Presentato il nuovo rapporto sulle droghe, il ‘World Drug Report 2018’, pubblicato dall’United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc), in cui si sottolinea come il Nord America, l’Asia orientale e il sud-est asiatico siano regioni chiave nella produzione e nel consumo di anfetamine
Dal ‘World Drug Report 2018’, pubblicato dallo United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc) emerge una novità: i grandi gruppi criminali e finanziatori di Macao, Hong Kong, Cina e Thailandia, in collaborazione con reti criminali e impianti chimici di produzione di Taiwan, hanno trasformato il sud-est asiatico in un importante centro per la produzione e il trasporto di metanfetamine e altri tipologie di sostanze psicoattive. Tuttavia, alcune interferenze politiche impediscono a Taiwan di prendere parte alle riunioni esecutive dell’Unodoc e dell’Interpol. Il Paese, infatti, non ha accesso alle informazioni sensibili sulla sicurezza internazionale e al sistema globale di comunicazione delle forze di polizia chiamato: I-24/7. Inoltre, la Cina nazionalista non può partecipare agli eventi e ai corsi di formazione delle strutture internazionali legate alle sicurezza. Ciò sta generando un grande divario negli sforzi globali di contrasto alla criminalità organizzata, al narcotraffico, alla sicurezza pubblica e la lotta al terrorismo internazionale. Il governo di Taipei, infatti, è disponibile alla massima cooperazione e le forze di sicurezza locale hanno sviluppato un ottimo sistema di sicurezza nazionale e di contrasto alla criminalità organizzata. Nel 2018, la polizia di Taiwan ha cooperato con le forze di sicurezza della Thailandia in un’operazione su larga scala volta a combattere la criminalità economica transfrontaliera, recuperando risorse per un valore di 120 milioni di baht thailandesi. Nello stesso anno è stata organizzata un’operazione congiunta con le autorità delle Filippine, per trarre in arresto una personalità di spicco dell’arcipelago asiatico, sospettato di traffico di droga e fuggito a Taiwan. Nel 2017, l’agenzia di polizia di Taiwan ha inviato 130 richieste verso Stati esteri, in cerca di informazioni e assistenza alle indagini, ricevendo risposte in soli 46 casi. I gruppi criminali transnazionali hanno creato centri di comunicazione digitali illegali utilizzando la rete internet, rendendo altresì difficile alle autorità riuscire a indagare. Per superare queste sfide è necessario avviare una solida rete di cooperazione internazionale, bloccare i canali di riciclaggio del denaro e sequestrare i guadagni illeciti, contrastando il traffico internazionale di droga in maniera più attiva ed energica. La rivista ‘Forbes’ ha riportato che Taiwan è stato elencato come il miglior posto in cui vivere tra gli espatriati nel 2016. Nel ‘Global Peace Index 2018’, pubblicato dall’Australia Institute for Economics and Peace, Taiwan si è classificato al 34esimo posto, su 163 Paesi in tutto il mondo, per quanto riguarda la gestione della sicurezza. Tali elementi risultano di estremo interesse per comprendere l’importanza della partecipazione attiva di Taiwan nel mondo della cooperazione internazionale sulla sicurezza, affinché anche la Repubblica di Cina possa prendere parte alle attività e ai meccanismi internazionali di sicurezza e di contrasto al riciclaggio di denaro.
NELLA FOTO: IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CINA, TSAI ING-WEN
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