Le ostilità fra Pechino e Taipei sembrano giunte al capolinea. Una pace difficile, che ha richiesto enormi sforzi diplomatici, come dichiara in quest'intervista Johnny C. Chiang, Ministro dell’Informazione della Repubblica di Cina a Taiwan
Positivi segnali giungono dalle due Cine. La storia di Taiwan fino ai nostri giorni è complessa. La Repubblica di Cina, infatti, è uno Stato 'di fatto' costituito dal gruppo di isole di Taiwan, Pescadores, Quemoy e Matsu ma che, nella sua costituzione, include anche la Cinacontinentale e la Mongolia. Invece la Repubblica Popolare Cinese, ovvero quella che noi chiamiamo Cina, controlla la Cina continentale, Hong Kong e Macao. Tutto ha avuto inizio con la rinuncia all’unificazione, all’indipendenza, all’uso della forza per questioni di sovranità da parte di Taiwan, noti come i tre “no” del Presidente Ma Ying-jeou. Naturalmente, nel corso degli anni, sia la Repubblica di Cina che la Repubblica Popolare Cinese hanno continuato a sostenere specularmente di essere l'unica autorità legittima dell'intera Cina. Tuttavia, la comunità internazionale, con poche eccezioni, scelse la Cina continentale come legittimo rappresentante dell'intera Cina. Un attrito durato un secoloo che però sembra giunto alla normalizzazione. Al compimento del 99° anniversario della sua costituzione la Repubblica di Cina a Taiwan rende noto un bilancio della sua ormai quasi centenaria storia, guardando con ottimismo al futuro.Chiediamo informazioni su questo imminente centenario di Taiwan a Johnny C. Chiang, Ministro dell’Informazione della Repubblica di Cina a Taiwan.
Questo crescente pacare della situazione di un braccio di ferro mai concluso è reale?
“Lo scorso 10 ottobre, la Repubblica di Cina (Taiwan) ha celebrato il suo 99° anniversario, un secolo durante il quale i diversi traguardi raggiunti hanno posto solide basi per un robusto sviluppo nei prossimi decenni. Negli ultimi sessant’anni, le performances economiche e le trasformazioni democratiche sono state ampiamente riconosciute dalla comunità internazionale e, negli anni recenti, i nostri sforzi nel raggiungere pace e riconciliazione nello Stretto di Taiwan hanno portato i frutti sperati. Sin da quando è salito in carica nel maggio del 2008, il Presidente Ma Ying-jeou ha promosso una sana interazione con la Cina continentale, sostenendo al contempo lo sviluppo e la cooperazione internazionale. Queste politiche sono state intraprese restando in linea con il principio dei “Tre no” (no all’unificazione, no all’indipendenza e no all’uso della forza per questioni di sovranità) e con il principio del “Porre Taiwan al primo posto per il bene del popolo”. Inoltre, nel giugno 2010, un nuovo capitolo è stato scritto nelle relazioni dello Stretto. Taiwan e la Cina continentale hanno firmato l’Accordo quadro di Cooperazione Economica (ECFA, Economic Co-operation Framework Agreement), contenente un elenco preliminare di circa 800 beni che potranno godere di una riduzione delle tariffe sul commercio tra le due sponde, oltre all’apertura di alcune specifiche tipologie di servizi.Nello stesso giorno in cui l’ECFA è stato firmato, il 29 giugno, le due controparti hanno anche siglato un accordo separato sulla protezione dei diritti intellettuali”.
Tutto questo quali cambiamenti avrebbe comportato?
“Questi significativi cambiamenti seguono a breve distanza altri accordi, quali l’apertura di canali turistici e il lancio di nuovi collegamenti aerei, marittimi, postali e commerciali. Sin da quando sono state eliminate le vecchie restrizioni, nel luglio del 2008, oltre un milione e mezzo di turisti provenienti dal continente hanno visitato Taiwan, e nell’agosto del 2010, alcune leggi sono state mutate per permettere agli studenti della Cina continentale di effettuare gli studi in Taiwan”.
L’entrata in vigore dell’Ecfa nel settembre 2010 si è poi rivelata utile?“Si per la normalizzazione delle relazioni economiche e commerciali. Questi cambiamenti hanno permesso un’ulteriore integrazione di Taiwan nei mercati dell’Asia-Pacifico e nell’economia globale”.
Che effetti hanno avuto gli investimenti provenienti dalla Cina?
“Gli investimenti provenienti dalla Cina continentale, così come il flusso di turisti e studenti, non soltanto offrono a Taiwan ragguardevoli opportunità, iniettando nuova vitalità all’interno del sistema economico, ma permettono anche una maggiore conoscenza reciproca ai cittadini delle due sponde. Inoltre, tutto questo ha drasticamente diminuito i timori di conflitti armati nello Stretto di Taiwan. Un risultato di cui il mondo intero potrà giovare, grazie alla politiche di Ma Ying-jeou”.
Quali sono le conseguenze?“Una delle più importanti conseguenze di questa nuova e pacifica armonia nelle relazioni dello Stretto è stata l’aver ricevuto l’invito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a presenziare all’Assemblea Mondiale della Sanità in qualità di osservatore, nel 2009. Invito che si è esteso anche all’incontro del 2010, lo scorso maggio. In questo modo, si è potuto condividere le nostre esperienze in materia di prevenzione delle malattie e di trattamenti medici con molti altri Paesi”.
Prospettive future?
“Al momento, stiamo cercando con grande impegno di partecipare anche alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e all’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO), così come ad altre agenzie specializzate dell’ONU, per unirci agli sforzi di risoluzione dei problemi legati ai cambiamenti climatici e alla sicurezza aerea. I taiwanesi desiderano lavorare insieme alle altre nazioni per risolvere i problemi che coinvolgono contemporaneamente tutta la collettività, e speriamo che la Cina continentale e gli altri Paesi sostengano questo impegno. I progressi pacifici nelle relazioni dello Stretto, a lungo auspicate dalla comunità internazionale, hanno aperto numerose opportunità non solo per la cooperazione tra le due rive, ma anche per Taiwan di riprendere in mano l’iniziativa dello sviluppo economico, dal momento che ci si può confrontare con un “nuovo regionalismo”.
Qual è il risultato di questo nuovo impegno?
“Taiwan è risultata essere ott
ava nel “Libro Annuale della Competitività Mondiale 2010”, redatto dall’International Institute for Management Development, con sede in Svizzera, abbandonando così il 23° posto posseduto nel 2009. Dalla firma dell’ECFA, la comunità internazionale ha favorevolmente guardato alle prospettive di sviluppo economico di Taiwan. Si ritiene che il nostro Prodotto Interno Lordo crescerà dell’8,24% durante l’intero 2010. Ancora più incoraggiante è stato il rapporto globale sugli investimenti redatto nel Settembre 2010 dalla statunitense Business Environment Risk Intelligence, nella quale Taiwan è risultata essere quarta nel mondo come ambiente favorevole agli investimenti”.
Guardando avanti cosa si prospetta?
“Taiwan lavorerà per massimizzare le opportunità e minimizzare i rischi, dal momento che miglioreremo ancora di più le relazioni nello Stretto e sigleremo accordi commerciali con altri importanti partners. Stiamo anche incoraggiando gli investimenti verso Taiwan in 32 differenti settori, tra i quali le biotecnologie, le energie verdi, l’agricoltura, il turismo, la sanità, l’industria culturale creativa e l e principali industrie dei servizi. Tutti questi sforzi trasformeranno Taiwan in uno snodo per il commercio regionale, gli investimenti e l’innovazione”.
Taiwan e la Cina continentale hanno governato separati per 61 anni, sarà pace?
“Dopo tanti anni conseguentemente, rimangono ancora molte tematiche, legate ai differenti sistemi politici e sociali, che necessitano di essere regolate. Ciò nonostante, continueremo il nostro lavoro per migliorare le relazioni nello Stretto di Taiwan e per partecipare agli affari internazionali in misura sempre maggiore. Ciò incoraggerà un ambiente esterno più pacifico e migliorerà la competitività taiwanese. Un’età dell’oro può dunque iniziare per una forte Taiwan, saldamente connessa all’Asia Pacifico e al Mondo”.