le sue provocazioni, per ricordare la propria infanzia e la profondità delle esplorazioni artistiche
Sappiamo che la ricerca d’identità non avviene in superficie, ma implica esplorazioni profonde e sotterranee, come le radici. Nel modo più originale e stimolante e senza retorica commemorativa, Mario Tarroni scende in piazza per la sua performance creativa. Con gli occhi del bambino e il cuore libero dell’artista, egli sceglie uno straccio, come quelli che imbrattava da ragazzino nell’area di servizio dei suoi genitori. Ora la sua professionalità è riconosciuta, nel suo saper individuare l’arte e inaugurare gallerie. Ma oggi, il protagonista delle sue attività è divenuto lui.
L'artista e direttore artistico ferrarese, da poco ha firmato un contratto da 50 mila euro con ‘M77’, celebre galleria milanese. Nasce così un nuovo ciclo di opere, tra cui quella nata dall’idea di utilizzare uno straccio per creare una suggestione. A San Pantaleo, in mezzo a una piazza di Roma, con un taxista infastidito che cerca il suo utente, inizia la sua performance. Tarroni, con disinvoltura, si avvicina alla vettura e stupisce l’autista con un semplice approccio: “Un’occhiata all'olio"? #Oliosutela, il nome della serie, è realtà quotidiana. Con la complicità di un tassista, ferma tra le mani la prima opera della serie, da consegnare a una delle più prestigiose gallerie di Milano. Gli artisti sono tali in quanto svegliano le coscienze e ricordano all’umanità che lo spirito è la più grande energia e alimento. Ecco perché un pezzo di stoffa acquisisce un nuovo significato. Non è uno straccio sporco, non più: ora rappresenta la costanza nel tempo, le promesse mantenute con il suo fanciullino interiore, la realizzazione dei sogni. Mario Tarroni con i suoi gesti, ha inteso celebrare il suo cammino tornando a rivivere un gesto della sua giovinezza - il controllo dell'olio - e lo ha trasformato in un’opera emotiva. Il tassista che si è prestato alla performance sarà ripagato con la metà dei proventi ottenuti dalla vendita, in quanto, come sostiene l’autore: “Se non vogliamo perdere il bene guadagnato, occorre condividerlo. Perchè anche questa è un'arte”.
Mario Tarroni, da sempre con le sue opere ha voluto raccontare la storia della sua terra, famosa per l’abbazia benedettina restaurata, risalente all'XI secolo, con affreschi in stile Giotto. Il ragazzo di Comacchio (Fe) è celebre per la sua sensibilità, legata all’artigianato e all’antiquato. Quella stessa finezza, colta come tale e che abbiamo potuto nuovamente verificare proprio con #Oliosutela, esalta l’amore per la Storia dei materiali. Questa sua versatilità lo ha visto coinvolto in un progetto prezioso con il grande maestro della moda, Roberto Capucci. Inoltre, il suo nome è tra i cofondatori di ‘Tota Pulchra’, nel 2016, insieme al presidente, monsignor Jean-Marie Gervais. La presidenza di Mario Tarroni dell’associazione ‘Mimima’ lo vede coinvolto in molte collaborazioni e lavori artistici, visibili sul sito misima.it. La materia e la sua filologia mettono in contatto il Tarroni anche con Philippe Louis François Daverio. Nacque così l’idea della mostra 'Stanze dell’inconscio': un grande successo presentato dalla banca Fineco, a Roma. Fu quello l’esordio di Mario Tarroni, autore intimo, legato alla natura delle cose, per regalarci le atmosfere della vita quotidiana. Un’osservatore attento e minuzioso, che documenta su varie superfici materiche le sue sensazioni e impressioni. Potremmo forse accostarlo alle poetiche metafisiche di Giorgio Morandi, applicate nella vita di tutti i giorni.
MARIO TARRONI, ARTISTA E PERFORMER