Rapporto Banca Ifis 2024: quando la bellezza diventa il motore economico per l’Italia, alimentando un circolo virtuoso tra sviluppo, innovazione e benessere sociale
È stato presentato lo scorso 30 ottobre il rapporto 2024 di Banca Ifis, intitolato: 'Economia della Bellezza'. Un lavoro di ricerca che ha voluto approfondire il ruolo di arte e cultura come asset strategici per la competitività aziendale. Secondo l’analisi, le oltre 700 imprese italiane che investono in arte e cultura generano 192 miliardi di euro di fatturato annuo, registrando una produttività superiore del 40% rispetto ai loro competitor. I dati emersi dal rapporto sono stati presentati a Villa Fürstenberg in quel di Mestre (Ve), all’interno della giornata studio dal titolo: 'Economia della Bellezza: arte e cultura asset strategici di competitività' e hanno dimostrato come le aziende che investono in arte e cultura producano un forte cambiamento sia all’interno dell’azienda, sia in relazione con il posizionamento verso gli 'stakeholder' esterni, creando impatti tangibili sia economici che sociali. Tra i vari settori interessati dal fenomeno, il comparto bancario si è particolarmente distinto per una produttività triplicata, evidenziando come le istituzioni finanziarie siano in prima linea nella promozione della cultura: sono, infatti, 16 i gruppi bancari investono stabilmente in iniziative artistiche, generando valore anche per il territorio e la comunità.
Geografia dell’Eccellenza: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna al vertice
A livello regionale, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna guidano la classifica delle imprese impegnate in progetti culturali, seguite da altre regioni con una forte concentrazione di aziende, che valorizzano arte e cultura. L’Umbria spicca per la penetrazione di tali imprese, pari al 18% del tessuto imprenditoriale.
Obiettivi e benefici per le imprese e le comunità
Le aziende coinvolte hanno chiari obiettivi per i loro investimenti in arte: il 52% punta a costruire solide relazioni con il territorio; il 23% utilizza l’arte per migliorare la comunicazione con gli 'stakeholder'; il 24% considera arte e cultura strumenti di innovazione e creatività interna. L’impegno verso i dipendenti emerge come elemento-chiave: queste aziende creano ambienti di lavoro più stimolanti e partecipativi, rafforzando il senso di appartenenza e la soddisfazione lavorativa.
L’esempio di Banca Ifis
Da Ifis Art al restauro di Banksy, l'istituto Banca Ifis ha sviluppato Ifis Art: un progetto che racchiude tutte le iniziative artistiche e culturali della banca. Tra i suoi fiori all’occhiello: il restauro dell'opera di Banksy, ‘Migrant Child’ a Venezia, che la banca ha salvato dal degrado, preservando un simbolo di speranza e umanità. Ifis Art si distingue anche per la creazione del Parco internazionale di scultura a Mestre: un’area aperta al pubblico che ospita opere di artisti internazionali come Fernando Botero e Jaume Plensa, promuovendo l’accesso all’arte. Di recente, Banca Ifis ha inoltre stretto alleanze con importanti istituzioni culturali italiane, come la Galleria nazionale d’Arte moderna e contemporanea di Roma e la Pinacoteca di Brera a Milano, per favorire la diffusione del patrimonio artistico nazionale e creare nuovi spazi espositivi.
Arte e cultura come fattori di competitività
L’impegno delle imprese italiane nell'arte è una leva per l’intera economia. Le aziende che investono in cultura non solo migliorano la propria competitività, ma alimentano un circolo virtuoso che lega sviluppo economico, innovazione e benessere sociale. Questo modello di 'economia della bellezza' è un patrimonio distintivo dell’Italia, capace di coniugare tradizione e innovazione, proiettando le imprese italiane sul panorama internazionale come esempi di un 'mecenatismo' moderno e responsabile.