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Un’azienda milanese ha sviluppato un’innovativa tecnologia grazie alla quale le vetrate di case, uffici e negozi divengono lo strumento per convertire in energia elettrica la luce solare accumulata
Rispetto per l’ambiente e attenzione all’impatto architettonico. Questi sono i principi alla base dello sviluppo dell’invenzione messa a punto dal team di ‘Glass to Power’, una società ‘spin-off’ dell’Università Bicocca di Milano. Ne sono fautori i professori Sergio Brovelli e Francesco Meinardi, i quali, assieme a ‘Management Innovation’ - una società di ‘scouting’ e consulenza per l’innovazione tecnologica con sede a Rocca Priora - hanno lavorato affinché il lavoro di ricerca scientifica possa essere convertito, in tempi brevi, in un’occasione di business su scala industriale. Nata nel 2016, ‘Glass to Power’ ha da subito attirato l’interesse di importanti investitori. Nel luglio 2018, sono stati raccolti, attraverso la piattaforma 'Crowdfundme', circa 2,25 milioni di euro, utilizzati in buona parte per l’acquisizione della licenza esclusiva dei brevetti da parte dell’università e per la progettazione dell’impianto produttivo. Sempre quest’anno l’azienda ha mutato la sua denominazione passando da srl a spa. Il lavoro svolto in fase di ricerca ha suscitato l’approvazione della comunità internazionale, come attestano i diversi riconoscimenti ricevuti, tra i quali possiamo annoverare la vittoria, nella categoria ‘Green Technology’, agli ‘R&D 100 Awards’ del 2016 (una sorta di Oscar della tecnologia che viene assegnato negli Stati Uniti,ndr). Si è trattato di un evento dalla storica portata, perché era la prima volta che il premio (diviso con i co-sviluppatori del Los Alamos National Laboratory) fosse assegnato a una ricerca italiana. Nel 2017, inoltre, l’azienda è risultata tra i vincitori del premio ‘Gaetano Marzotto’. Il principio di base per lo sviluppo delle ‘finestre fotovoltaiche’ coincide con la messa a punto di una tecnologia che renda gli edifici totalmente autosufficienti sul piano energetico (Zero-Energy Buildings), così come prevedono le direttive europee 31/2010/UE e 2012/27/UE, che entreranno in vigore nel continente entro il 2020. ‘Glass to Power’ ha incentrato la sua ricerca sullo sviluppo di sistemi per la creazione di vetrate che sfruttano le caratteristiche degli innovativi concentratori solari luminescenti (Lsc). Si tratta di una tecnologia basata sull’utilizzo di ‘nanocristalli’, inseriti in film sottili o lastre in plexiglass. I ‘nanocristalli’ convertono la luce del sole in raggi infrarossi, che a loro volta vengono riflessi nel pannello fino ad arrivare ai bordi dello stesso, dove troviamo una sottile ‘striscia’ di ‘celle fotovoltaiche’ in silicio, che convertono i fotoni infrarossi in energia elettrica. In pratica, gli ‘Lsc’ sono lastre semitrasparenti di materiali plastici ‘drogati’ con cromofori, che a seguito dell’assorbimento di luce riemettono fotoni a lunghezza d’onda maggiore. Possono essere agilmente integrate in vetrate continue e finestre fotovoltaiche. E possono divenire una risorsa importante per il raggiungimento dell’autosufficienza energetica in aeree fortemente urbanizzate, dove cioè l’ampiezza dei tetti non è sufficiente per la produzione di tutta l’energia necessaria con i tradizionali impianti fotovoltaici. Con la tecnologia sviluppata da ‘Glass to Power’ è stato possibile ottenere efficienze di conversione della potenza luminosa in potenza elettrica fino al 3,2%, con un grado di trasparenza nella regione del visibile attorno all’80% (questo significa che solo il 20% della luce è utilizzata per produrre energia, mentre il restante 80% va a illuminare gli ambienti interni). La società ha inoltre lavorato affinché gli ‘Lsc’ fossero realizzati con materiale di alta qualità, durevoli nel tempo e altamente riciclabili. Non secondario, infine, è l’elemento estetico: i concentratori sviluppati dall’azienda hanno un basso impatto sull’architettura in cui vengono installati, risultando invisibili sia dall’esterno, sia dall’interno. L’esperienza di ‘Glass to Power’ ci dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, come sia possibile, oggi, generare business, quindi opportunità lavorative, attraverso un’innovazione tecnologica rispettosa dell’ambiente ed eticamente sana.