Utilizzare la forza delle onde per produrre energia. Un'idea che è diventata progetto a maggio di quest'anno a Beirut. A disegnare la grossa dinamo in grado di produrre energia dal moto ondoso per fornire energia ai villaggi che sorgono a ridosso della costa della capitale libanese sono stati gli architetti Karim e Rames Najjar. Grazie al progetto Iris, la costa potrebbe risarcire moralmente, attraverso l'energia prodotta, i suoi abitanti che negli ultimi dieci anni hanno assistito impotenti a uno sviluppo residenziale che ha mirato esclusivamente al massimo profitto. Le piattaforme iris assomigliano a palpebre giganti e sfruttano la potenza prodotta dal movimento ciclico delle onde, attraverso due boe connesse alla strutture e collegate a un apposito generatore elettrico a sua volta allacciato alla rete locale.
Ma questo non è certamente l'unico modo per 'sfruttare' le onde del mare. A dimostrarlo è un progetto presentato in questi giorni dall'Universidad de Valladolid. Uno studio che riguarda l’estrazione e distribuzione di energia, in questo caso idrogeno da impiegare in pile e accumulatori e che promette di essere rivoluzionario grazie alla possibilità di trasmissione del gas senza fili. Il sistema si basa un software progettato ad hoc collegato a una piattaforma multifunzionale. Il processo avverrebbe in tre fasi. Per conoscere l'entità del flusso di energia prodotta vengono registrati i dati riguardanti altezza e durata delle onde. Poi viene dissalata l'acqua ricavando acqua potabile. La terza fase è quella di elettrolisi e compressione mirata a ottenere idrogeno. Ma come si evita la necessità dei cavi? "Il sistema consente il trasporto efficiente e lo stoccaggio di energia, – ha spiegato la squadra di studenti – evitando così il problema della necessità di una trasmissione via cavo, che comporta un significativo investimento infrastrutturale e, quindi, un aumento dei prezzi dell’energia".