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21 Novembre 2024

Le carenze del sistema carcerario italiano

di Valentina Spagnolo
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Sulla base del ‘Libro Bianco’ 2020 si può giungere a una nuova norma maggiormente adeguata a quanto già predisposto scientificamente dalle ricerche su tale argomento, al fine di realizzare un modello detentivo che sia effettivamente riabilitativo

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Considerando il nostro sistema carcerario in un momento storico come questo, le evidenti carenze sottolineate, soprattutto sotto gli aspetti dell’assistenza sanitaria da parte degli operatori regionali, acquisiscono oggi il significato di una richiesta di maggior sostegno e aiuto. Si afferma ciò per garantire sia i diritti fondamentali dei detenuti, ma soprattutto per assicurare uno stato stabile di igiene e sicurezza, che merita di essere valutato da ogni punto di vista. Le statistiche dell’anno 2019 hanno infatti riscontrato degli andamenti fluttuanti nei periodi critici, affrontati nel decennio 2009-2019, evidenziando come lo scorso anno sia stata effettivamente affrontata una situazione di ripristino della curva verso un miglioramento. Nonostante ciò, le considerazioni che ora richiedono una sottolineatura importante, corrispondono a un dato emergente rispettoso di ciò che è accaduto in questo difficile inverno. La problematica principale e l’argomento di cui oggi si sta discutendo è focalizzato sulle misure deflattive e di sorveglianza. Lo stesso ‘lockdown’, dal mese di marzo a oggi, ha costituito e rappresentato  costituito, nelle carceri, identici ‘effetti di riflesso’ che sono, tra l’altro, già stati confrontati statisticamente durante l’intero anno 2019. L’analisi sul numero dei detenuti, il trattamento, gli ingressi e il contenimento della popolazione carceraria rivela la stessa tipologia di reati: quelli riferiti all’uso o allo spaccio di stupefacenti. Ribadendo che l’incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi ha segnato l’inizio per una discussione reale, maggiormente orientata verso una scelta coerente, concreta, ma soprattutto scientifica, cerchiamo ora di contestualizzare le domande che aprono il ‘Libro Bianco 2020’: un rapporto indipendente, giunto alla sua 11esima edizione, sui danni collaterali del Testo Unico sulle droghe, promosso da ‘La Società della Ragione’ insieme a Forum Droghe, Antigone, Cgil, Cnca, l’Associazione Luca Coscioni, Arci, Lila e Legacoopsociali, con l’adesione di ‘A Buon Diritto’, della Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica Cgil, Gruppo Abele, Itardd e Itanpud. Proprio in considerazione di questo tema per la legalizzazione della canapa, nei limiti dei parametri consentiti e a fini terapeutici, siamo senz’altro, ancora oggi, in cerca di una completa risposta. Infatti, proprio in queste settimane, sull’argomento sono iniziate a circolare alcune anticipazioni del ‘Libro Bianco’ compilate soprattutto grazie alle dirette testimonianze per ciò che il Covid 19 ha chiaramente dimostrato e manifestato rispetto alle carenze del nostro sistema. Ciò soprattutto grazie all’impegno dimostrato da parte di tutti i principali operatori attivi nell’ambito dell’assistenza sanitaria. Infatti, alcuni gruppi di queste categorie stanno lavorando, proprio in questi giorni, su più punti di indirizzo e di sviluppo, per sostenere la riduzione degli ingressi negli istituti penitenziari e a favore di una detenzione necessaria, qualora possibile, più confacente e ristretta a ogni ragione etico-morale, soprattutto in questi periodi, ma anche di natura prettamente igienica per le strutture carcerarie. Così si chiarisce come dovrebbero essere considerati tutti quei soggetti trattenuti per una determinata tipologia di reati, che si possono definire ‘significativamente rilevanti’. Sorpassando ora quLibro_Bianco_2020.jpgesti aspetti, è stato evidenziato che il numero della popolazione detenuta ha continuato a crescere. E questi andamenti crscenti sono stati considerati proprio rispetto alla violazione dell’articolo 73 del codice penale, per uso e spaccio di sostanze stupefacenti. La stima riportata rispetto alla riduzione degli ingressi negli istituti penitenziari esprime dati significativi, in quanto sottolineano l’importanza della detenzione per quei soggetti trattenuti per una tipologia di reati significativamente rilevanti. In ogni caso, la popolazione detenuta ha continuato a crescere e, in violazione dell’art. 73 del codice penale, si è anche ribadito l’aumento dello spaccio di sostanze stupefacenti. Proprio come riconosciuto dagli stessi studi statistici, il 'picco storico nazionale' del 2010 ha già evidenziato la possibilità dell’affidamento in prova, sia per chi assume droghe, sia per chi ne è comunque dipendendente. Tutto questo costituisce la base per la stessa adottabilità delle misure cautelative, che rappresentano quindi l’estraneità alla definitiva detenzione in carcere. Questa stima significativa, rilevata dal 2005 al 2019, mostra il seguente andamento; a) dal 2008 al 2014: picco esponenziale sino alla soglia dei 27-28 mila detenuti; b) dal 2014 n poi si è assistito a un nuovo incremento di circa 18 mila detenuti; c) nell’anno 2019, si è visto confermato un andamento costante di ricrescita sino ai 23 mila detenuti; d) nell’anno 2010 vi è stato il ‘picco storico nazionale’.  Quindi, quel che si può chiaramente affermare è che l’affidamento in prova per chi assume droghe, soprattutto pesanti e ne è anche dipendente, è soggetto all’adottabilità delle misure cautelative, per di più estranee alla definitiva detenzione in carcere (questi sono gli aspetti più significativi riportati dalle discussioni attorno alla legge Fini-Giovanardi). Proprio per quanto esemplificato dalle statistiche degli ultimi venti anni, le richieste di programmi terapeutici risultano sicuramente e, in stima, aumentati, anche sotto l’ondata dell’emergenza da Covid 19. Come ha ribadito Riccardo De Facci: “L’importanza del 'Libro Bianco', in parlamento si sta orientando proprio nell’interesse all’accoglienza territoriale, incentrata soprattutto per un potenziamento ad alto sostenimento sul territorio”. Ciò in considerazione anche dei piccoli centri, privi territorialmente della dovuta e necessaria assistenza e a favore, quindi, di una migliore e cosiddetta 'accoglienza territoriale inficiata'. Il secondo aspetto che merita alto e altro interesse è, invece, quello della modifica del sistema di articolazione pubblica e privata, sostenuta da un reale accompagnamento. Sicuramente, tali proponimenti sono mirati e focalizzati sui casi recidivanti e, quindi, per tutte quelle situazioni che richiedono un approccio socio-sanitario di grande attenzione, nonché strutturato su un punto di vista per lo più ‘ospedalocentrico’. Si è aggiunto che il supporto è stato, per le comunità ospiti, possibile soprattutto tramite semplici contatti territoriali. Lo stesso, cercando delle risposte non solo dalla medicina di base, ma dalle istituzioni, lo richiede comunque in prima linea, per quanto precedentemente descritto su ciò che sta accadendo quest’anno. La criticità dimostratasi soprattutto nelle piccole realtà territoriali ha evidenziato le reali necessità di aiuto, che sono state rese possibili da molte delle nostre strutture carcerarie dagli operatori e dall’impegno effettivo mostrato in questi settori. Dopo momenti di trascuratezza, risulta evidentissimo, così come testimoniato, che il decentramento territoriale, la stessa mancanza di coerenza nella quotidianeità e le criticità delle situazioni di emergenza affrontate hanno posto in luce i punti fondamentali, su cui Riccardo De Facci si è fortemente battuto nella stesura del ‘Libro Bianco’. Egli ha infatti aggiunto che uno degli aspetti fondamentali per il rafforzamento delle strutture assistenziali, soprattutto per arginare e aiutare i casi più gravi delle emergenze da un punto di vista socio-sanitario e socio-assistenziale sia quello della 'deburocratizzazione'. S’intende ciò, per gli stessi operatori che sono soggetti a multe proprio in momenti fortemente drammatici, sia per l’incidenza dei tempi di prolungamento sulle stesse assistenze, sia in ordine soprattutto all’uso dei farmaci sostitutivi di cura, per cui sono stati rilevati veramente dei dati preoccupanti ed afflittivi. Considerando i fatti rilevanti e di biasimo morale rispetto a reati attribuibili anche a soggetti minori, sanzionabili con pene inferiori da uno a due anni di carcere, in tale situazione diviene fondamentale una vera riforma del sistema carcerario e un netto cambio di orientamento in luce dei lavori predisposti in parlamento sulla base della stesura del 'Libro Bianco 2020': una risposta che sia, insomma, completa per questo rilevante problema. La stessa lettera di presentazione per l’introduzione della cannabis in qualità di farmaco nei parametri di uso consentito, come “per definizione” nel progetto di legge, coinvolge ancora oggi la responsabilità di ogni parlamentare, che dovrebbe adesso muoversi con ogni dato critico, analitico e scientifico a disposizione, per poterci condurre, concretamente, verso un testo di legge più equo ed equilibrato.. Alla luce di quello che da un ventennio è già stato frutto di amplissimi studi e la stessa preoccupazione rispetto alla crisi del 2008-2009, pongono un’evidente e spontanea riflessione sulle problematiche annesse al narcotraffico, altra problematica che è già stata, nel merito di tale approccio sulla questione, valutata sotto il punto di vista della “flagranza di reato” e le possibilità attinenti per un miglioramento degli andamenti sopra evidenziati. Quindi, proprio nell’attesa di cui si continua a parlare in questi mesi e settimane rispetto al testo legislativo italiano, rispetto alla Convenzione internazionale sulle droghe e all’analisi scientifica sulla ‘canapa light’, a basso contenuto di thc, sono stati anche evidenziati tutti i costi che oggi coinvolgono il fenomeno repressivo, che pesa sempre più e rende sempre meno. Sotto l’evidenza degli aspetti critici, si pensa che si potranno sorpassare le “disserzioni estremamente chiuse”, affinchè si renda possibile ridurre non solo i costi, ma soprattutto il danno e gli stessi rischi sul danno. L’economista Davide Fortin ha sostenuto dagli ultmi studi esaminati ed effettuati, che “i costi legati alla repressione sottolineano, dal punto di vista economico, un aumento degli stessi. La prevenzione e il trattamento sono degli aspetti fondamentali, di cui i risultati d’impatto, riportati da una Regione all’altra, ne costituiscono evidenza. Infatti, alcune province che non hanno invece avuto un’alta rilevanza di impatto con il Covid 19, non hanno dovuto effettivamente sostenere alcun costo rispetto ad altre. Ciò incide anche sul numero dei sequestri evidenziati, a livello locale”. Si aggiunge, per parte nostra, che i rischi di arresto e carcerazione non vanno a incidere sul prezzo sul mercato della droga. E l’analisi di questi dati,Rivolta_detenuti.jpg grazie al 'Libro Bianco', possono aiutare in merito e in funzione dei lavori in parlamento. O, almeno, questo è quanto si auspica. Il fatto che siano anche scesi i permessi di soggiorno sottolinea come si ricostituisce la criminalità organizzata, secondo una repressione di un sistema di garanzia sul territorio. L’allontanamento dai servizi su base volontaria dei consumatori si dimostra ancora su quello che il sistema controllato dei traffici e degli usi riporta indicativamente, pensando alla Spagna o all’Uruguay, che rappresentano dei Paesi focalizzanti nel problema di assunzione di cannabis. Si richiedono, insomma, delle vere risposte dalla politica, così come suggerite dal ‘Libro Bianco’, ancora in corso di studi e di costruzione sino a settembre. E per la ricerca, soprattutto, si sta cercando una risposta politica sull’autoregolazione. La capacità di regolamento e controllo si ripercuote, infatti, anche sui consumatori, in quanto le stesse conseguenze del Covid sono stati dei potentissimi riflessi di questa problematica, che esigono ora propriamente di essere sconfitti razionalmente. Il vincolo del controllo della droga stessa è stato, infatti, l’aspetto più interessante e importante, da cui si è rilevato che, a causa dell’emergenza, è emersa una diminuzione del consumo proprio nel setting del divertimento. Si può dire che il mercato abbia registrato tale tipo di crisi nello stesso modo, considerando che lo stesso contenimento dei farmaci, dal punto di vista molecolare, non è cambiato. Le difficoltà dei consumatori con i servizi è stato davvero difficile, escludendo i casi richiedenti soltanto l’uso del Metadone. In ogni caso, tutto ciò si presenta, a livello sistemico, ancora caotico. Per cui, accanto alla stessa ripresa dei servizi territoriali, si attende soprattutto il contenimento e la riduzione del danno attraverso una risposta parlamentare nel testo di legge in attesa, affinché lo stessa sia adeguata a quanto già predisposto scientificamente dalle ricerche su tale argomento.



Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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