Il mensile di informazione e approfondimento che
intende riunire culturalmente il nostro Paese nel pieno rispetto di tutte le sue tradizioni, vocazioni e ispirazioni ideologiche e politiche.
diretto da Vittorio Lussana
Area Riservata
21 Novembre 2024

Una morte che ‘non va giù’

di Vittorio Lussana
Condividi
Una morte che ‘non va giù’

La notizia della scomparsa di Pino Daniele è stata una vera e propria ‘pugnalata’, poiché si trattava di un artista realmente diverso rispetto ai soliti cantanti neo-melodici napoletani, che ha saputo internazionalizzare e ‘sprovincializzare’ la musica partenopea

I fatti che hanno portato al decesso del cantautore Pino Daniele presso l’ospedale Sant’Eugenio di Roma non ci hanno convinto del tutto. E ci portano a comprendere i motivi dell’inchiesta contro ignoti, aperta dalle Procure di Roma e di Grosseto per omicidio colposo nei confronti del ‘bluesman’ napoletano. Appare infatti assai ‘strano’ che, durante le ore della sua crisi cardiaca, sia stata rifiutata un’ambulanza inviata dall’ospedale di Grosseto, la quale aveva ormai raggiunto le vicinanze della residenza ‘maremmana’ del musicista. E non convince neppure l’affermazione del professor Achille Gaspardone, cardiologo personale del musicista, quando parla di “sintomi atipici”, come se nel corso della conversazione telefonica avuta con la famiglia avesse sottovalutato la situazione, che invece si era fatta caotica e incerta. Scriviamo queste righe in quanto emotivamente assai colpiti dalla scomparsa dell’artista: quella di Pino Daniele è infatti una di quelle perdite che proprio ‘non vanno giù’. In ogni caso, appare piuttosto stravagante la scelta di trasportare dalle campagne di Orbetello fino a Roma un paziente cardiopatico in crisi evidente, quando l’ospedale di Grosseto avrebbe potuto per lo meno stabilizzarne le condizioni, permettendo decisioni più razionali e consapevoli. Non intendiamo denunciare un fatto di ‘malasanità’ dato che, per quanto ne sappiamo, non ci sembra questo il ‘caso’. Tuttavia, una certa incapacità di comunicazione, di comprensione reciproca e di solerte presa di posizione sul da farsi rimane l’impressione che sentiamo il dovere di segnalare. Pino Daniele sarà anche stato un ‘testone’, che non amava farsi dire dagli altri come comportarsi in certi frangenti. Ma un amico, un familiare o un parente che si ritrova in condizioni critiche di salute non lo riteniamo nelle condizioni di opporsi a una decisione di ‘polso’, magari suggerita da qualcuno all’interno del proprio ‘cerchio’ familiare. Non si è stati in grado di prendere in mano la situazione: è questa l’amarezza più sgradevole della vicenda. Siamo ovviamente pronti ad ammettere, poiché probabilmente di questo si tratta, di esser mossi dal rimpianto che, forse, Pino lo si potesse salvare. E ci rendiamo anche conto di quanto sia facile ricostruire determinati terribili momenti dopo che tutto è già accaduto, quando cioè gli eventi di una serata maledetta si sono ormai compiuti. Anche per questi motivi, non è nostra intenzione andare a ledere la sensibilità di nessuno, soprattutto quella dei familiari dell’artista, in questi giorni già provati da polemiche strazianti. Va da sè che la notizia della scomparsa di Pino Daniele sia stata una vera e propria ‘pugnalata’, poiché si trattava di un artista realmente ‘diverso’ rispetto ai soliti cantanti neo-melodici napoletani, che era riuscito a internazionalizzare e a ‘sprovincializzare’ la musica partenopea. C’è una parte ‘sana’ di Napoli che è ormai cosciente, grazie al ‘lascito’ di artisti come Massimo Troisi e lo stesso Pino Daniele, della necessità di smetterla di sentirsi al centro dell’universo, di dover attingere ai propri sentimenti migliori di umiltà e generosità, per riuscire a ricollegare la bella città del Vesuvio al resto del mondo, per sconfiggere finalmente un’ormai stantìa quanto stucchevole retorica dell’Italia ‘del golfo’. C’è una parte di Napoli che vuole cambiare, che intendere stare al mondo e nel mondo, che vuol essere considerata una città normale e non più un luogo di 'guitti' surreali o personaggi bizzarri, 'avvocaticchi' prolissi ed esperti nell’arte di arrangiarsi. Napoli vuole diventare una città moderna, pienamente inserita in quel contesto europeo e internazionale che le compete, poiché questo è stato l’atto d’amore più bello che Pino Daniele ha saputo donare al suo popolo, dando risalto e grande significato al suo lavoro e alla sua vita. Esiste una Napoli che vuole cambiare. E che, per merito di Pino, in parte è già cambiata, da tempo.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale