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30 Ottobre 2024

Giovani e crescita professionale da Caserta all'Uzbekistan

di Domenico Letizia*
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In questi ultimi anni, il rapporto tra l’Italia e il Governo di Tashkent, la capitale di questo suggestivo Paese dell’Asia centrale, ha raggiunto lo stadio dell’amicizia ‘estatica’ in quasi tutti i comparti economici: dal turismo al settore della meccanica agricola, dalla trasformazione industiale alla conservazione alimentare

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Su tutto il nostro territorio nazionale ci sono progetti di crescita dal carattere internazionale che meritano di essere scoperti, conosciuti e valorizzati per il futuro. Per esempio, in questi ultimi anni è nato un legame particolare che lega Caserta e provincia con lo Stato centroasiatico dell’Uzbekistan. Tale rapporto ha avuto inizio nel 2015 a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan, in occasione della ‘Settimana della cucina italiana’, con la partecipazione dell’Istituto statale alberghiero ‘Galileo Ferraris’ di Caserta, diretto dalla professoressa Antonietta Tarantino, in collaborazione con il Console onorario della Repubblica dell’Uzbekistan in Caserta, avvocato Vittorio Giorgi e l’ex Ambasciatore italiano a Tashkent, Riccardo Manara. A giungere nella capitale uzbeka fu una nutrita delegazione, composta dai docenti-chef Aldo Del Sesto e Claudio Raccio, coadiuvati dagli studenti-chef Giuseppe Adrigeri, Ermanno Peluso e Salvatore Cinquegrana, guidati dalla professoressa Emilia Mastandrea, docente di lingua inglese, interprete e capo delegazione e dal Console Vittorio Giorgi. Con la delegazione, anche la giornalista enogastronomica Antonella D’Avanzo, che tenne un seminario dal titolo: 'Le eccellenze enogastronomiche della provincia di Caserta' presso la sala convegni dell’Ambasciata d’Italia, un incontro rivolto agli studenti dell’Università e delle facoltà di lingue presenti all’evento in Uzbekistan. La missione avviò da Caserta un programma di promozione dell’Italian style gastronomico a tavola, dove tradizione e innovazione, eccellenza e autenticità sono state le parole d’ordine di cene tematiche, attività professionale e formazione di giovani studenti in loco, presso il ‘Basilic Mediterranean Restaurant & Lounge’, ristorante top di Tashkent per  eleganza, accoglienza, servizio, utilizzo di materie prime di elevata qualità, vini e piatti ricercati, gestito da un giovane e brillante manager uzbeko, Eugheni Shandin, che accolse il team italiano come a casa propria. Inoltre, la delegazione prese parte al ricevimento offerto dall’Ambasciata italiana a Tashkent in occasione della Festa della Repubblica al ‘Radisson Blu Hotel’, dove gli chef italiani cucinarono i piatti della nostra tradizione, rivisitati e molto apprezzati dagli illustri ospiti, tra cui non poteva mancare la classica e amata pizza napoletana. Una manifestazione di grande successo, che ha contribuito allo sviluppo delle relazioni ‘italo-uzbeke’ e che ha sottolineato come proprio il settore dell’agroalimentare e della ristorazione, a partire dai giovani studenti, costituisca uno dei punti di forza del ‘Sistema-Italia’. L’evento rappresentò inoltre l’occasione per unire giovani chef ed eccellenze campane, promuovendo la cucina nazionale italiana e valorizzando, in particolare, le peculiarità regionali della Campania. I cuochi e i giovani studenti dell’istituto casertano prepararono vari pranzi e cene nelle cucine del ‘Miran International Hotel’, prestigioso cinque stelle che ospitò la delegazione utilizzando prodotti campani di alta qualità, messi a disposizione da aziende del settore come la mozzarella di bufala casertana, l’olio extra-vergine di oliva della Grignoli, l’Igt Terre del Volturno dell’Alepa, i liquori dell’azienda Russo e il caffe Karoma. Come mai tanto impegno nel promuovere la cucina e i giovani chef italiani nel Paese centroasiatico? L’Uzbekistan è il Paese più popoloso dell’Asia centrale, con un forte tasso di aumento demografico. La maggior parte della popolazione ha meno di 35 anni. Ciò comporta una propensione al consumo più elevata. Per quanto vi siamo disomogeneità nella distribuzione del reddito, con le aree rurali più svantaggiate, la classe media costituisce una fascia importante della popolazione e si riscontra una vivace attività imprenditoriale. L’Uzbekistan non ha risentito in maniera eccessiva della congiuntura recessiva internazionale di questi ultimi anni: i dati ufficiali fanno registrare un tasso di crescita costante, che si aggira attorno all’8%. Guardando al futuro, l’Uzbekistan potrebbe giocare un ruolo importante per il nostro Paese: l’agricoltura rappresenta, insieme al collegato indotto industriale, la vera ‘ossatura’ dell’economia uzbeka, essendo più di un terzo della forza lavoro locale impegnata in tale settore. Negli ultimi anni, il Governo di Tashkent ha adottato delle politiche intese a sviluppare il settore, con l’obiettivo di aumentarne la produttività. L’esportazione di frutta e verdura è già oggi una realtà importante del Paese, con esportazioni destinate principalmente verso i Paesi della CSI. Ed è destinata a crescere per gli investimenti previsti in tale comparto. Al fine di incrementare l’interscambio commerciale, gli uzbeki avBandiera_Uz.jpgevano proposto la fornitura diretta in Italia di frutta secca e prodotti ortofrutticoli, dichiarandosi pronti ad accogliere progetti d’investimento, anche congiunti, nel settore della pasticceria, nella produzione di attrezzature e pezzi di ricambio delle aziende alimentari locali, includendo investimenti, sotto forma di forniture, per modernizzare le aziende uzbeke più attive nella produzione di alcool, vino e conserve. Il nostro sistema agro-industriale può dare un significativo contributo al miglioramento della filiera agricola e industriale in Uzbekistan. Gli operatori economici e le istituzioni uzbeke sono consapevoli dei vantaggi competitivi del ‘know how’ italiano nella meccanica agricola, nella trasformazione industriale e nella conservazione alimentare. Altri segmenti di mercato che potrebbero essere considerati interessanti per il nostro sistema produttivo sono rappresentati dal settore energetico (oil and gas, rinnovabili ed efficienza energetica) e dall’attività estrattiva, i trasporti e le infrastruttura, anche alla luce dell’iniziativa cinese della ‘Belt and Road’. Particolarmente in crescita il settore relativo alla fascia alta del mercato della moda. Nella sua lunga permanenza al potere, l’ex presidente Karimov è riuscito a mantenere un sostanziale equilibrio nei rapporti con i principali protagonisti della scena internazionale. Il suo successore, il presidente Mirziyoyev, ha ripreso i tradizionali principi della politica estera uzbeka: a) perseguimento della pace e risoluzione delle controversie attraverso il dialogo; b) rispetto del diritto internazionale; c) non interferenza negli affari interni di altri Stati; d) inviolabilità delle frontiere; e) buone relazioni con i Paesi limitrofi; f) equidistanza da ogni alleanza politica e militare; g) nessuna base militare straniera sul territorio uzbeko; h) nessuna partecipazione delle Forze Armate uzbeke a operazioni di ‘peace keeping’ all’estero. In questo quadro, il presidente Mirziyoyev ha impresso un forte dinamismo alla politica estera, con un accentuato carattere di diplomazia economica. In primo piano, la politica di buon vicinato con i Paesi limitrofi e la rinnovata attenzione ai corridoi di trasporto, che puntano a favorire un sostanziale aumento delle esportazioni. Sul primo aspetto, vanno menzionate le visite del presidente in Turkmenistan e in Kazakistan, nonché i negoziati in corso su confini, visti, commercio, dogane, trasporti ed energia. Per il secondo, in particolare, l’attenzione alle iniziative legate alla ‘One Belt One Road’. Russia e Cina restano i principali partner economici dell’Uzbekistan, sia in termini di commercio, sia di investimenti diretti. Ritornando al rapporto tra giovani casertani e Uzbekistan, possiamo concludere sottolineando come le iniziative di questi anni avviate dal Console casertano Vittorio Giorgi, vadano incrementandosi, rafforzando la diffusione delle eccellenze italiane e l’attenzione verso le giovani generazioni in un territorio con tante problematiche, ma assolutamente da valorizzare, come quello casertano.

*Analista dell’Istituto di ricerca di Economia e Politica internazionale (IREPI)


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