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Il consumo di elettronica è enorme, ma anche i rifiuti che genera. Ecco come una piccola-media impresa irlandese ha saputo trasformare questo problema in un’opportunità commerciale, adottando un sistema di economia circolare. Una prassi che nel prossimo decennio potrebbe generare fino a 580 mila posti di lavoro in Europa, contribuendo alla lotta contro il surriscaldamento globale
DUBLINO - In questa puntata ci occupiamo di computer riciclabili, un progetto innovativo per ridurre l’impatto dell’elettronica sull’ambiente. Un esempio di economia circolare. Anne Glemarec, euronews: “Questa settimana siamo a Dublino, in Irlanda. Qui come altrove il consumo di elettronica è enorme, ma anche i rifiuti che genera. Una piccola-media impresa ha saputo trasformare questo problema in un’opportunità commerciale”. Produrre computer eco-responsabili, quasi senza rifiuti, è la sfida raccolta da Paul Maher. Tre anni fa, la sua impresa ha ottenuto il primo Ecolabel europeo attribuito a un produttore di computer. I suoi sono riciclabili al 98% – mentre quelli convenzionali lo sono al 38% – e consumano la metà dell’elettricità. “Non usiamo mercurio, piombo, PVC né plastiche nei nostri computer” – spiega Paul Maher, amministratore delegato di MicroPro Computers – “I nostri computer possono essere aggiornati attraverso la programmazione modulare, quindi è abbastanza facile ripararli o fare l’upgrade. Tutti i computer sono fatti di legno o di legno riciclato quindi non esistono due computer che si assomiglino”. Paul Maher e Anne Galligan hanno sviluppato un modello commerciale basato sul servizio post-vendita. L’obiettivo è garantire una longevità record ai loro computer. Si chiama economia circolare: tutto o quasi tutto è riutilizzabile. Alla fine della loro vita, i computer ecologici potranno servire da registratore di cassa o da luci di emergenza. Oggi questa azienda di 25 dipendenti genera un fatturato annuo di un milione e mezzo di euro in Irlanda e punta a raggiungere dieci milioni di euro su cinque anni e a triplicare il personale stringendo partnership in Europa. “Il nostro modello commerciale può essere riprodotto in tutto il mondo. Attualmente discutiamo con diversi centri di servizi in tutta Europa, affinché i nostri computer Iameco possano avere lo stesso tipo di servizio che garantiscono in Irlanda” – sottolinea Anne Galligan, direttrice, MicroPro Computers – “La chiave del successo per noi è progettare e sviluppare prodotti superiori dal punto di vista ambientale che hanno molte vite e usi, rendendoci unici e dandoci un vantaggio sui nostri concorrenti”. Questo modello di economia circolare può essere esteso a tutti i settori? Abbiamo posto la domanda a un esperto irlandese. Secondo stime, concepire prodotti che durino o riutilizzare le materie prime permetterebbe alle imprese dell’Unione Europea di risparmiare 600 miliardi di euro, ossia l’8% del loro fatturato annuale. Shane Colgan, manager dell’unità per l’efficienza delle risorse, Agenzia irlandese per la protezione ambientale ci spiega: “L’economia circolare funzionerà in tutti i settori dell’economia. Tra gli esempi ci sono i sistemi di car sharing in diverse città europee, o anche un’azienda irlandese che converte la plastica in abbigliamento di pile”. Il passaggio all’economia circolare potrebbe generare fino a 580 mila posti di lavoro in Europa e contribuirebbe alla lotta contro il surriscaldamento globale. Shane Colgan, manager dell’unità per l’efficienza delle risorse, Agenzia irlandese per la protezione ambientale: “L’economia circolare crea davvero vantaggi per tutti” aggiunge Shane Colgan – "La Commissione Europea ha detto che fino al 2030 saremo in grado di ridurre le emissioni di biossido di carbonio di 450 milioni di tonnellate l’anno grazie all’economia circolare”.