La crescente cooperazione tra Italia e Nuova Zelanda punta a tutelare l’ambiente marino: due Paesi che da sempre condividono numerose somiglianze, pur essendo geograficamente agli antipodi
Italia e Nuova Zelanda hanno in comune una grande storia di tradizione marittima e prospettive sinergiche nella tutela dell’ambiente e dei territori. Tali relazioni sono state confermate dal recente incontro del sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova, con l’Ambasciatore della Nuova Zelanda in Italia, Anthony Simpson. Al centro del colloquio: le eccellenti relazioni bilaterali, la convergenza delle agende della presidenza italiana del G20 e quella neozelandese dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (Apec), nonché il negoziato commerciale Ue-Nuova Zelanda per un accordo di libero scambio. Il sottosegretario Della Vedova e l’ambasciatore Simpson hanno approfondito anche le prospettive di cooperazione in Antartide: “Voglio ringraziare il Governo neozelandese per gli sforzi compiuti a sostegno delle missioni scientifiche italiane in Antartide durante la fase pandemica e mi auguro che ulteriori passi possano essere intrapresi per facilitare l’accesso degli scienziati alle basi”, ha dichiarato Della Vedova. La collaborazione tra i due Paesi è concreta anche nella promozione e valorizzazione delle aree marine protette nella regione: “Un ulteriore segnale che Italia e Nuova Zelanda condividono le stesse priorità in materia di tutela dell’ambiente, preservazione della biodiversità e lotta ai cambiamenti climatici”, ha ribadito il sottosegretario Della Vedova.
La Nuova Zelanda persegue politiche innovative e importanti nella tutela dell’Oceano e la recente creazione del ‘Kermadec ocean sanctuary’ ha permesso di tutelare ben 620 mila chilometri quadrati di mare localizzato nel Pacifico meridionale. La zona rappresenta una delle più grandi aree marine protette del mondo. un patrimonio di biodiversità che ospita circa 35 specie di balene e delfini, 150 tipologie di pesce e tre delle sette specie di tartarughe marine più importanti al mondo per la tutela della fauna ittica. La Nuova Zelanda lavora allo sfruttamento sostenibile delle vaste risorse oceaniche, per creare lavoro attraverso le aziende ittiche e le industrie minerarie ed energetiche dando prioritaria importanza alla tutela della vita marina e del patrimonio liquido. Una progettualità che si avvale anche degli strumenti dell’innovazione e della tecnologia, con l’utilizzo dei satelliti. Il ‘Kermadec ocean sanctuary’ è infatti costantemente monitorato dalla marina neozelandese, attraverso la supervisione diretta della tecnologia satellitare, ottimizzando l’utilizzo della tecnologia per la tutela del territorio. La Nuova Zelanda è caratterizzata da una notevole biodiversità, nonostante le sue risorse naturali siano state sottoposte a un intenso sfruttamento fin dall’arrivo dei primi coloni. Il Paese è molto attivo dal punto di vista ambientale nell’Oceano Pacifico meridionale, essendo firmatario di diversi e importanti trattati sulla conservazione degli habitat marini. Fra gli altri accordi ambientali internazionali ratificati vi sono quelli relativi al Protocollo ambientale antartico, al Protocollo di Kyoto, alla Convenzione sul commercio internazionale di specie in pericolo (Cites), all’Accordo di Basilea sui rifiuti tossici e lo scarico dei rifiuti in mare, fino al Trattato per il legname tropicale e a quelli per la protezione delle zone umide e dalla caccia alla balena. Un patrimonio di idee e conoscenze che può generare grandi progettualità e immensa cooperazione con l’Italia, con la visione di un futuro che rispetti pienamente i principi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.